È stata recentemente lanciata su change.org una petizione contro l’eccessivo utilizzo della plastica. Per ridurne la produzione, e salvaguardare il pianeta, viene proposto alle grandi catene di distribuzione l’inserimento negli store del reparto dedicato agli sfusi. Per eliminare la presenza degli imballaggi e eventuali sprechi alimentari.
Ha da poco superato le 800 mila firme e a passo spedito viaggia verso il milione di sottoscrizioni la petizione, lanciata su change.org, per introdurre il reparto degli sfusi nei supermercati italiani. L’iniziativa vuole combattere l’eccessivo utilizzo della plastica e ridurre al contempo, oltre al suo uso, anche gli sprechi alimentari.
La petizione nasce da un dato, riferito al 2017, che evidenzia la gravità di una situazione resasi anno dopo anno sempre più insostenibile. Solamente nel nostro Paese, infatti, sono state prodotte 2.27 milioni di tonnellate di plastica (equivalenti a 2,27 miliardi di chili) unicamente per imballaggi e, per ogni chilo di materiale riciclato, se ne producono otto.
A farne le spese è il nostro pianeta, invaso da questo materiale ad alto tasso inquinante: basti pensare che nell’oceano Pacifico si è formata un'isola di rifiuti grande (si stima) tre volte più della Francia. Inoltre, al momento della produzione, per ogni chilo di plastica ne servono due di petrolio e diciassette litri di acqua.
Quella del riciclo, a questo punto, sembra non essere più l’unica e principale soluzione al problema. Serve combattere la questione alla radice, e la petizione promossa su change.org da Pietro Furbatto vuole sia sensibilizzare sulla questione sia agire in modo pratico.
La richiesta è quella di inserire all’interno dei supermercati i reparti dedicati ai prodotti sfusi, dove le persone possano acquistare il necessario quantitativo di alimenti (ma non solo) per evitare, oltre inutili e probabili sprechi, anche l’utilizzo degli imballaggi. Questi, infatti, rappresentano circa il 40% della produzione di plastica in Europa e sono pure un costo nascosto, capace di incidere in modo importante (fino al 30%) sul prezzo finale della merce.
A questo nuovo modo di fare spesa sarebbero interessati prodotti come pasta, riso, biscotti, cereali, legumi, insalata, caffè, uova, latte, vino, detersivi. "Se è normale per frutta e verdura, perché non può esserlo per (quasi) ogni altra cosa che consumiamo?" si legge nella pagina dedicata alla petizione.
Con questa metodologia, già diffusa per esempio in Paesi del Nord Europa, i clienti acquisterebbero l’esatto quantitativo di cibo necessario e soprattutto verrebbe evitato l’utilizzo degli imballaggi e packaging vari. La petizione, al raggiungimento del milione di firme prefissato come obiettivo, verrà consegnata ai principali direttori e responsabili delle grandi catene di distribuzione presenti in Italia.
Per prendere parte alla battaglia anti plastica potete trovare, e firmare, la petizione su change.org