Come la stragrande maggioranza delle uova, anche quelle prodotte dal tacchino sono commestibili, ma allora perché non si mangiano? La risposta è semplice ed è solo una questione di produzione: il tacchino ne produce pochissime e quindi sono insostenibili a livello di costi per gli allevatori.
Quaglia, oca, piccione, persino struzzo: le tipologie di uova di volatili (e non solo) che impieghiamo in cucina sono tantissime, eppure nell’elenco spicca un grande assente. Ti sei mai chiesto come mai le uova di tacchino non le trovi in vendita e, generalmente, non le mangi?
Se pensi che non siano commestibili ti sbagli: sono molto buone, grandi quasi il doppio del classico uovo di gallina e facilmente riconoscibili per il colore del guscio, pieno di puntini marroni. Il problema del consumo delle uova di tacchino è un altro ed è legato alla produzione.
I tacchini infatti producono pochissime uova e quindi i costi per gli allevatori saranno sempre molto più alti rispetto al ricavo che otterrebbero. Proprio per questo le uova di tacchino sono rare e difficili da trovare, caratteristica che le rende anche molto pregiate.
Come abbiamo accennato le uova di tacchino si distinguono dalle uova di gallina prima di tutto per il loro aspetto esteriore: il guscio è più spesso, chiaro ma ricoperto da piccole chiazze marroni, e le dimensioni sono leggermente più grandi.
All’interno si presentano praticamente identiche, mentre al gusto chi le ha assaggiate assicura che il loro sapore è molto più ricco, intenso e morbido rispetto al sapore dell’uovo di gallina. Quello che rende davvero speciali le uova di tacchino, però, sono le proprietà nutritive.
Sono molto più ricche, infatti di proteine, ferro, acido folico e vitamina B12, un vero e proprio super alimento che può essere particolarmente utile per il nostro organismo a livello nutrizionale e da più punti di vista.
A questo punto dovrebbe venire spontaneo chiederti perché, se l’uovo di tacchino è così buono e così ricco di benefici, non viene commercializzato. Il motivo, come abbiamo iniziato a spiegare nell’introduzione, parte a monte, ovvero dal tacchino stesso.
È un animale, infatti, che depone pochissime uova, una o massimo due a settimana; farne di più per il tacchino risulta non solo molto difficile, ma anche estremamente debilitante. Inoltre inizia a deporre molto tardi, intorno a circa 7 mesi di vita contro i 5 che impiega la gallina a raggiungere lo sviluppo.
Avviare un allevamento di tacchini solo per ottenerne le uova richiederebbe quindi tempi molto lunghi ma spese significative a livello di mantenimento (essendo più grandi, i tacchini richiedono più spazio e più cibo delle galline), a fronte di un prodotto che comunque l’allevatore otterrebbe in piccola quantità e che non riuscirebbe a compensare le spese sostenute.
Proprio per questo l’uovo di tacchino è praticamente introvabile in commercio. L’unico modo di procurartelo è conoscere qualche produttore locale o contadino che dispone di un tacchino e che rivende le poche uova deposte dall’animale.