In pastiglie, gel o in polvere, la scelta al supermercato coinvolge tantissimi prodotti diversi che si differenziano tra loro per formato, composizione e prezzo. Vediamo come orientarsi, puntando su pulito e rispetto per l'ambiente.
La lavastoviglie è ormai un elettrodomestico braccio-destro presente in molte case: i modelli più avanzati garantiscono minori consumi elettrici e di acqua, diventando – se impiegati e mantenuti correttamente – degli strumenti che contribuiscono alla riduzione spese domestiche. Un dettaglio che può fare ulteriormente la differenza è il detersivo che viene usato: vietato assolutamente utilizzare lo stesso con cui si lavano i piatti a mano, la lavastoviglie necessita di prodotti ad hoc, che nel corso degli anni si sono sempre più evoluti per migliorare le performance, al fine di avere stoviglie perfettamente pulite. Sugli scaffali dei supermercati la scelta è molto ampia, tra pastiglie, gel e prodotti in polvere che hanno formati e caratteristiche differenti: mettiamoli a confronto.
Per la loro praticità, le pastiglie sono diventate nel corso del tempo una delle scelte più diffuse: monodose, pronte all’uso e semplici da maneggiare. Si trovano in commercio in diverse composizioni, tra tabs (compresse in polvere) e caps (semiliquide). Come indicato da Altroconsumo, sono le tabs a prendere sempre più piede, grazie al loro migliorarsi in termini di scioglimento e forza pulente. In generale, le pastiglie hanno il vantaggio di eliminare i rischi di dosaggi errati che potrebbero compromettere la qualità del lavaggio: la maggior parte è multifunzionale, combinando detersivo, brillantante e anticalcare, così da ottenere un risultato completo con un solo prodotto. Il tasto “dolente” riguarda il costo, che si rivela maggiore rispetto alle altre soluzioni: per una questione di sprechi e risparmio impiegale a pieno carico.
Il detersivo in gel ha una consistenza fluida, più o meno liquida: si versa direttamente nella vaschetta e solitamente ha prezzi inferiori delle pastiglie. Si tratta di un prodotto concentrato che necessita di attenzione durante il dosaggio: seguendo attentamente le istruzioni della propria lavastoviglie e della marca acquistata si può rivelare una scelta azzeccata. Buona parte, però, è priva di brillantante o sale che rimuovono lo sporco in modo più efficace ed è quindi opportuno aggiungerli nel momento in cui si ha a che fare con le classiche macchie ostinate. Altroconsumo, inoltre, sottolinea che, a causa della texture densa, possano rimanere sulle stoviglie aloni, in quanto non c’è stato un totale scioglimento in acqua. Altra cosa da tenere d’occhio: spesso sono arricchiti da profumazioni – come limone, salvia, menta – di origine artificiale: a livello di pulizia non sono elementi utili, ma arrecano ulteriore inquinamento all’ambiente.
È la scelta tradizionale, la prima è l’unica disponibile per molti anni. Il detersivo in polvere è diventato meno comune, ma è ancora amico del portafoglio: grazie alla sua composizione granulare, offre una buona capacità abrasiva, si scioglie rapidamente, ed è un valido alleato contro i residui di cibo secchi. Per il dosaggio, vale la stessa regola del gel: segui le istruzioni e non avrai sprechi. Nonostante sia una tipologia poco popolare, le formule più moderne contengono anche brillantante e sale, garantendo una pulizia profonda. La polvere richiede una maggiore cura nella conservazione, in quanto il contatto con troppa umidità ne compromette la consistenza e quindi l'efficacia.
Abbiamo accennato prima all’impatto ambientale dei detersivi: rispetto a saponi e altri detergenti che possono essere realizzati in casa con prodotti naturali (dal bicarbonato di sodio all’acido citrico), si sconsiglia di non mettersi all’opera per quelli destinati alla lavastoviglie, perché potrebbero danneggiare l’elettrodomestico. Un passo avanti, complice anche la sempre maggiore sensibilità nei confronti della natura, ha coinvolto anche questi prodotti industriali che hanno lanciato sul mercato linee eco-friendly, dove vengono utilizzati ingredienti naturali biodegradabili ed eliminate sostanze chimiche nocive per le acque, nonostante non si possa ancora parlare di prodotti 100% sostenibili. Come per gli alimenti, si aggiungono additivi che servono ad aumentare le prestazioni e che devono essere indicati in etichetta: tra i più comuni fosfati e policarbossilati per contrastare la durezza dell’acqua e tensioattivi che favoriscono il distacco dello sporco. Le versioni ecologiche non puliscono meno, ma sono studiate appositamente per dare gli stessi risultati di quelle standard.