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12 Ottobre 2024 16:00

Perché il caffè si chiama così?

Di caffè ne bevi sicuramente tantissimo come tutti gli italiani, eppure anche se ne siamo grandi consumatori non tutti conoscono l’origine del suo nome. La bevanda più amata del mondo, infatti, ha un nome dalla storia affascinante: tutto nasce dalla parola turca qahve, che a sua volta proviene dall’arabo qahwa.

A cura di Martina De Angelis
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Nessuna bevanda al mondo è amata quanto il caffè: pensa che ogni secondo se ne consumano circa 12.000 tazzine a livello globale, per un totale di circa 400 miliardi di tazzine l’anno. Il caffè, che sia il classico espresso italiano o una delle sue tante varianti mondiali, è una coccola irresistibile, in grado di dare energia ma anche di approfittare di un momento di pausa e convivialità.

Eppure sono tanti i falsi miti diffusi ancora su questa bevanda incredibilmente popolare, ma anche la scarsa conoscenza della sua storia: conosci, per esempio, da dove viene la parola caffè e come si è arrivati a utilizzarla per questo prodotto? Te lo raccontiamo noi.

L’origine della parola “caffè”

Proprio come esistono diverse storie riguardo all’origine del caffè esistono diverse versioni relative alla nascita del suo nome. Una delle più attestate è che sia nato dal termine turco qahve, la parola che venne usata quando il caffè si diffuse in Turchia per poi raggiungere le regioni asiatiche, l’Africa settentrionale e, infine, l’Occidente.

A sua volta, però, la parola turca sembra derivare da un’altra parola, questa volta araba: è il termine qahwa, tutt’oggi usato dagli arabi per indicare il caffè anche se non vuol dire esattamente questo. Si tratta di una parola che è usata per indicare una bevanda dagli effetti eccitanti e stimolati, inizialmente usata solo per il vino ma che, a partire dalla fine del XIV secolo, fu estesa anche al caffè.

Un’altra ipotesi tra le più diffuse è che la parola caffè arrivi invece dall’Etiopia, nello specifico dal termine kaffa che potrebbe riferirsi all’omonima regione dell’Etiopia sud-occidentale, nota per essere una terra in cui le piante di caffè crescevano spontaneamente e rigogliosamente, o alla città di Kaffa, dove si dive la bevanda nera fosse servita in riti collettivi e esportata in tutto l’Oriente in epoca medioevale.

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Dal termine arabo alla parola europea

Nel XVI e XVII i veneziani iniziarono a portare il caffè dall’Africa e, proprio grazie a loro, la bevanda si diffuse anche in Occidente: a quei tempi si prendeva senza zucchero, proprio come era abitudine nella terra di origine. E insieme al caffè, ovviamente, si è diffuso anche il suo nome, pur adattandosi al nuovo territorio.

Le prime prove storiche del termine “coffee” nella lingua inglese sono attestate nel 1582: in quest’anno la parola diventò di uso comune, derivato del termine olandese koffie. In Italia, invece, le prime attestazioni della parola caffè sono documentate tra Cinquecento e Seicento: il sostantivo viene già̀ usato nella Relazione degli ambasciatori veneti al Senato di Morosini nel 1585 e nel 1666 arriva la prima attestazione registrata dai vocabolari. Nell’Ottocento il caffè è una bevanda così popolare da essere una parola ampiamente diffusa e usata persino nei testi di cucina.

Uno dei più strenui sostenitori del caffè è Pellegrino Artusi: nella sua Scienza in cucina ricorda che «questa preziosa bibita che diffonde per tutto il corpo un giocondo eccitamento, fu chiamata la bevanda intellettuale, l’amica dei letterati, degli scienziati e dei poeti perché́, scuotendo i nervi, rischiara le idee, fa l’immaginazione più̀ viva e più̀ rapido il pensiero».

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Fu proprio il "maestro" della cucina italiana a proporre una nuova ipotesi sull’origine del caffè come bevanda, origine tutt’ora incerta e su cui esistono tantissime leggende. Fino al XIX secolo le ipotesi più accreditate erano Etiopia e Persia, poi Artusi nel manuale La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene ipotizzò che il primo caffè provenisse da Mokha, città dello Yemen.

Qualunque siano le origini del caffè una cosa è certa: gli italiani hanno preso questa bevanda e l’hanno trasformata in qualcosa di tradizionale, facendolo diventare un vero simbolo della cultura italiana. Non è un caso che una delle parole italiane più diffuse al mondo, ad oggi, sia proprio caffè e che da essa siano nati anche una serie di “pseudo italianismi” (parole italiane create all’estero per associare al prodotto il prestigio dell’italianità) come si gli ormai celebri frappuccino e mocaccino.

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