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18 Novembre 2024 11:22

Perché le pastaie di Bari Vecchia stanno scioperando? Facciamo luce sulla faccenda

Le orecchiette più virali del web sono sotto accusa di giornalisti e food blogger: molte orecchiette sarebbero industriali, altre vengono fatte su tavoli sporchi e ci sono gravi carenze igienico-sanitarie nei ristoranti improvvisati tra le vie della città. Le pastaie si difendono: "Le nostre orecchiette sono fatte a mano e poi essiccate per garantirne la conservazione".

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Le iconiche orecchiette fatte a mano nel cuore di Bari Vecchia sono al centro di una polemica che rischia di minare una tradizione secolare. Da sempre simbolo della città e protagoniste di spot internazionali, queste piccole paste sono finite nel mirino di alcune accuse che ne mettono in dubbio l'autenticità. Secondo il Corriere del Mezzogiorno un turista avrebbe denunciato con un video la "truffa" delle orecchiette: sarebbero infatti industriali e non fatte a mano come sembra a prima vista. Il video ha scatenato molta indignazione e ci sono delle indagini in corso perché sono stati trovati degli scatoloni pieni di orecchiette industriali provenienti da Altamura che hanno ulteriormente alimentato i sospetti. Le pastaie hanno deciso di scioperare per mezza giornata ma continueranno nei prossimi giorni a scioperare a intermittenza.

Una storia su cui far luce

I dubbi sono stati sollevati da alcuni food blogger e servizi giornalistici che hanno parlato anche di scarse condizioni igieniche in ristoranti improvvisati in case private. Per rispondere a quelle che definiscono "solo fesserie", le pastaie hanno deciso di scioperare con "una rivolta" a intermittenza. Nella mattinata di ieri, nel vicolo Arco basso, di fronte all'imponente Castello Svevo, non c'erano i soliti telai carichi di pasta e farina, e neppure le signore con le mani in pasta. Tutto era fermo per protesta. Questo perché secondo le pastaie anche quelle industriali trovate in giro sarebbero comunque artigianali ma essiccate altrove per poter essere poi portate a casa dai turisti. Una protesta pacifica che però mette a repentaglio un volano del turismo.

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La legittimità della presenza di queste donne in giro per la famosissima via Arco Basso, nel centro storico, nel quartiere noto come Bari Vecchia, è stata messa in dubbio nei giorni scorsi soprattutto da un servizio di "Mi manda Rai Tre": l'inchiesta ha svelato un lato oscuro delle orecchiette, mettendo in luce la presenza di presunti ristoranti abusivi allestiti all'interno di abitazioni private. La trasmissione televisiva ha mandato in onda un servizio che ha scosso l'opinione pubblica, mostrando immagini che documentano attività di ristorazione svolte in condizioni igieniche precarie e in violazione delle normative vigenti. Le telecamere hanno ripreso cucine domestiche trasformate in improvvisate cucine professionali, con pentole che bollivano su fornelli domestici e alimenti conservati in condizioni non idonee. Le immagini più eclatanti riguardano la preparazione delle famose orecchiette, simbolo gastronomico della città, che venivano lavorate su tavoli sporchi, a contatto con i più disparati oggetti di uso quotidiano.

Un altro aspetto critico emerso dall'inchiesta è la vendita diretta delle pietanze preparate nelle abitazioni, spesso a turisti ignari. Questa pratica, oltre a violare le norme igienico-sanitarie, potrebbe costituire concorrenza sleale nei confronti dei ristoranti regolarmente autorizzati. La questione ha suscitato un ampio dibattito sulla necessità di garantire la sicurezza alimentare e il rispetto delle norme igieniche, senza però compromettere le tradizioni culinarie locali. L'Associazione Home Restaurant Hotel ha cercato di chiarire che le attività di home restaurant, regolamentate da specifiche norme, sono diverse da quelle emerse dall'inchiesta, che sarebbero da considerarsi vere e proprie attività di ristorazione clandestine. Il Comune di Bari ha annunciato controlli più stringenti per contrastare il fenomeno dell'abusivismo e garantire la tutela dei consumatori. Dopo la trasmissione è stata anche aperta un’indagine della polizia annonaria (il dipartimento che si occupa della sicurezza del cibo): non è chiaro però se ci siano persone indagate e quali reati siano stati ipotizzati.

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Negli ultimi anni la vendita delle orecchiette nelle caratteristiche bancarelle di Bari Vecchia è stata al centro di diverse controversie. Dalle polemiche sui prezzi e sulle modalità di vendita, fino alle più recenti accuse sulla loro reale provenienza. Alcuni sostengono che non tutte le orecchiette siano fatte a mano, ma che parte della produzione provenga da industrie e venga spacciata come artigianale. Di fronte a queste accuse, le pastaie hanno deciso di incrociare le braccia, organizzando uno sciopero a intermittenza per far sentire la loro voce.

"Non c'è nessuna truffa", afferma Nunzia, una delle pastaie più rappresentative. "Le nostre orecchiette sono fatte a mano e poi essiccate per garantirne la conservazione, soprattutto per i turisti che le portano via. Vogliamo solo lavorare in modo sereno e rispettare le regole". Le pastaie si sono comunque dette disponibili a trovare un compromesso che possa permettere loro di mettersi in regola sia a livello sanitario sia a livello fiscale, proseguendo in questa attività tradizionale. Secondo loro il comune non avrebbe neanche risposto alle richieste, facendo finta di non vedere che queste attività si svolgono in maniera massiccia da anni.

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha espresso la sua vicinanza alle artigiane, sottolineando l'importanza di tutelare una tradizione così radicata e di grande valore turistico. Allo stesso tempo, ha ribadito la necessità di garantire la sicurezza alimentare e il rispetto delle norme igienico-sanitarie. All'Ansa ha detto che questa tradizione "risale ai nonni dei nostri nonni: la strada delle orecchiette esercita un richiamo turistico straordinario perché è sempre stata fino a ora testimonianza di autenticità. Tutto ciò va salvaguardato, unitamente alla tutela dei consumatori e degli acquirenti. Le artigiane di Bari vecchia potranno essere accompagnate dall'amministrazione comunale in un percorso virtuoso che consenta di tenere in vita tradizione, appeal turistico e rispetto delle regole". Con queste attività a Bari Vecchia vivono molte famiglie e queste proteste dovrebbero continuare nei giorni a venire.

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Quello che i piatti non dicono
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