Per ottenere una crostata o dei frollini friabili, la farine deboli sono la scelta più indicata: l'impasto deve essere lavorato poco e velocemente, così da impedire la formazione del glutine.
Leggera, friabile e fragrante: quando si ottiene una frolla con queste caratteristiche crostate, biscotti e tartellette saranno sicuramente un successo. Nonostante sembri un impasto molto semplice a base di pochi ingredienti come farina, burro, uova, zucchero e un pizzico di sale, la pasta frolla richiede qualche accortezza sia nella selezione delle materie prime sia nel metodo di trattamento. A partire proprio dalla farina, che deve essere debole: sappiamo, infatti, che la sua tipologia si rivela fondamentale nel momento in cui si sceglie il prodotto da realizzare, se soffice e voluminoso, oppure leggermente croccante e bricioloso. Ed è qui che entra in scena il glutine, il complesso proteico presente nella farina che favorisce la struttura finale in base alla sua forza, ovvero la capacità di assorbire l’acqua durante la lavorazione e di incamerare anidride carbonica. Più una farina è forte, più impastando e idratando si forma una maglia glutinica elastica e tenace, resistente alle lunghe manipolazioni, ideale per i lievitati tipo pane e focaccia, ma non per la frolla che, invece, proprio in funzione della consistenza friabile richiede la formazione di poco glutine e quindi una lavorazione dell’impasto molto veloce.
Le farine che si prestano alla preparazione della pasta frolla e della pasta sablée, sua stretta parente, sono quelle deboli, con un valore di forza inferiore a W 170 che corrisponde di conseguenza a un basso contenuto proteico, tra il 9% e l’11%. Prima di vederle nel dettaglio, è utile capire come si tratta l’impasto per renderlo friabile. Il secondo elemento da tenere in considerazione è il burro, il grasso che ha la funzione di destrutturare la maglia glutinica impermeabilizzando la farina, con la conseguenza di isolare i liquidi. Va usato freddo, in quanto l’insieme degli ingredienti deve dare corpo a massa granulosa, non appiccicosa. Per questo la sua manipolazione è rapida, con le mani – la cosa migliore è utilizzare i polpastrelli per conferire meno calore possibile – che non insistono nel toccarla. Il panetto si modella velocemente e poi va riposto in frigo per 10-12 ore (almeno due ore se non hai il tempo necessario), così il burro si solidificherà nuovamente, rendendo la frolla facile da stendere e compatta e leggera dopo la cottura. Per dare all’impasto ancora più friabilità è possibile inoltre tagliare la farina con alleati come l’amido di mais o la fecola di patate, entrambi privi di glutine.