Polpette: in tutte le altre lingue e cucine si chiamano semplicemente "palline di carne" ma agli italiani, si sa, piace distinguersi, e per questo piatto hanno inventato una parola specifica. Ma siamo sicuri di averla inventata noi? Qual è la storia e l'origine del termine "polpetta"? Scopriamolo insieme.
Vanto della tradizione italiana, simbolo della cucina delle nonne e comfort food irrinunciabile nelle domeniche casalinghe: di polpette ce ne sono tante, praticamente di ogni tipo e per ogni palato. Di carne, di pesce e di verdure, fritte, in padella, al sugo o al forno: le polpette non sono una semplice ricetta, sono una vera e propria filosofia culinaria, un modo di stare al mondo e ai fornelli tanto che un proverbio recita "non so se esiste la felicità ma so che esistono le polpette".
A Parigi sui menù trovate le boulette de viande, in inglese potete chiedere un piatto di meatballs e nelle cucine berlinesi si preparano le fleischklößchen, tutte definizioni traducibili con un semplice "palline di carne": ma allora perché in italiano le chiamiamo "polpette"? Da dove deriva la parola polpetta? Chi ha inventato questo termine e quale storia si nasconde dietro una delle ricette più amate nel mondo? Cerchiamo di vederci chiaro, tra leggende e falsi miti, passando per definizioni da dizionario.
Sgomberiamo il campo da ogni equivoco: l'origine della parola "polpetta" resta ancora oggi un mistero ma, partendo dalla lingua e da qualche suggestione, possiamo avanzare delle ipotesi, più o meno fantasiose. Facciamo un passo indietro e chiediamo consiglio al dizionario, dove alla parola "polpetta" troviamo scritto: "carne tritata, variamente condita e ridotta in forme rotonde o schiacciate, da friggere o da cuocere in tegame", derivata da "polpa".
Si ma cosa c'entra con la sua origine? Andiamo per ordine, del resto in cucina ci vuole pazienza. Secondo alcune interpretazioni, la parola "polpetta" farebbe riferimento al termine francese paupière cioè "palpebra": il collegamento è nel movimento delle mani che nella preparazione delle polpette ricorderebbe quello delle palpebre quando si chiudono. Questa idea, seppur carina, ci ha convinto poco e per capirci qualcosa siamo andati a scomodare il celebre cuoco Mastro Martino che nella metà del XV secolo, nel suo De arte coquinaria, nomina per la prima volta la parola "polpetta" in riferimento a una ricetta a base di fettine di vitello: il mistero si infittisce, ma non demordiamo.
La ricetta di cui parla Maestro Martino collega (forse) la parola "polpette" a "piccola polpa" intendendo la tenera carne di vitello con cui venivano preparate: ed è a questo punto che entra in scena la koofteh, una ricetta di origine persiana a base di carne macinata, diffusasi in tutto il Medio Oriente dopo la conquista araba, arrivando fino in Europa. Le polpette, quindi, sarebbero nate come involtini di carne per poi trasformarsi nelle sfere di gusto che amiamo tutti: come spesso accade in cucina, le origini e le storie si perdono nel tempo e nelle tradizioni e probabilmente non sapremo mai chi, per primo, le ha chiamate così. Che importa? Noi continueremo comunque a mangiarle, e voi?