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13 Novembre 2024 13:00

Perché i prodotti biologici costano di più dei prodotti convenzionali

Proviamo ad analizzare i diversi fattori che incidono di più sul prezzo dei prodotti biologici: ecco perché sono più costosi dei prodotti convenzionali.

A cura di Francesca Fiore
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Il cibo biologico è un lusso o una necessità? Sempre più spesso, sugli scaffali dei supermercati, troviamo prodotti contraddistinti dalla dicitura “biologico”: la scelta di consumare prodotti bio è dettata da una crescente consapevolezza dei consumatori verso temi come la salute, il benessere e la sostenibilità ambientale. Tuttavia, il prezzo più elevato di questi prodotti pone interrogativi sulla reale convenienza economica e sui fattori che influenzano il costo finale. Perché questi alimenti hanno un costo superiore rispetto a quelli convenzionali? Vediamo dunque quali sono le ragioni principali che giustificano il differente prezzo tra il cibo biologico e quello convenzionale, analizzando i fattori più evidenti che entrano in gioco.

Perché il cibo biologico costa di più

L'agricoltura biologica rappresenta un'alternativa sostenibile e rispettosa dell'ambiente ai metodi di produzione convenzionali. Tuttavia, i produttori biologici devono affrontare sfide significative, tra cui costi di produzione più elevati. Ma quali sono i fattori che incidono sul prezzo finale dei prodotti biologici? Si tratta di fattori di diversa natura:

1. I metodi di coltivazione

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Partiamo dal campo e quindi dal tema della manodopera: l'agricoltura biologica, infatti, richiede una maggiore quantità di lavoro manuale rispetto a quella convenzionale. Le erbe infestanti vengono eliminate a mano, le malattie delle piante vengono curate con rimedi naturali e la raccolta avviene spesso manualmente. Le sementi biologiche sono spesso più costose di quelle convenzionali, in quanto sono prodotte senza l'uso di OGM e di trattamenti chimici.

Nell'agricoltura biologica non si usano fertilizzanti o additivi chimici: si tratta di uno dei principi base di questo metodo. I fertilizzanti organici, come il compost e il letame, sono però più costosi dei fertilizzanti chimici: la loro produzione, inoltre, richiede tempo e risorse aggiuntive. Anche l'eliminazione delle infestanti in agricoltura biologica avviene principalmente attraverso metodi meccanici (es. sarchiatura) o con l'utilizzo di coperture vegetali: anche in questo caso si tratta di metodi sono più laboriosi e costosi rispetto all'uso di erbicidi chimici. Un altro punto cardine dell'agricoltura biologica nello specifico è la rotazione delle colture: una pratica fondamentale per mantenere la fertilità del suolo e prevenire l'insorgenza di malattie. Tuttavia, questa pratica può ridurre la resa a breve termine.

I prodotti biologici devono rispettare tendenzialmente la stagionalità, cosa che va di pari passo con la rotazione delle colture: questo può comportare fluttuazioni di prezzo durante l'anno. L'offerta di prodotti biologici, infine, può essere limitata in alcune zone geografiche particolarmente impervie o per prodotti che arrivano da territori in cui il trasporto è più complesso di altri.

Tutto questo fa sì che la resa per ettaro del biologico sia inferiore rispetto a quella convenzionale, che sfrutta il terreno in modo intensivo e non estensivo. La quantità di prodotto che si può ottenere con l’agricoltura biologica può arrivare a essere addirittura dimezzata, al pari delle altre condizioni, rispetto al metodo convenzionale.

2. La certificazione biologica

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Uno dei metodi principali per distinguere il biologico dal cibo convenzionale è l'etichettatura. Ma l'etichettatura viene apposta solo dopo controlli rigorosi e frequenti da parte di specifici organismi di certificazione. Questi controlli servono a garantire che i prodotti siano conformi alle norme biologiche e che non vi siano contaminazioni da sostanze chimiche: il tutto però ha dei costi.

Quanto costa la certificazione biologica? Questo dipende da diversi fattori come la grandezza dell'azienda (aziende più grandi generalmente hanno costi di certificazione più elevati rispetto a quelle più piccole), il tipo di produzione (la complessità del sistema produttivo e il numero di prodotti certificati influiscono sul costo) gli organismi di certificazione (ogni organismo ha il proprio tariffario, che può variare in base ai servizi offerti e alla propria struttura organizzativa) e la frequenza dei controlli.

È difficile fornire un costo preciso, in quanto come detto varia molto. Ci sono dei costi fissi, che comprendono ad esempio una quota annuale fissa che copre i costi amministrativi e i servizi di base, ma anche quelli per le spese per la documentazione, le analisi di laboratorio e le visite ispettive, e dei costi variabili, che invece dipendono dai fattori elencati sopra. Possono variare da poche centinaia a diverse migliaia di euro all'anno.

3. La distribuzione

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A incidere sul prezzo c'è anche il problema dei canali distributivi: i prodotti biologici spesso seguono canali distributivi più corti che limitano l'uso di intermediari e consentono di mantenere una maggiore resa economica del prodotto. Tuttavia, questi canali distributivi possono essere meno efficienti e più costosi. Infine gli imballaggi: per i prodotti biologici devono essere conformi a specifiche normative e spesso sono realizzati con materiali riciclabili o biodegradabili, che possono avere un costo maggiore rispetto agli imballaggi convenzionali.

4. Le dimensioni del mercato

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Un elemento che si tende a lasciare da parte è quello delle dimensioni del mercato, ancora non del tutto sviluppato in Italia. Il consumo di prodotti biologici, nel nostro Paese, non è così diffuso come si potrebbe pensare dato il nostro passato contadino, anche se l'Italia è uno dei leader europei in termini di superficie agricola dedicata alla produzione biologica, eppure la domanda non sostiene la produzione. Secondo i dati pubblicati dal SINAB nel report “Bio in cifre 2024”, si riscontra nel 2023 un incremento dei consumi biologici nel canale della grande distribuzione pari al +5,2 %, anche se la quota di biologico sul valore totale del comparto agroalimentare italiano scende del 3,5%.

Per rendere il prodotto biologico accessibile a tutti bisognerebbe senz’altro lavorare sulla sua diffusione sviluppando volumi di vendita maggiori: una migliore rotazione delle materie prime e dei prodotti consentirebbe di avere margini migliori e magari di abbassare i costi e il prezzo finale dei prodotti.

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