Uno dei proverbi più antichi della nostra storia: risale addirittura all'antica Roma ed è citato nel Decamerone di Boccaccio e nella Divina Commedia di Dante. In realtà potremmo aver sempre travisato il suo vero significato.
La nostra lingua ha un problema con le focacce: anche se ci piacciono tantissimo a tavola, le trattiamo sempre male e le usiamo come dispregiativo. Prendi ad esempio "rendere pan per focaccia": è uno dei detti più antichi della nostra cultura e presuppone la vendetta. Questo modo di dire si usa quando, in cambio di un'offesa, ne provochiamo una ancora più grossa. Espressione usata anche usato perfino da Dante e Boccaccio, da dove deriva "rendere pan per focaccia"?
Possiamo dire che "render pan per focaccia" sia un sinonimo di "occhio per occhio dente per dente" o "ribattere colpo su colpo", ma è ancor più dispregiativo. Con le ultime due espressioni c'è un senso di equità, invece "pan per focaccia" è una vendetta effettuata con maggior asprezza, una reazione a un'offesa, un danno, un torto qualsiasi.
Questo modo di dire è antichissimo, addirittura lo troviamo nell'ottava novella dell'ottavo giorno del Decamerone di Boccaccio. A dirlo è la signora Zeppa alla signora Spinelloccio che l'accusa: "Madonna, voi m' avete renduto pan per focaccia", un episodio che puoi ritrovare anche nel Decameron n°2, la strana commedia erotica di Mino Guerrini datata 1972. Si ritiene che al tempo di Boccaccio questa espressione fosse molto utilizzata dal popolo, tant'è che la ritroviamo anche nella Divina Commedia, un po' rimpastata: "I' son frate Alberigo; i' son quel da le frutta del mal orto, che qui riprendo dattero per figo". In realtà l'origine del motto è tutt'oggi sconosciuta, sappiamo però che frasi simili si dicevano anche nell'antica Roma e avevano tutte lo stesso significato che diamo noi oggi al "rendere pan per focaccia".
Una probabile e rivoluzionaria spiegazione l'ha data Sabina Carollo, celebre aforista e studiosa dei modi di dire italiani. Secondo la saggista, questa espressione è sempre stata travisata, perfino da Dante e Boccaccio. Il significato sarebbe molto positivo e si rifarebbe alle usanze di buon vicinato: quando qualcuno riceveva in prestito della farina, faceva delle focacce per tutti i vicini di casa che, da par loro, ricambiavano con del pane in un loop infinito di buone maniere che si sarebbe protratto nel tempo.