In un'ottica sia di risparmio energetico ed idrico sia di riduzione dell'impatto ambientale, usare l'elettrodomestico sembra essere la soluzione migliore rispetto a quello che comunemente si immagina(va).
La lavastoviglie è uno tra gli elettrodomestici energivori che più comunemente si trovano all’interno di una casa: non è indispensabile come una lavatrice o un frigorifero, ma se ne riconosce senza dubbio il vantaggio di ottimizzare i tempi rispetto a lavare i piatti a mano. A questo punto, però, entrano in ballo altre questioni, che si legano in particolar modo ai consumi di acqua ed elettricità, sia dal punto di vista del portafoglio, sia dal punto di vista ecologico. In genere, ormai si è concordi nell’affermare che la lavastoviglie sia la soluzione migliore, in quanto modelli sempre più efficienti sono realizzati per venire incontro sia al risparmio in bolletta, sia nel ridurre l’impatto sull’ambiente. Vediamo perché.
Consumi della lavastoviglie: i fattori da prendere in considerazione
Come succede quando si usa il forno, ci sono diversi fattori che influenzano i consumi finali, in quanto le lavastoviglie non sono tutte uguali, si possono impiegare in modo diverso a seconda delle necessità e anche l’ora e il giorno in cui scegliamo di mettere in funzione l’elettrodomestico si rivelano importante. Vediamo quali sono i maggiori aspetti da prendere in considerazione.
Classe energetica: è un dato molto importante che viene indicato sull’etichetta energetica della lavastoviglie. Da nuove regole UE entrate in vigore nel 2021, le classi sono 7 (dalla A alla G) e si differenziano in base ai consumi ipotizzati di 100 cicli di lavaggio. Questo significa che un modello classe A a parità di ciclo di lavaggio consuma meno di uno di classe G. L’unità di misura è il watt, ovvero la quantità di energia elettrica che la lavastoviglie assorbe per svolgere la sua funzione: in media, si stima che a un elettrodomestico moderno servano 2,5 kWh per ogni ciclo di lavaggio, arrivando tra l’1,8 kWh e i 1,2 kWh per le tipologie a basso consumo.
Ciclo di lavaggio: nelle lavastoviglie si possono selezionare moltepliciprogrammi che corrispondono a cicli di lavaggio differenti per impiego di acqua e quindi di energia che serve a riscaldarla. Nelle etichette energetiche è obbligatorio segnare la stima di consumo di acqua del ciclo di lavaggio Eco considerato il migliore sia sul fronte economico che ecologico, con una temperatura a 50 °C e una durata che può variare dalle 3 alle 5 ore. In media, i litri di acqua si attestano attorno ai 10-12 per lavaggio, ma possono anche arrivare a 6 nelle lavastoviglie di ultima generazione. Quando si lavano i piatti a mano, il consumo di acqua è anche 5 o 6 volte maggiore per la stessa quantità di piatti, superando i 50 litri.
Frequenza utilizzo: quanto si spende con la lavastoviglie dipende anche da quanto la si utilizza. Per questo è opportuno mettere in pratica soluzioni virtuose assodate per ridurre i consumi e usarla correttamente, ovvero farla partire solo quando è a pieno carico, preferire cicli lunghi a basse temperature (come quello Eco), pulire il filtro regolarmente, togliere i residui di cibo più grossi (non serve risciacquare sotto l’acqua i piatti, basta una spugna o una forchetta), sistemare i piatti, bicchieri e posate in modo indicato sulle istruzioni, così che la pulizia sia ottimale.
Scelta del momento migliore: le fasce orarie di consumo di corrente elettrica non sono tutte uguali. Per convenzione, in Italia ne esistono 3: fascia F1 dalle 8 alle 19 dal lunedì al venerdì, la più costosa; fascia F2 dalle 19 alle 8 sempre dal lunedì al venerdì e fascia F3 sabato, domenica e festivi, che sono le più convenienti perché l’energia costa meno.
Materiali vietati: nonostante le sempre migliori prestazioni, alcuni materiali non sono indicati per essere messi in lavastoviglie, come legno, bambù (tipo quello della vaporiera), ghisa, rame, cristallo. Per non sprecare acqua nel lavaggio a mano è opportuno seguire qualche indicazione: non far andare il getto per tutta l’operazione, ma riempire il lavello e lavare per esempio i bicchieri in piccoli gruppi, cambiando l’acqua quando è troppo sporca. Se le pentole sono incrostate versare all’interno dell’acqua calda, così che lo “sporco” si ammorbidisca.
Come si calcola quanto si spende in energia elettrica?
Stabilire il consumo in euro degli elettrodomestici è possibile facendo un calcolo: si moltiplica la potenza in watt riportata sull’etichetta per le ore di utilizzo. Poi la si divide per 1000 – andando così a ricavare i kilowattora (kWh) (a meno che non sia già espresso con questo valore, bisogna guardare la scheda del prodotto), infine, la si moltiplica ulteriormente per il prezzo dell’energia elettrica, che non è assoluto, ma dipende dalla tariffa dell'operatore scelto. Per poter realizzare una valutazione approssimativa, ovviamente di media, si può fare riferimento alle stime dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), aggiornato per trimestri, e che ad aprile 2024 dà il costo di 0,12209 €/kWh. Applicando la formula nella lavastoviglie usando come parametro il consumo di 2,5 kWh per 10 ore di impiego settimanale (la durata di un ciclo standard di 2 ore), il risultato sarà di 3,05 euro.