Le chiacchiere di Carnevale sono uno dei dolci più antichi d'Italia. Hanno mille nomi e sono diffuse in tutto il mondo ma perché a Napoli le chiamano così?
Le chiacchiere di Carnevale sono un dolce dai mille nomi: a Roma sono le cenci, in Sardegna le meraviglie, a Bologna le sfrappole. La ricetta è però univoca, cambia solo per delle inerzie: farina, uova, lievito e un bicchierino di alcool (sambuca, vin santo, grappa o marsala a seconda delle tradizioni regionali). Ma per quale motivo a Napoli questi dolci si chiamano proprio "chiacchiere"? Vediamo la leggenda legata a questo nome fantasioso.
Le chiacchiere sono un dolce facilissimo da fare, diffuso in tutta Europa e nelle zone del mondo in cui c'è una forte presenza di emigranti italiani. Tradizionalmente preparate durante il periodo di Carnevale, la loro tradizione risale addirittura all'antica Roma: un tempo si chiamavano frictilia, preparate in occasione di Saturnali e Baccanali, coincidenti al mese di febbraio. Proprio in virtù della semplicità della ricetta e del basso food cost, anche durante il Medioevo abbiamo continuato a cucinare questi dolci sfiziosissimi. La tradizione cristiana non fa altro che rimarcare una tradizione più antica, festeggiando così il periodo antecedente alla Quaresima.
A seconda della zona in cui ti trovi l'origine del nome cambia e di conseguenza cambia la leggenda. La variante più diffusa è sicuramente quella della "chiacchiera", la cui fantasiosa storia affonda le proprie radici nel tardo ‘700, a Napoli. Protagonisti di questa leggenda due personaggi che vengono continuamente presi in considerazione nella storia della pizza: parliamo della regina Margherita di Savoia e di Raffaele Esposito, il pizzaiolo che avrebbe inventato la pizza da dedicare alla moglie di Vittorio Emanuele II.
Secondo la vulgata popolare le chiacchiere avrebbero assunto questa nomenclatura grazie a una trovata di Esposito: la regina chiede un dolce da gustare in compagnia, durante i pomeriggi con i tanti ospiti a corte. Il locandiere partenopeo, divenuto cuoco del re, prende la palla al balzo e "inventa" un "nuovo" dolce: le chicchiere, proprio in virtù dell'esigenza di convivialità di Margherita. In realtà non sappiamo nulla sull'origine del nome delle chiacchiere e questa è solo una leggenda. Cosa ancor più incredibile: è probabile che Raffaele Esposito non sia mai esistito. La vicenda legata alla pizza Margherita è stata ampiamente smentita nel corso degli anni, proprio mettendo in dubbio la figura stessa di questo cuoco. È probabile dunque che Esposito fosse visto solo come un archetipo del monzù partenopeo e che molte cose siano state "firmate" da quest'uomo dal cognome così diffuso a Napoli.