Meglio nelle prime ore della giornata e comunque non oltre le 16 del pomeriggio. Scopriamo insieme ad Arianna Rossoni, dietista e docente, quali sono gli orari migliori per sorseggiare il nostro amato caffè e beneficiare dei suoi effetti stimolanti e rinvigorenti.
Aroma e gusto inconfondibili la rendono la bevanda più amata e consumata dagli italiani: parliamo, ovviamente, del caffè. Potente stimolante e booster di energia, talvolta necessario per sostenere impegni e obblighi quotidiani, è anche un piacevolissimo rito da condividere con amici e colleghi di lavoro.
Da consumare con moderazione, e non oltre una determinata soglia, è importante capire se esistono degli orari migliori in cui berlo e altri in cui è preferibile evitarlo (o magari sostituirlo con la sua versione deca). Si può consumare anche dopo le 16, o addirittura di sera, o meglio concentrare le dosi giornaliere di caffeina nelle ore mattutine?
Risponde a tutti i nostri quesiti la dottoressa Arianna Rossoni, dietista e docente.
La caffeina è una sostanza alcaloide presente non solo nel caffè, ma anche nel cacao, nelle bacche di guaranà e nelle foglie di tè. Nel momento in cui introduciamo una di queste bevande, la caffeina viene assorbita dal nostro organismo e finisce rapidamente in circolazione: il risultato è un aumento dei livelli di adrenalina, un innalzamento dei battiti cardiaci e un maggiore afflusso di sangue ai muscoli.
Quali sono i suoi vantaggi? "Si tratta di una sostanza stimolante, a livello cardiaco, ma anche intestinale, tonico energetica, che favorisce lo stato di allerta e la concentrazione", ci spiega la nostra esperta. Se sfruttato "in acuto", per esempio se dobbiamo rimanere svegli e vigili per studiare, portare a termine un compito o concludere un lavoro, il caffè può avere dei grandissimi benefici.
Utilizzato "nel cronico", per combattere la stanchezza e non concedere al corpo il riposo di cui avrebbe bisogno, allora può essere addirittura dannoso. "Questo comportamento può portare a delle conseguenze – puntualizza Rossoni – e, da stimolante, la caffeina diventa un logorante: continua a mantenere uno stato di allerta che non è più produttivo".
Ma qual è il momento migliore per gustare l'amata tazzina di espresso? Per beneficiare dei suoi effetti energizzanti e incrementare concentrazione e reattività, è preferibile berlo durante la prima parte della giornata e non oltre le 15-16 del pomeriggio. "In questo modo si è abbastanza sicuri che la caffeina venga metabolizzata e che non diventi un interferente del riposo notturno".
Ovviamente, i potenziali aspetti negativi dipendono anche da quanti caffè, ma anche tè o altre sostanze nervine, si assumono durante la giornata. "Se una persona ne beve tanti, anche se non oltre le 15 del pomeriggio, riscontrerà in ogni caso un'interferenza con il riposo notturno; se ne beve un paio – che sarebbe il numero consigliato per non andare in eccesso di caffeina – meglio entro le 15-16″, conclude la nutrizionista.
La metabolizzazione della caffeina è molto soggettiva: alcune persone la tollerano bene anche verso sera, altre meno. Molti sono abituati a prendere un caffè anche dopo cena, per esempio, e non riscontrano problemi nell'addormentamento.
In realtà, la caffeina non provoca risvegli notturni e non complica la fase dell'addormentamento, ma potrebbe non garantire cicli completi di sonno profondo e accorciare la durata del sonno complessivo. Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente sull'igiene del sonno, sulla sua qualità e sui meccanismi di rigenerazione, ridotti rispetto al loro potenziale.
"Il caffè può anche permettere di dormire, ma poi è possibile riscontrare una scarsa qualità del sonno notturno, frequenti risvegli e vari turbamenti", puntualizza l'esperta. Quindi, quando dobbiamo evitare di bere il caffè? Tendenzialmente durante le ore serali, proprio per evitare che la caffeina non venga metabolizzata e possa compromettere il nostro riposo.
Si stima, infatti, che in una persona adulta la caffeina dovrebbe avere un'emivita – ovvero il tempo necessario affinché l'organismo riduca della metà la sua concentrazione – in media di circa quattro ore; ha un effetto cumulativo ed età, peso corporeo, assunzione di farmaci e condizioni generali di salute possono influire su di essa. "Nei grandi consumatori non c'è mai un esaurimento completo del suo effetto perché ce n'è sempre in circolo e inoltre può provocare dipendenza".
Nonostante l'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, abbia stabilito che un consumo di caffeina fino a 200-300 milligrammi (circa 3 tazzine) possa considerarsi "sicuro", non esiste una giusta quantità valida per tutti.
Gli effetti di questa sostanza possono essere molto diversi da individuo a individuo. Come capire che se ne sta abusando? Se si inizia ad avere un sonno disturbato, il consiglio è di ridurne la quantità e di evitare di assumerlo circa 8 ore prima dell'orario in cui si andrà a dormire.
Meglio aggiustare il tiro e concedersi un caffè al mattino e uno dopo pranzo, tra le 14 e le 15, optando per un decaffeinato qualora se ne avesse voglia in altri momenti. Se si soffre, invece, di acidità gastrica o problemi gastrointestinali, meglio evitare la versione deca, più irritante per persone sensibili.