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27 Dicembre 2022 13:00

Perché mangiamo cotechino o zampone a Capodanno? La storia dietro il salume portafortuna

Cotechino o zampone con contorno di lenticchie: tutti lo cucinano, in pochi lo mangiano ma è uno dei portafortuna per eccellenza della cultura italiana. Scopriamo perché.

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È l'ultimo dell'anno, la sera del 31 dicembre: un cenone sontuoso con tutte le pietanze che ti piacciono di più. Scocca la mezzanotte e compare un'altra, l'ennesima, portata: zampone o cotechino e lenticchie. Non possono proprio mancare anche se spesso arriviamo a questo punto della serata già strapieni di cibo ma non c'è niente da fare: almeno un pezzetto lo devi assaggiare. Perché questa imposizione? La risposta è facile e la conoscono un po' tutti: si dice che porti fortuna. Ma perché mangiare proprio il cotechino a Capodanno porta bene? Scopriamolo insieme.

Dalla Bibbia a Pico della Mirandola: lo zampone è leggenda

Le lenticchie sono facili: portano bene perché ricordano le monete d'oro e sono sempre prese ad esempio di magnanimità. È uno dei legumi più antichi di cui si ha conoscenza ed è sempre associato al "minimo" da donare a chi non ha neanche quel poco. La zuppa di lenticchie è citata perfino nell'Antico Testamento, con Esaù che decide di donare tutti i propri averi in cambio di un piatto di zuppa di lenticchie.

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Per quanto riguarda zampone e cotechino la motivazione è più "subdola". Innanzitutto dobbiamo guardare la composizione dei due prodotti: sono insaccati molto grassi e questo da sempre è un simbolo di ricchezza, rimandando a un futuro prossimo fatto di finanze rigogliose.

Se proprio dobbiamo dirla tutta, secondo la superstizione, è solo lo zampone ad avere dei "poteri magici", a raccontarlo è addirittura Pico della Mirandola, uno dei filosofi più importanti del ‘400: il nobile modenese avrebbe consigliato (secondo la leggenda) di macellare i maiali e di mettere la loro carne all'interno della cotenna e delle zampe dei suini, insieme alle spezie, per conservarla più a lungo e avere maggiori scorte di cibo durante un assedio. Stando ai racconti popolari l'idea avrebbe funzionato e, da allora, mangiare lo zampone porterebbe prosperità e soprattutto fortuna.

Questa storia è abbastanza vera ma non del tutto: pare infatti che lo zampone sia effettivamente nato a Mirandola, in provincia di Modena, a causa della necessità di conservare la carne il più a lungo possibile durante i periodi di magro ma l'assedio della Mirandola di Papa Giulio II è un assedio che si svolge dal 19 dicembre 1510 al 20 gennaio 1511, quasi 20 anni dopo la morte di Giovanni Pico. Il risultato non cambia moltissimo: è probabile che la leggenda abbia sfruttato la fama del grande umanista per migliorare il "brand" dello zampone.

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Quello che i piatti non dicono
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