Microrganismi viventi dalle eccezionali proprietà terapeutiche, i probiotici sono naturalmente presenti in diversi alimenti di consumo abituale. Scopriamo quali sono, come massimizzarne i benefici e in cosa differiscono dai prebiotici.
Ne sentiamo parlare di frequente, ma sappiamo esattamente cosa sono, quali alimenti ne sono ricchi e i benefici che possono apportare alla nostra salute. Parliamo di probiotici e lo facciamo con la nostra esperta di fiducia, la dietista e docente Arianna Rossoni.
Ce lo suggerisce, intanto, il nome stesso: dal latino pro, "a favore di", e dal greco bios, "vita": dunque a favore della vita. I probiotici sono dei microrganismi vivi che, in giusta quantità, migliorano la flora batterica intestinale dell'organismo ospite. Esistono diversi alimenti in cui i probiotici sono naturalmente presenti, alcuni molto consumati, come lo yogurt e il kefir, e altri meno noti, ma eccezionalmente benefici, come miso e tempeh.
Scopriamo, quindi, quali sono questi cibi di cui non dovremmo fare a meno, a cosa servono e come dovremmo consumarli per beneficiare appieno di tutte le loro proprietà.
I probiotici sono degli organismi viventi, principalmente batteri e lieviti, che, se assunti in quantità adeguate, possono avere degli effetti benefici sull'organismo. I più conosciuti sono i lattobacilli e i bifido-batteri, e sono naturalmente presenti in cibi come yogurt, kefir, miso, tempeh, latticello e formaggi fermentati.
Il microbiota intestinale, che è l'insieme dei microrganismi che popolano l'apparato digerente dell'uomo, può subire delle alterazioni a causa di diversi fattori, come stress, infezioni batteriche, assunzione scriteriata di antibiotici, età avanzata o dieta squilibrata, e proprio in questi casi l'assunzione di probiotici può aiutare a ripristinarne l'equilibrio. Questi possono essere utili anche in caso di irregolarità intestinale o difficoltà digestive, riducendo gonfiore e flatulenza, e favorire il benessere anche del primo tratto del tubo digerente: cavo orale e stomaco.
Svolgono anche un ruolo importante nel rafforzamento del sistema immunitario, stimolando la produzione di anticorpi e aumentando la resistenza alle infezioni. I probiotici sono anche particolarmente utili per la prevenzione e il trattamento di alcune patologie, come la diarrea, anche associata all'assunzione di antibiotici, la sindrome dell'intestino irritabile, malattie croniche intestinali e infezioni vaginali e del tratto urinario.
Possono influenzare positivamente il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, migliorare alcune problematiche relative alla pelle, come la dermatite atopica, e ridurre i sintomi associati ad alcune intolleranze, come quella al lattosio.
Microrganismi essenziali per il benessere dell'intestino e non solo, i probiotici sono naturalmente presenti in alcuni alimenti fermentati oppure possono essere assunti attraverso una specifica integrazione. Vediamo quali sono i cibi più ricchi di probiotici:
Questi alimenti, che hanno appunto una funzione proprebiotica, contengono delle sostanze funzionali per l'intestino. "Il loro problema è che questi hanno due, tre probiotici e quindi aiutano sicuramente la flora batterica intestinale, ma non hanno un'azione terapeutica: per averla, è necessario che vi siano tante famiglie differenti e in una certa concentrazione", ci spiega la dottoressa Rossoni. In quel caso è preferibile fare affidamento a una buona supplementazione di probiotici, messa a punto dal proprio medico o nutrizionista di fiducia.
Un altro problema relativo ai cibi probiotici – ci spiega sempre la nostra esperta di fiducia – è che questi microrganismi passano in minima parte la barriera acida dello stomaco. "Il loro problema è la poca prevedibilità su ciò che arriva effettivamente nell'intestino: infatti i supplementi probiotici sono formulati in polvere o, ancora più spesso, in capsule gastro-resistenti".
I prebiotici, spesso confusi con i probiotici, non sono batteri e organismi viventi, ma sostanze di origine vegetale che il nostro organismo non è in grado di digerire.
"Sono delle sostanze che nutrono i nostri batteri intestinali", ci spiega Rossoni. Se somministrate in quantità adeguate, sono capaci di promuovere in modo selettivo la crescita di batteri buoni già presenti nel tratto intestinale o di quelli assunti. Nella pratica, quindi, funzionano come "cibo" per i probiotici, aiutandoli a crescere e prosperare.
Gli alimenti con prebiotici sono molto più efficaci rispetto a quelli con probiotici perché passano più facilmente la barriera gastrica dello stomaco e danno una modulazione della flora batterica intestinale.
Tra le sostanze prebiotiche di più frequente consumo troviamo i frutto-oligosaccaridi, noti come FOS, presenti nei cereali integrali e in alcuni vegetali, come cicoria, cipolle, aglio, porri, asparagi, mele, topinambur e carciofi; l'acido butirrico è un'altra sostanza prebiotica assai benefica, concentrata nel burro di ottima qualità e in alcuni formaggi molto grassi.
Se consumate da persone con fastidi o disbiosi intestinali, tuttavia, possono provocare un acuirsi di sintomi come gonfiore, flatulenza e distensione addominale. "Pensando che non facciano bene, questi soggetti tenderanno a evitarne il consumo – prosegue Rossoni -; in realtà bisognerebbe solo rieducare l'intestino alla loro tolleranza".
In che modo? Utilizzando piccole quantità di questi alimenti, ma con una buona frequenza settimanale, e avendo delle accortezze in fase di cottura. "È bene evitare la bollitura e prediligere la cottura in forno o quella veloce in padella".