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1 Ottobre 2024 16:00

Perché i mostaccioli di San Francesco si chiamano così? Ce lo spiega Barbero

Il nome "mostaccioli di San Francesco" è un omaggio sia alla storia di questo dolce, che affonda le sue radici nell'antica Roma, sia al profondo legame che univa San Francesco e la nobildonna romana Jacopa dei Settesoli secondo Alessandro Barbero.

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I mostaccioli di San Francesco prendono il loro nome da una leggenda che collega il santo di Assisi a questi dolci tradizionali. Secondo il racconto, San Francesco d'Assisi, durante uno dei suoi viaggi, ricevette in dono un dolce chiamato "mostacciolo" da una donna devota di Alvito, un piccolo paese della Ciociaria, nel Lazio. La donna aveva preparato questi biscotti speziati e profumati per ringraziare il santo della sua visita e dell’opera che stava compiendo.

La ricetta dei mostaccioli, a base di farina, miele e spezie, era diffusa già in epoca Romana, e sembra che il nome derivi dal latino "mustaceum", un tipo di dolce preparato con mosto d'uva, molto simile ai mostaccioli. Tuttavia, la versione legata a San Francesco si distingue come un’offerta speciale al santo e ha guadagnato una forte associazione con la figura francescana, in particolare nelle zone del Lazio, dell'Umbria e del Sud Italia. Questa connessione spirituale ha contribuito a dare al dolce il nome "mostaccioli di San Francesco".

Cosa sono i mostaccioli di San Francesco e perché si chiamano così

Una spiegazione a questo curioso nome la dà il professor Alessandro Barbero in una conferenza tenutasi presso l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in occasione del suo 20° anniversario. Durante l'evento, è stato esplorato il tema fondamentale dell'utilizzo del cibo come strumento per l'educazione e la trasformazione sociale. Il professore, con la sua solita verve, ha raccontato molte storie legate alla cultura del cibo e tra queste ha colpito molto quella sui mostaccioli.

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Il nome si rifarebbe a una storia che si racconta sul frate: "Francesco sul letto di morte si ricorda all'improvviso della signora Jacopa dei Settesoli, una nobildonna romana, che tanti anni prima lo avrebbe ospitato in casa e gli avrebbe fatto assaggiare i mostaccioli" racconta Barbero. Il santo avrebbe così espresso il desiderio di mangiarli prima di morire e "ovviamente la donna, per ispirazione divina, era già partita da casa una settimana prima. Cinque minuti dopo la frase del santo, Jacopa bussa alla porta con i mostaccioli".

La ricetta di questi dolci sembra più natalizia che settembrina, non a caso al Sud i mostaccioli sono dolci tipici di Natale perché hanno le mandorle, il miele e la cannella che sono tutti aromi associati alle feste invernali nell'immaginario collettivo.

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