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18 Febbraio 2024 13:00

Qual è il miglior piatto per servire il risotto? Tipologie di piatti e ricette da abbinare

Piano o fondo? La risposta secondo il galateo opta per la prima opzione, ma in realtà non c'è una regola precisa, ciò che conta è esaltare al massimo la pietanza. Ecco qualche esempio.

A cura di Federica Palladini
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Se ci dovessimo basare sul galateo, il risotto, come la pasta o le lasagne, andrebbe servito in un piatto piano e solo le minestre, le zuppe e altre pietanze dalla consistenza brodosa in quello fondo. In realtà (e per fortuna) il mondo della cucina, in certe occasioni, sa non essere manicheo, dividendosi tra una cosa giusta e l’altra sbagliata. Il risotto è un piatto della tradizione italiana capace di attraversare mode e tendenze: la sua consistenza stabile, ma cremosa (quando realizzato a regola d’arte), permette di giocare con gli impiattamenti, scegliendo il supporto che valorizza di più la preparazione. Possiamo vedere questa varietà di opzioni sia online sia su carta, così come spulciando tra i signature dish degli chef più celebri, dal Riso, oro e zafferano di Gualtiero Marchesi, dall’iconica presentazione su piatto nero in contrasto con il giallo del risotto, all’Evoluzione, con rape rosse e salsa al gorgonzola del pluristellato Enrico Bartolini, che esalta il colore fucsia su una base bianca. Proprio quest’ultimo suggerisce che, in generale, il risotto andrebbe steso sul piatto a uno spessore che non superi il centimetro e mezzo, per gustarlo al meglio.

Risotto con le capesante

Miglior piatto per risotto: spazio a fantasia, estetica e funzionalità

Una delle caratteristiche principali del risotto è quello di essere un piatto raffinato, pur non usando materie prime che lo sono tout-court, come per esempio la salsiccia, il pomodoro o le erbette. Il consiglio è quindi quello di puntare su piatti di porcellana o ceramica, colorati o tinta unita e dalle texture differenti per esaltare la ricetta che si sta preparando in tutte le sue sfaccettature. Di seguito, le tipologie di piatti in cui si può portare a tavola il risotto: un mix di estetica e funzionalità.

  • Piatto con fondo basso e bordi ampi e distesi: si tratta di un piatto con una cavità più o meno larga di diametro che può essere nel mezzo o decentrata nelle versioni di design più creative, con il risotto che una volta versato all’interno risulta dello stesso livello dei bordi. Si rivela un’opzione molto elegante e contemporanea, adatta a risotti lisci, senza troppi ingredienti come condimento.
  • Piatto cappello del prete: è un piatto versatile, dove si presentano anche pastasciutte e pietanze in brodo (tipo i tortellini), dal fondo profondo e svasato. Adatto a risotti corposi e ricchi, che non ne prendono necessariamente la forma, tipo un risotto ai funghi o ai frutti di mare.
  • Piatto fondo classico: il piatto evergreen che si trova nei set di stoviglie, dalla cavità accogliente, per porzioni generose, e i bordi assenti o non troppo ampi che possono essere decorati con fantasie floreali o avere contorni a contrasto (dorati, argentati, blu etc.). Si rivela ideale per i risotti della tradizione, dall’allure vintage e campagnolo, come quello alla milanese o agli asparagi.
  • Piatto fondo a ciotola: profondo e dai bordi molto alti, ha forme differenti, più o meno regolari, tonde o squadrate. È una buona soluzione per risotti dal tocco orientale o dal mood rustico-chic, più o meno cremosi, che occupano quindi tutto lo spazio o messi a “montagnetta”.
  • Piatto piano classico, senza bordi o con bordi alti e sottili: la tipologia più diffusa nella ristorazione per i risotti in quanto si presta a look differenti. Il risotto, infatti, può essere “spalmato” nel piatto, coprendo l’intera superficie oppure fatto sviluppare in verticale, utilizzando un coppa pasta quando risulta più “asciutto” e carico di condimento. Tanti chef utilizzano la prima opzione per realizzare delle vere e proprie tavolozze di colori, con il riso che diventa una tela per creazioni culinarie che virano all’arte.
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Quello che i piatti non dicono
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