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30 Luglio 2024 13:00

Poco cibo, pasti razionati e scarsa qualità: le Olimpiadi sono una tortura per gli atleti

I crudi sono razionati, mancano fonti proteiche e carboidrati buoni. I Giochi Olimpici sono cominciati molto male per la Parigi gastronomica a detta degli atleti. La Gran Bretagna ha addirittura abbandonato il villaggio olimpico.

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Le Olimpiadi di Parigi sono cominciate col botto grazie a una cerimonia di inaugurazione che è entrata nella storia e tante gare di altissimo livello in ogni sport. Ciò che sta andando male è il lato gastronomico ed è incredibile visto che parliamo di Francia. Oltre alla tradizione dei francesi, con una delle cucine migliori al mondo, a comandare tra i fornelli del villaggio olimpico c'è Alex Mazzia, 3 Stelle Michelin a Marsiglia. Eppure gli atleti si lamentano: cibo scarso nelle porzioni e di bassa qualità, addirittura alcuni alimenti razionati come i crudi. Il team della Gran Bretagna ha abbandonato la casa comune dei Giochi parigini per trasferirsi al gran completo in una struttura privata dopo le lamentele degli atleti su uova, pollo e carboidrati. Si sono fatti arrivare degli chef da Londra che gestiranno tutto. L'ultima polemica di questi giorni arriva invece proprio da casa nostra: Niccolò Martinenghi, medaglia d'oro nei 100 m rana, ha confessato di essere stanco di aspettare 25 minuti per uno spiedino a causa degli spazi stretti del banco cibo. Un pasto al villaggio olimpico può durare anche un'ora e mezza ma non per il piacere della convivialità ma per la dilatazione dei tempi, qualcosa di molto snervante soprattutto se sei al culmine della tua carriera e ogni secondo conta. Vediamo insieme tutte le problematiche gastronomiche legate al cibo a questi Giochi Olimpici.

L'Olimpiade del cibo brutto e del disagio

L'idea di Alexandre Mazzia era molto alta: voleva portare al villaggio olimpico i sapori tipici della sua Marsiglia, prendendo in prestito i sapori del resto della Francia e delle ex colonie. Voleva fare un menu innovativo, giocoso, facendo emergere la firma del ristorante anche in un contesto così unico. Lo chef tristellato voleva garantire le esigenze dietetiche e contribuire alle prestazioni fornendo alimenti atti ad ottimizzare gli equilibri del corpo e il recupero tra un impegno e l'altro senza per questo abbassare la qualità del cibo. Ecco, possiamo dire che non ci sta riuscendo.

Gli atleti si stanno lamentando di continuo per la scarsa qualità delle portate e soprattutto per la quantità di alimenti fondamentali per uno sportivo come carboidrati, carne e uova, come ha dichiarato il portavoce della delegazione britannica (che aveva prenotato con largo anticipo la struttura in caso di necessità). Pare che gli organizzatori siano stati sorpresi dalla richiesta di cibo sopraggiunta al villaggio olimpico e, per questo, si sono visti costretti a razionalizzarli e a provocare la protesta degli atleti. In parole povere i francesi hanno ordinato troppe poche scorte alimentari e ora non ne hanno abbastanza.

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Oltre ai problemi legati al menu delle Olimpiadi segnaliamo comunque vari disagi, come i letti scomodi, ascensori spesso rotte, gli autobus fatiscenti. Al momento gli allenamenti di triathlon nella Senna sono stati annullati per la scarsa qualità dell'acqua. Gli organizzatori sono fiduciosi di non dover spostare le gare ma quella dell'acqua è un problema enorme. Se i livelli di inquinamento dovessero rimanere alti anche domani mattina, sia la gara maschile sia quella femminile verrebbero rinviate a venerdì. Se però anche venerdì non dovessero esserci le condizioni per gareggiare, la prova di nuoto del triathlon verrebbe cancellata, e la gara diventerebbe quindi di duathlon, lasciando solo corsa e ciclismo e scatenando ulteriori proteste tra gli atleti. Ricordiamo che la Senna ha perso la balneabilità oltre 100 anni fa e pur avendo avuto 7 anni per organizzare i Giochi, vorrebbero risolvere tutto in 24 ore.

Cosa sta succedendo agli atleti italiani? I problemi sono degli "altri"

Casa Italia, il punto nevralgico della spedizione azzurra ai Giochi, è affidata a Davide Oldani, chef 2 Stelle Michelin al ristorante D'O di Cornaredo, in provincia di Milano. La scelta non è casuale: Oldani era un promettente calciatore e solo un infortunio tremendo ce lo ha portato in cucina. Ha continuato a fare sport per tutta la vita e tutt'oggi si tiene in forma con le discipline più disparate. Oltre al grande talento ai fornelli è quindi a proprio agio con altri atleti perché è uno di loro.

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La proposta a Casa Italia esalta il meglio delle tradizioni culinarie regionali così che gli atleti possano sentirsi a casa pur nella distante Parigi. Il nostro rifugio è anche uno dei meglio forniti in fatto di vino: Oldani si è fatto accompagnare da Manuele Pirovano, suo sommelier al ristorante, che ha scelto 32 etichette tra rossi, bianchi e rosé, tutti italiani e di grandissima qualità.

Non tutta la spedizione azzurra è presente a Casa Italia però: la nazionale di volley femminile è in un albergo super controllato su richiesta di Julio Velasco, il ct della nazionale, uno degli allenatori più vincenti di ogni sport, che ha evidentemente sentito puzza di bruciato e fatto una scelta di taglio netto con il CIO.

Il problema è quindi degli "altri": il Regno Unito può permettersi di organizzare questi trasferimenti in tempi brevi, affittando un albergo in una delle città più costose del mondo, ma le nazioni più povere non hanno i soldi per fare tutto ciò e non hanno nemmeno la voce grossa per farsi sentire. Per il momento, al netto dello spettacolo nei palazzetti, i francesi hanno ben poco da gioire.

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Quello che i piatti non dicono
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