Piano o fondo? La risposta secondo il galateo opta per la prima opzione, ma in realtà non c'è una regola precisa, ciò che conta è esaltare al massimo la pietanza. Ecco qualche esempio.
Se ci dovessimo basare sul galateo, il risotto, come la pasta o le lasagne, andrebbe servito in un piatto piano e solo le minestre, le zuppe e altre pietanze dalla consistenza brodosa in quello fondo. In realtà (e per fortuna) il mondo della cucina, in certe occasioni, sa non essere manicheo, dividendosi tra una cosa giusta e l’altra sbagliata. Il risotto è un piatto della tradizione italiana capace di attraversare mode e tendenze: la sua consistenza stabile, ma cremosa (quando realizzato a regola d’arte), permette di giocare con gli impiattamenti, scegliendo il supporto che valorizza di più la preparazione. Possiamo vedere questa varietà di opzioni sia online sia su carta, così come spulciando tra i signature dish degli chef più celebri, dal Riso, oro e zafferano di Gualtiero Marchesi, dall’iconica presentazione su piatto nero in contrasto con il giallo del risotto, all’Evoluzione, con rape rosse e salsa al gorgonzola del pluristellato Enrico Bartolini, che esalta il colore fucsia su una base bianca. Proprio quest’ultimo suggerisce che, in generale, il risotto andrebbe steso sul piatto a uno spessore che non superi il centimetro e mezzo, per gustarlo al meglio.
Una delle caratteristiche principali del risotto è quello di essere un piatto raffinato, pur non usando materie prime che lo sono tout-court, come per esempio la salsiccia, il pomodoro o le erbette. Il consiglio è quindi quello di puntare su piatti di porcellana o ceramica, colorati o tinta unita e dalle texture differenti per esaltare la ricetta che si sta preparando in tutte le sue sfaccettature. Di seguito, le tipologie di piatti in cui si può portare a tavola il risotto: un mix di estetica e funzionalità.