Con la sua scopa e il suo sacco pieno di dolci, la Befana è la protagonista indiscussa dell'Epifania: una figura che incanta grandi e piccini. Ma perché proprio lei e perché porta dolci o carbone?
Chi non ha mai atteso con trepidazione la notte dell'Epifania, sperando di trovare la calza piena di dolci lasciata appesa al camino? La Befana, con la sua scopa e il suo sacco pieno di leccornie, è una figura che affascina grandi e piccini. Ma perché proprio la Befana porta i dolci? E quali sono le origini di questa tradizione così amata? In questo articolo scopriremo insieme le particolari storie e leggende che si celano dietro questa figura misteriosa.
Il legame tra la Befana e l'Epifania affonda le sue radici in una miscela di tradizioni pagane e cristiane che si sono intrecciate nel corso dei secoli. L'Epifania è una festività cristiana che celebra l'arrivo dei Re Magi a Betlemme per adorare Gesù Bambino: rappresenta la manifestazione di Gesù Cristo al mondo e la sua rivelazione come Figlio di Dio. La Befana, invece, è una figura più popolare e leggendaria, associata alla notte tra il 5 e il 6 gennaio: una vecchia signora che, secondo la tradizione, vola su una scopa portando doni (solitamente dolci) ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. Nel corso dei secoli, la figura della Befana si è arricchita di elementi tratti da diverse tradizioni, sia pagane sia cristiane: ad esempio, la sua associazione con la scopa e il volo potrebbe avere radici in antiche credenze legate alla stregoneria e alla magia.
Qual è il legame tra le due figure? L'Epifania, con la sua celebrazione dell'arrivo dei Re Magi, coincide con la notte in cui si festeggia la Befana. Questa sovrapposizione ha portato a una fusione tra le due figure, creando un'unica celebrazione ricca di significati. La Befana, con il suo carico di doni, rappresenta la generosità e la ricompensa per i comportamenti virtuosi, in linea con i valori cristiani legati all'Epifania. Ecco alcune delle teorie più diffuse sul legame fra la festa dell'Epifania e la figura della befana:
La storia più conosciuta narra che la Befana, una semplice donna di casa, incontrò i Re Magi mentre erano in cammino verso Betlemme per adorare Gesù Bambino. Invitata a unirsi a loro, rifiutò inizialmente, ma poi, pentita, decise di mettersi alla loro ricerca. Preparò un cesto pieno di dolci e si mise a bussare a ogni porta, sperando di trovare Gesù e offrendogli i suoi doni. Non riuscendo a trovarlo, continuò a portare dolci a tutti i bambini che incontrava, nella speranza che uno di loro fosse il Bambino.
Prima dell'avvento del cristianesimo, molte culture celebravano il solstizio d'inverno con feste e rituali legati alla fertilità e alla rinascita. Si crede che la figura della Befana possa avere radici in queste antiche divinità femminili, associate alla natura e al ciclo delle stagioni. I dolci, in questo contesto, potrebbero simboleggiare la prosperità e l'abbondanza del nuovo anno.
Con la diffusione del cristianesimo, molte tradizioni pagane vennero riadattate e cristianizzate. La figura della Befana si trasformò così in una strega buona, che portava dolci ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi, in parziale analogia con la figura di Santa Lucia.
I dolci sono da sempre associati alla gioia, alla festa e alla dolcezza: rappresentano un premio per i bambini buoni e un modo per celebrare l'Epifania. Inoltre, c'è un richiamo alla tradizione contadina: in passato, i dolci erano un alimento prezioso e poco diffuso, soprattutto nelle famiglie più povere. Ricevere un dolce dalla Befana era quindi un evento molto atteso e desiderato dai bambini.
Ma il carbone, cosa c'entra? Anche qui le spiegazioni sono molteplici: anche il carbone è legato ai riti propiziatori e simbolici. In molte culture antiche, infatti, il fuoco era considerato un elemento purificatore e di rinnovamento. Bruciare vecchi oggetti o simboli dell'anno passato era un modo per allontanare le energie negative e prepararsi a un nuovo inizio. In alcune regioni d'Italia, era ed è ancora usanza bruciare fantocci di paglia o stracci per propiziarsi un buon raccolto o per allontanare gli spiriti maligni. Il carbone, come residuo di questi falò, era associato a questo rito propiziatorio.
Con l'avvento del cristianesimo, il carbone ha assunto anche un significato più morale: veniva visto come una sorta di "punizione" simbolica per i bambini che non si erano comportati bene durante l'anno, in contrapposizione ai dolci destinati ai più buoni.