Colore rosso, profumo intenso e un gusto inconfondibile: scopriamo come fatto il prosciutto di Parma, quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono e come abbinarlo al meglio.
Immancabile in un antipasto di salumi misti, magari accanto a un po' di formaggi, il Prosciutto crudo di Parma dop è fantastico anche servito come ripieno di panini insieme alla mozzarella di bufala. È dolce ma allo stesso tempo saporito, ha una profumazione inconfondibile, che arriva solo dopo un lungo processo di lavorazione. Scopriamo storia, produzione e curiosità su uno dei salumi più importanti del nostro Paese.
Tra il Duecento e il Trecento i beccai, gli antichi macellai di Parma, si associano formando la Corporazione che si occuperà della produzione della carne suina. Nel secolo successivo, più precisamwnte nel 1459, i lardaioli – coloro che si occupavano della macellazione e della salatura del maiale – decidono di distaccarsi e costituire una corporazione a sé. Anche se la lavorazione era diversa da come viene eseguita oggi, questo indica come sia antica la produzione di questa eccellenza. Questo ha fatto di Parma la capitale del prosciutto al punto che, dopo la nascita di alcuni stabilimenti produttivi è sorto, nel 1963, il Consorzio che ancora oggi tutela e promuove il commercio del Prosciutto crudo di Parma.
Il Prosciutto di Parma, che dal 1996 è diventato Dop, viene prodotto nella zona che comprende il territorio della provincia di Parma. I suini utilizzati sono nati e allevati nelle regioni Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Molise, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio, ma la lavorazione, la qualità e le caratteristiche del prodotto devono potersi ricondurre al territorio di Parma, perché proprio in quest'area esistono condizioni climatiche ideali per l’asciugatura e la stagionatura naturale che conferisce la tipica dolcezza al prodotto.
Si inizia con un'accurata selezione dei maiali, alimentati con cibi di qualità, di età superiore ai 9 mesi e con un peso medio di 160 Kg. Solo quelli di razza Large White Landrance e Duroc, certificati dalla documentazione e dal tatuaggio apposto dall’allevatore, possono essere introdotti nel circuito del Parma. Le fasi della produzione del prosciutto di Parma sono molte e durano in minimo di 12 mesi con stagionature che superano i 18 mesi.
Ogni coscia deve avere un peso tra gli otto e i dieci chilogrammi e comunque non inferiore ai sette con un colore al taglio uniforme che va tra il rosa e il rosso, inframmezzato dal bianco puro delle parti grasse mentre l’aroma deve essere fragrante e il sapore delicato e dolce, poco salata.
Il prodotto, rigorosamente marchiato, è commercializzato intero, disossato, a tranci o affettato, sfuso oppure confezionato in atmosfera modificata o sottovuoto. Il costo varia tra i 26 e i 32 euro al chilo, in base alla stagionatura.
A fette molto sottili, il Prosciutto di Parma si gusta da solo, accompagnato dal pane o dalla tradizionale torta fritta. Questo prodotto si può abbinare anche con la frutta, come nella classica ricetta che lo vede protagonista insieme al melone, ma anche ai fichi. Si tratta di un prodotto che si può impiegare in molte occasioni, dalla colazione salata all’aperitivo, dall’antipasto con i cestini di prosciutto, al semplice panino. Da non sottovalutare anche la ricetta del risotto, ma in generale il prosciutto crudo di Parma si può usare in tante diverse preparazioni, alcune delle quali molto originali.
Disossato e confezionato, il Prosciutto di Parma può essere conservato fino a 6 mesi, opportunamente refrigerato tra i 4 e 8 °C. Solo il Prosciutto di Parma dop con l’osso può essere appeso. In questo caso, la conservazione prevede altri tempi: fino a 12 mesi, in ambiente con temperatura tra 17 e 20 °C, una volta iniziato, si potrà conservare in frigorifero per un mese, con l’accortezza di ricoprire la parte tagliata con una pellicola trasparente. Affettato, opportunamente coperto, puoi conservarlo in frigorifero per un paio di giorni ma sappi che, più passa il tempo meno sentirai intenso sarà il profumo.