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18 Gennaio 2025 11:00

“Perché si chiama così?” 8 piatti che prendono il nome da personaggi famosi

Margherita, Victoria e Charlotte erano delle regine, Pavlova una ballerina, mentre Wellington e Sandwich dei nobili britannici. Andiamo alla scoperta delle personalità che ci celano dietro ad alcuni dei piatti più popolari.

A cura di Federica Palladini
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L’universo del cibo ha un potenziale infinito di storie da raccontare, ed è (anche) per questo che non smette di affascinare appassionati e addetti ai lavori. Un universo costellato di falsi miti, che a volte è meglio sfatare, e da leggende che, invece, portano con sé un tocco di costume e folklore che completa il profilo di un ingrediente o una ricetta. A stimolare la curiosità, sono spesso gli aneddoti che accompagnano le origini di un piatto, tra incidenti di percorso, scoperte casuali e personalità che legano indissolubilmente il loro nome a una preparazione. Per esempio, perché il sandwich si chiama così? E a quale “Charlotte” fa riferimento l’omonima torta? Di seguito abbiamo selezionato 8 piatti celebri che prendono il nome da personaggi altrettanto famosi, tra teste coronate, nobili, ballerine e pittori.

1. Pizza Margherita per la regina (forse)

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Iniziamo con un grande classico tricolore: la pizza Margherita, con pomodoro e mozzarella. Fino a poco tempo fa, complice anche un documento esposto alla pizzeria Brandi di Napoli, la paternità veniva attribuita senza se e senza ma al pizzaiolo Raffaele Esposito, che l’aveva inventata nel 1889 per la regina Margherita di Savoia in visita nella città partenopea: una volta assaggiata, la donna ne rimase entusiasta, tanto che la pizza prese il suo nome. Un fatto realmente accaduto oppure uno dei tanti miti legati al cibo? In parte si propende per la seconda ipotesi: il condimento più famoso non era inedito, ma già diffuso, insieme a tanti altri, e quindi non fu pensato appositamente per l’occasione. In più, nel suo libro "Storia della Pizza. Da Napoli a Hollywood", Luca Cesari mette anche in dubbio che la regina Margherita abbia davvero gustato questa pizza, in quanto non ci sono tracce nelle cronache. Il dibattito, come sempre, resta aperto.

2. Filetto alla Wellington per il Duca

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Preparazione elaborata e complessa, si tratta di un filetto di manzo avvolto da funghi, prosciutto e pasta sfoglia, perfetto da servire nelle occasioni di festa. In tempi moderni lo hanno reso popolare prima la famosa cuoca Julia Child e poi lo chef Gordon Ramsay. In realtà, si tratta di una ricetta che affonda le sue radici nel XIX secolo e porta il nome del suo più grande estimatore, Sir Arthur Wellesley, Duca di Wellington, generale britannico passato alla storia per aver sconfitto Napoleone a Waterloo. Si narra che a tavola avesse gusti molto difficili e che rendesse complicata la vita dei cuochi: a soddisfarlo c’era un unico piatto, un arrosto in crosta che ricordava nella forma i suoi stivali, gli altrettanto celebri Wellington boots.

3. Il carpaccio e il pittore

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Con il termine carpaccio ormai si intendono in senso lato fettine sottilissime crude di carne, pesce e verdure, da servire solitamente con condimenti semplici, per esaltare il sapore della materia prima di altissima qualità. Le diverse interpretazioni, però, nascono tutte da un piatto originale, inventato nel 1950 da Arrigo Cipriani nel suo Harry’s Bar di Venezia: per poter deliziare a tavola una sua amica, la contessa Amalia Nani Mocenigo, impossibilitata nel mangiare carne cotta, mise a punto questa ricetta a base di carne di manzo tagliata molto finemente e guarnita con una salsa maionese. Nel momento di battezzare la creazione, il nome ricadde sul famoso pittore rinascimentale Vittore Carpaccio, celebrato quell’anno nella città lagunare con un’importante mostra.

4. Pavlova

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L’elegante dessert prende il nome da Anna Pavlovna Pavlova, probabilmente la più famosa ballerina russa del XX secolo, nata nel 1881 a San Pietroburgo e morta nel 1931 a Le Havre, nei Paesi Bassi, a soli 49 anni per l’aggravarsi di una polmonite. I natali del dolce a base di meringa, panna montata e frutti rossi non sono russi, ma australiani: nonostante le versioni siano diverse, il fil rouge che le unisce è la dedica ad Anna Pavlova approdata in Australia e in Nuova Zelanda per un tour nel 1926. C’è chi dice sia stato inventato durante il soggiorno della ballerina e chi, invece, sostiene che sia una dedica d’amore postuma del pasticcere Berth Sachse, rimasto folgorato dalla sua bellezza e che, anni dopo, appresa la notizia della scomparsa, abbia confezionato la torta in sua memoria.

5. Sandwich e il suo conte

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Ecco il panino a stelle e strisce per antonomasia, da farcire in modo generoso con diversi tipi di ingredienti, tradizionali o più creativi. Un piatto da mangiare rigorosamente con le mani, anche quando reinterpretato in chiave gourmet. Perché si chiama così? Il nome deriva dal titolo nobiliare di John Montagu, quarto conte di Sandwich, che fu un ammiraglio e diplomatico britannico vissuto nel Settecento. La sua passione erano le carte: si dice, infatti, che non mollasse mai il tavolo da gioco. E visto che non si alzava neppure per mangiare, il cibo gli veniva portato direttamente durante le partite, sotto forma di due fette di pane imbottite di carne.

6. Victoria sponge cake e la regina

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Viaggiamo ancora indietro nel tempo, nell’Inghilterra vittoriana. Seduta al trono c’è, appunto, la Regina Vittoria, che solo Elisabetta II supererà in termini di longevità del regno: 70 anni e 214 giorni, contro 63 anni e 216. Se la trisnipote sappiamo non disdegnasse drink come Martini e Gin Tonic, l’antenata era molto ghiotta di dolci. A essere tramandata con il nome della sovrana è la Victoria sponge cake, conosciuta anche come Victoria sandwich cake o Victoria sponge, protagonista dell’afternoon tea, rituale che vede la luce nello stesso periodo, sembra per merito di una dama di compagnia, la duchessa di Bedford che teneva così a bada i morsi della fame prima di cena. Il dolce si compone di due dischi soffici e spugnosi realizzati con un impasto simile al pan di Spagna, ma più burroso, farciti con panna montata e confettura di lamponi: tradizione vuole che sia stato ideato per i più piccoli, che potevano soffocarsi con le preparazioni a base di frutta secca, ma conquistò subito anche gli adulti.

7. Kaiserschmarrn e l'imperatore

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Se un cibo vede al suo interno la parola Kaiser, il più delle volte il riferimento è a lui, l’Imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria (in carica dal 1848 al 1916), il marito della principessa Sissi, per intenderci. La (presunta) storia sulla nascita del kaiserschmarrn, ovvero “il dolce dell’imperatore”, è una delle più divertenti, con al centro un cuoco che per rimediare a un errore, ça va sans dire, inventa una specialità. La leggenda è più o meno questa: Francesco Giuseppe vuole una crêpe, ma lo chef se la dimentica sul fuoco. La gira ugualmente, ma si rompe: così prova a recuperare riducendola a pezzetti, spargendo zucchero ed accompagnando il tutto con una confettura. Il risultato? Una “frittata” che ancora adesso ruba il cuore a chi l’assaggia.

8. Charlotte e la regina consorte

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I natali della scenografica Charlotte, nonostante il termine francese, sembrano essere inglesi: siamo nel XVIII secolo, e il dolce si presenta come un dessert caldo, preparato con pane imburrato, mele cotte e spezie, tipo pudding, un modo semplice per riutilizzare il pane raffermo e la frutta di stagione. Il nome sarebbe un omaggio alla regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie del re Giorgio III. Successivamente, secondo le narrazioni più accreditate, fu Marie-Antoine Carême, grande chef francese tra i pionieri della haute cuisine, a trasformare la torta in un dolce elegante e freddo, mettendo a punto la famosa Charlotte russe per lo zar Alessandro I: un guscio di savoiardi riempito con crema bavarese e sormontato da panna montata. Oggi il dessert si presenta in molte varianti, guarnito da fragole passando per limone e pesche, nonché declinazioni salate, con mousse, verdure e salumi.

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Quello che i piatti non dicono
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