Durante le festività natalizie, tra torroni e frutta secca, panettoni e pandori, in qualche modo escono sempre fuori i datteri. Questo frutto essiccato, tipico del bacino Mediterraneo, è sicuramente una prelibatezza ricca di energia, che accomuna popoli e religioni. Ma cosa c’entrano con il Natale e perché non mancano mai sulle tavole festive?
I Paesi del bacino Mediterraneo non sono accomunati sono dallo stesso mare che ne bagna le coste, ma anche da un costante scambio culturale che, spesso, ha reso condivise speranze e tradizioni, soprattutto gastronomiche. Ne è un esempio perfetto il cous cous, tipicamente di cultura mediorientale diventato tradizionale anche in altri luoghi, come la Sicilia, e lo sono anche i datteri.
Questi piccoli frutti arrivano sulle nostre tavole essiccate ma provengono dalle palme da dattero, pianta originaria delle regioni calde e aride del Medio Oriente, e da sempre apprezzati per il loro sapore intenso, per la loro estrema dolcezza e per le numerose proprietà benefiche. Ma se provengono da così lontano, perché sono così diffusi in occasione del Natale?
Scommettiamo che anche tu, tra la Vigilia e il giorno di Natale, hai ricevuto o portato in dono una scatola di datteri da gustare dopo il pasto natalizio. Perché e da dove è nata questa particolare usanza di regalare e consumare i datteri in occasione delle feste natalizie? Ti raccontiamo tutto su questa tradizione e sul suo legame con la religione cristiana.
I datteri sono conosciuti fin dall’antichità come simbolo di fertilità e fecondità: gli antichi egizi li consumavano proprio in questo senso e, ancora oggi, i musulmani li considerano il frutto del paradiso tanto che nei giorni di Ramadan si mangia per rompere il digiuno al calar del sole. Un senso che ancora oggi si tramanda, se ci pensi, anche nella nostra tradizione: sono in molti a considerare il dattero un frutto “abbondante” e a metterlo in tavola proprio per questo in un evento ricco di tanto cibo come il Natale.
C’è anche un altro motivo per cui i datteri sono diventati associati al Natale e proviene dalla religione cristiana. Secondo la tradizione, infatti, quando Maria girovagava in cerca di un posto dove partorire, stanca e provata, si posò contro una palma da cui caddero tre datteri e, mangiandoli, recuperò le forze. Ecco perché i datteri sono associati al giorno di Natale e sono diventati un dono considerato beneaugurale proprio in onore di questa storia.
Non solo, lo scambio di datteri sembra sia legato anche una tradizione laica, quella dell’Antica Roma: sembra da alcuni studi che i Romani fossero ghiotti di datteri e, soprattutto, li considerassero dei grandi portafortuna. Dalla particolare unione fra tradizione pagana e tradizione cristiana, come avviene per tantissime usanze della cultura italiana, ecco che nel tempo si è radicata la tradizione nelle famiglie di regalare datteri in occasione del Natale.
I datteri sono buonissimi in semplicità, ma se hai voglia di provare a dargli un tocco diverso puoi anche usarli in varie ricette. Ovviamente, con il loro alto concentrato di zuccheri, sono perfetti per i dolci: puoi impiegarli in biscotti, torte e dolcetti, oppure le li lasci ammollo per una notte, li denoccioli e li frulli con metà dell’acqua utilizzata otterrai una crema liscia da usare come farcitura oppure come dolcificante da usare al posto dello zucchero.
Inoltre i datteri possono essere usati anche per i piatti salati, non a caso in Marocco si trovano spesso anche in alcune variante di tajine, il tradizionale stufato di carne e verdure. Si sposano molto bene con carni rosse e bianche, come maiale, agnello e pollo, aggiungono un toco di dolcezza a stufati e brasati e sono ottimi per marinature salse e farciture. E se cerchi una ricetta furba per stupire gli ospiti a Natale, prova i datteri ripieni farciti con crema al mascarpone e gherigli di noce, sono facilissimi e gustosissimi.