Pesce nomade e cosmopolita, è presente da molto tempo nel Mediterraneo. Negli ultimi anni la sua diffusione lungo le coste italiane è aumentata: essendo un vorace predatore, potrebbe diventare pericoloso per alte specie, proprio come il granchio blu.
Del pesce serra non si sente parlare così frequentemente come di altre specie ittiche: è conosciuto per essere un predatore particolarmente aggressivo che non si fa pescare con facilità. Negli ultimi anni è diventato una presenza da tenere d’occhio nei nostri mari, potenzialmente invasiva come lo è il più famoso granchio blu. D’aspetto si può confondere con una spigola, anche se le sue carni sono meno pregiate, risultando così più economico: nonostante questo, presenta dei buoni valori nutrizionali e come altri pesci poveri è una valida alternativa a quelli più “blasonati”, ma non sostenibili. Conosciamolo meglio.
Scientificamente noto come Pomatomus saltatrix, il pesce serra appartiene alla famiglia dei Pomatomidae. Si tratta di un pesce nomade e cosmopolita che popola le acque costiere temperate e tropicali: è presente nell’Oceano Indiano, Atlantico e Pacifico, e anche nel Mar Mediterraneo. Negli ultimi anni, per via dell'innalzamento delle temperature, è aumentato sulle coste tirreniche, adriatiche e ioniche, facendosi vedere soprattutto tra la primavera inoltrata e l’autunno. Ha dimensioni che possono variare notevolmente: in media raggiunge i 30-50 cm di lunghezza, ma esemplari adulti possono superare facilmente il metro e pesare oltre 10 kg. Dal punto di vista fisico, si caratterizza per avere un corpo allungato e slanciato, di colore grigio-verde e la parte ventrale argentea. Ha una dentatura acuminata, cosa che lo rende un vero e proprio cacciatore, piuttosto vorace nei confronti degli altri pesci, ed è per questo che si stanno monitorando gli effetti della sua espansione sulla fauna locale. Per questa natura combattiva, il pesce serra è molto popolare tra chi pratica pesca sportiva.
Se guardiamo alle proprietà nutrizionali del pesce serra, si rivela una buona fonte di proteine di alta qualità e di acidi grassi omega-3, un po’ come lo sono i pesci azzurri, tipo lo sgombro o la sardina. In 100 grammi si contano circa 124 calorie, adattandosi quindi anche alle diete ipocaloriche. Tra i minerali, c’è un’abbondante concentrazione di fosforo e di potassio, così come non mancano vitamine del gruppo B (B6 e B12 in particolare) e retinolo (vitamina A). La sua assunzione è positiva per la salute cardiovascolare, contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e contrastare le infiammazioni; favorisce il corretto funzionamento del metabolismo e del sistema nervoso.
Veniamo così al suo utilizzo in cucina. Hai a disposizione un pesce serra? Sfruttalo come faresti con un branzino, sapendo però che le sue carni sono più stoppose. La chef stellata Chiara Pavan, entrata a far parte del mondo di MasterChef come quarta giudice “bonus” durante le selezioni di questa nuova stagione, lo mette nel suo menu attento alla sostenibilità ambientale, insieme al granchio blu e alla rapana venosa (un mollusco proveniente dall’Asia che divora altri molluschi come cozze e ostriche). Per esaltarlo al meglio, preferisci cotture che preservino al massimo l’umidità della polpa: spazio al cartoccio, arricchito con verdure di stagione, patate o agrumi a fette, tipo arancia e limone, che lo tengono bagnato. Provalo in versione all'acqua pazza se non vuoi usare il forno, ma cerchi un piatto sfizioso da fare in padella. I filetti del pesce serra si prestano a essere mangiati crudi, previo abbattimento, e marinati con olio extravergine d’oliva ed erbe aromatiche, oppure fritti.