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7 Luglio 2020 15:00

Pizza Hut e Wendy’s sono fallite? Un chiarimento sulla complessità della situazione

Pizza Hut, colosso della pizza negli Stati Uniti, ha dichiarato bancarotta appellandosi al Chapter 11, una legge costituzionale molto particolare in America. In pratica ora sia Pizza Hut che Wendy's (stessa proprietà) sono in amministrazione controllata: debiti cancellati e piano di risanamento.

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Pizza Hut è fallita, anzi no, non proprio. Negli ultimi giorni in Italia si sono susseguite tante notizie discordanti sul colosso della pizza negli Stati Uniti d’America. Il Covid-19 miete vittime importanti, con brand come Zara e H&M messi in seria difficoltà dalla pandemia ma questo non è successo a Pizza Hut, anzi.

L’esplosione dei delivery in tutto il mondo ha rafforzato la posizione del marchio: come ci ha spiegato Rosario Procino di Ribalta, negli Stati Uniti la consegna a domicilio è stata considerata come un bene di prima necessità. Il risultato? Pizza Hut ha guadagnato terreno rispetto a tutti gli altri competitor sia ad aprile che a maggio; non si hanno i dati di giugno ma è probabile che per il terzo mese ci sia stato un positivo importante. Tutto questo però non è bastato e la NPC, la multinazionale proprietaria del marchio, ha fatto appello al Chapter 11.

I problemi di Pizza Hut sono tantissimi

La situazione è molto seria anche se non si parla di un fallimento, così com’è concepito in Italia. Pizza Hut ha 900 milioni di dollari di debiti, una cifra altissima dovuta a problemi di bilancio persistenti da molti anni. Gli stessi problemi ce l’ha anche Wendy’s, la famosa catena che propone hamburger e sandwich quadrati: Wendy’s e Pizza Hut fanno entrambe capo alla Npc International, che a sua volta fa capo a Yum! Brands, la società proprietaria, tra le altre, anche di Taco Bell e di KFC.

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L’azienda ha dichiarato bancarotta a causa del Covid-19 stando alla motivazione ufficiale, facendo appello al Chapter 11, una legge speciale che coinvolge la gestione delle imprese fallimentari. In pratica NPC per garantire la continuità all’azienda e il posto di lavoro a centinaia di migliaia di persone si è avvalsa di questa procedura inserita addirittura nella Costituzione americana.

Cos’è il Chapter 11

In sintesi è un accordo con i creditori: il debitore viene esentato dai debiti pregressi ma il marchio viene gestito da altre società. Più che fallimento, una riorganizzazione dell’azienda.

Stando a quanto scrive il sito ufficiale della Corte Suprema degli Stati Uniti, il Chapter 11 è una norma utilizzabile dalle imprese e dai privati cittadini equiparabile in larga parte alla nostra amministrazione controllata. Nel Chapter 11 l’imprenditore resta in possesso di tutti i suoi beni ma viene sottoposto al controllo e alla giurisdizione della corte. Tutte le azioni dei creditori per riavere ciò che gli spetta sono automaticamente bloccate perché è una procedura di riorganizzazione, non di liquidazione.

Lo scopo di questa norma è risanare l’impresa indebitata per salvare i posti di lavoro: infatti viene utilizzata quasi esclusivamente da grosse aziende. Una volta fatta la richiesta degli atti viene impostato un piano che nel giro di alcuni anni porti al risanamento finanziario dell’impresa, risanamento proposto dall’impresa stessa. Il processo è molto lungo ed è per questo che si fa accesso solo in caso di perdita insostenibile: questa è una legge federale; ci sono invece tante leggi statali più rapide e permissive ma 900 milioni di debiti possono essere gestiti solo dal governo centrale.

Quindi che succede ora con Pizza Hut?

Stando a quanto scritto dal Financial Times la NPC International gestisce 1.225 punti vendita Pizza Hut e 385 sedi di Wendy. La società privata impiega 7.500 persone a tempo pieno e circa 28.500 in part time.

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Tutti questi punti vendita saranno controllati da agenti esterni per salvaguardare i posti dei lavoratori, quindi non chiuderanno almeno per il momento. Se la situazione non dovesse migliorare nei prossimi anni allora sì, Pizza Hut dichiarerebbe il fallimento. C’è la possibilità che molti dipendenti possano perdere il lavoro, ma questo dipenderà solo dalle scelte della "corte" che gestirà i due marchi.

In tutto ciò è bene sottolineare che, nonostante i vertici di Pizza Hut e di Wendy’s siano gli stessi di NPC, quest’ultima è solo depositaria del marchio.

La proprietà è di Yum! Brands, l’azienda leader mondiale del fast food con un utile medio che si aggira attorno al miliardo ogni anno. Nonostante il valore altissimo, da un po’ l’azienda ha visto una frenata nel fatturato: la concorrenza è tanta a causa dei competitor diretti e dei tanti piccoli imprenditori che si stanno ingegnando ma hanno già fatto sapere attraverso una nota che intendono mantenere la propria attività operativa fino al fallimento.

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