Ci sono delle ricette e degli ingredienti che si associano di default al menu natalizio: ne abbiamo selezionati alcuni tra i più rappresentativi, in un mix tra tradizione regionale e ritorno al passato.
Le festività natalizie fanno rima con pranzi, cene e aperitivi. Non importa se si segue la tradizione con portate pantagrueliche o se si preferisce un pasto più agile, immaginare il proprio menu viene quasi spontaneo. Facendo mente locale, quindi, ci sono delle ricette che si associano d’istinto al Natale: magari non le prepareremo, ma il solo sentirle nominare porta alle atmosfere conviviali tipiche della ricorrenza, anche perché molto spesso si tratta di pietanze che durante il resto dell’anno si mangiano poco o per niente (e a volte è un gran peccato). Spazio così alle tartine al salmone e all’insalata russa, ai tortellini in brodo, al cappone ripieno e al panettone. In questa selezione abbiamo raccolto 10 piatti che non possono mancare sulla tavola di Natale, tra evergreen salati e dolci che caratterizzano non solo la cucina tipica regionale, ma che comprendono inoltre grandi classici del recente passato – ti dicono niente gli anni ‘80? – che hanno lasciato un segno indelebile.
Se non a Natale, quando? Le mousse salate non si preparano spesso negli altri mesi, ma sono un grande classico della tavola delle feste, perfette per farcite i vol-au-vent. Facili e veloci, sono anche pratiche perché si possono fare in anticipo. Le più gettonate? Le mousse di pesce, tipo quella di tonno, con i salumi, in particolare la mousse di mortadella e ai formaggi, per esempio con il gorgonzola.
Lo abbiamo interpellato prima, e a ragione. Perché non è Natale (Vigilia o pranzo non fa differenza) se non ci sono delle tartine al salmone affumicato da assaggiare nel ventaglio di antipasti. Solitamente si realizzano con pane da tramezzino, burro o formaggio spalmabile e un po’ di aneto o erba cipollina come guarnizione. Il salmone affumicato è un ingrediente molto versatile: da gustare quindi anche in versione carpaccio così come in stelline di pasta sfoglia graziose e creative.
Non si esce vivi dagli anni ‘80, cantavano gli Afterhours: un decennio che continua a fare capolino anche adesso, specialmente quando si parla di antipasti di Natale. Lo abbiamo visto con le due portate precedenti, anch’esse figlie della gastronomia di quel periodo, e lo vediamo ancora nell’insalata russa, una ricetta imprescindibile per il menu di questa festività. Il consiglio per farla al top? Realizzare rigorosamente la maionese in casa, anche in chiave vegana, se non si amano le uova o non si mangiano alimenti derivati da animali.
Il baccalà attraversa la tradizione gastronomica di tutta Italia: da Nord a Sud, quasi tutte le regioni della Penisola hanno una ricetta che lo vede protagonista in piatti da presentare a Natale, dal baccalà mantecato alla veneziana, passando per il baccalà fritto più usato nel meridione, fino a quello in umido. Quando si parla di baccalà ci si riferisce alla lavorazione sotto sale del merluzzo, ma lo stesso pesce è utilizzato anche in versione essiccata, e prende il nome di stoccafisso: distinzione che non vale in Veneto, dove con il termine baccalà si intende invece lo stoccafisso.
Abbiamo scelto come ricetta simbolo quella dei tortellini in brodo, ma potevamo mettere anche le lasagne o le crespelle, perché a Natale senza dubbio non può mancare un grande primo piatto della tradizione ricco e sostanzioso che fa sentire subito l’atmosfera conviviale di casa. Sono ricette che hanno bisogno di tempi lunghi di preparazione, di un po’ di manualità e che solitamente rievocano bei ricordi di famiglia, per vivere appieno lo spirito natalizio.
Per consuetudine religiosa e popolare il cenone della Vigilia è tutta a base di pesce, in quanto ci si astiene dal mangiare carne. Un giorno che viene detto “di magro”, che vede poi in realtà un trionfo in tavola di prelibati piatti di mare: uno su tutti gli spaghetti alle vongole, ricetta tipica della cucina italiana da realizzare nella versione che più si preferisce, classica in bianco, macchiata con un po’ di pomodoro o impreziosita con una grattugiata di bottarga.
Il pranzo di Natale non può fare a meno di un arrosto importante. Niente maiale, agnello o bovino: per questa ricorrenza i prescelti sono animali da cortile come tacchino, faraona e soprattutto cappone ripieno e cotto al forno. Il cappone è un pollo che viene castrato a circa due mesi, così che aumenti di peso e abbia carni morbide: già dal Medioevo è diffuso specialmente al Nord e nelle regioni centrali nei menu natalizi, con cui si prepara anche un brodo saporito.
Simbolo di prosperità e di buon auspicio, la frutta secca fa parte delle tavole delle grandi occasioni fin dai tempi antichi e ancora adesso compare a Natale in tantissime forme diverse. Noci, nocciole, mandorle, fichi, albicocche, datteri si gustano così come sono a fine pasto oppure si usano come ingrediente principale in tantissimi dolci della tradizione, come il panpepato in Toscana, lo zelten trentino e l’intramontabile torrone.
Dai guelfi e ghibellini in poi, agli italiani piace dividersi in due fazioni contrapposte, anche quando si tratta di cibo: chi meglio di panettone e pandoro può rappresentare questa sfida in termini culinari? Entrambi i lievitati sono simboli del Natale: il primo più per buongustai e intenditori, il secondo per chi mal sopporta canditi e uvette e si sente ancora un po’ bambino.
Impossibile non chiudere questa carrellata con un’ulteriore dose di dolcezza citando la crema al mascarpone: una preparazione base della pasticceria, must have del tiramisù, che durante le festività diventa l'abbinamento ideale con pandoro e panettone: da servire accanto a una fetta oppure per creare farciture golose.