Perché il maritozzo si chiama così e cosa c'entra il matrimonio? Da cosa deriva il nome e a quando risale la prima ricetta di questa particolare preparazione? Pare ne facessero una (molto simile) gli antichi Romani.
È probabilmente il dolce romano per eccellenza. Tra le preparazioni, più in generale, maggiormente iconiche della gastronomia capitolina, capaci di conquistare anche i palati dei giapponesi. Se ci si trova nella miglior città a tema food del 2023 e si ha voglia di dolce, allora tutte le strade portano al maritozzo. Questo panino dolce dalla forma ovale più o meno allungata, tagliato a metà e farcito di panna (meglio se appena fatta e montata), è un autentico must per chiunque volesse provare qualcosa di tipico all'ombra del Colosseo. Dolce, sì, ma realizzato anche in non poche versioni salate.
Una preparazione alla quale è difficile dire di no, pure da chi non è così amante dei dolci. Il maritozzo con la panna è un'icona della gastronomia romana, simbolo della Città Eterna ma replicato anche nel resto del Lazio, diventato quasi un rappresentante della tradizione cibaria dell'intera Regione. Ma per quale motivo ha un nome così peculiare e originale? Da cosa deriva la denominazione ‘maritozzo‘ e c'entrano davvero mariti e matrimoni? Beh, sembra proprio di sì.
Questa storia non poteva che affondare le sue radici nella tradizione popolare romana. Va detto come già nell'antica Roma esistesse una variante simile all'odierno maritozzo, quasi un antenato del dolce che conosciamo noi. Si trattava di fatto una pagnotta realizzata con farina, uova, burro, sale e addolcita con l'aggiunta di miele: rappresentava uno dei pasti per i pastori che passavano la giornata a lavorare nei campi. Non si chiamava, ovviamente, maritozzo, il nome sarebbe arrivato tempo dopo, grazie a una storpiatura e al dialetto popolare romano.
Come si intuisce facilmente, infatti, tutto deriva dal termine ‘marito‘. Ma che cosa c'entrano i matrimoni? Stando alla leggenda pare come questo panino dolce fosse regalato il primo venerdì del mese di marzo (in passato rappresentava una ricorrenza simile all'odierno San Valentino, giorno istituito a ridosso dell'anno 500) dal futuro marito alla sua promessa sposa, nascondendo spesso al suo interno il regalo di fidanzamento. Le ragazze erano solite definire il proprio compagno ‘maritozzo' e, da questa usanza popolare, il termine è stato legato anche al tipico dolce.
Non solo, con il tempo il maritozzo è diventato anche un dolce col quale, in particolar modo nei paesi di campagna fuori Roma, le giovani donzelle, ancora single, tentavano di trovare marito. Prendendo di fatto metaforicamente per la gola ragazzi allo stesso modo in cerca della loro dolce (tanto siamo in tema) metà. Si diffuse infatti l'usanza di preparare queste pagnottelle farcite e portarle nella piazza del proprio paese, destinate a coloro che lì giungevano per trovare la futura fidanzata e moglie.
Che il maritozzo sia una delle cose più buone in circolazione è un dato di fatto, ma addirittura definirlo Santo? La storia de ‘Er Santo Maritozzo‘ si rifà a quando, in epoca medievale, questo era l'unica preparazione con la quale (pare) si potesse interrompere il digiuno quaresimale. Il solo peccato di gola concesso, quindi definito scherzosamente in questo modo perché permetteva alle persone mangiare in un periodo di penitenza, facendolo con grande gusto e una buona dose di calorie. Santo maritozzo!