Hai mai consumato gli avanzi il giorno successivo a quello in cui li hai cucinati e li hai trovati più buoni? Non è un caso, né una questione di gola ma un vero procedimento scientifico. Alcuni alimenti, infatti, hanno proprio bisogno di fermarsi e riposare per dare il loro meglio.
È capitato a tutti almeno una volta: hai cucinato troppo cibo e, per non buttarlo, lo consumi il giorno dopo. E sorpresa, è ancora più buono! Come accade questa magia? Si tratta semplicemente di un processo scientifico che arricchisce alcuni ingredienti rendendoli ancora più buoni dopo una notte passata a riposare.
Non vale per tutti i cibi, ma nei casi in cui avviene questo processo il risultato è assicurato: un piatto già buono, consumato il giorno dopo diventa ancora migliore. Pensa alle lasagne, per esempio, che dopo una notte di riposo sembrano ancora più gustose.
Con l’aiuto della scienza ti spieghiamo perché alcuni piatti sono più saporiti il giorno prima, e ti suggeriamo anche quali ricette si prestano al riposo e quali, invece, è meglio consumare subito.
È la scienza stessa a spiegare come mai alcuni piatti risultano più gustosi se consumati il giorno dopo rispetto alla loro cottura. Come si legge nell’articolo di approfondimento pubblicato dall’Institute of Food Technologists, il miglioramento del sapore è dovuto a un meccanismo di natura scientifica. Alcuni componenti presenti all’interno degli alimenti, infatti, hanno bisogno di riposare per attivare alcuni processi che ne vanno a rinforzare la presenza, e quindi di conseguenza il gusto. Per esempio avviene con le proteine, che scomponendosi vanno a rilasciare aminoacidi come il glutammato e piccoli nucleotidi che rendono più saporito il gusto dell’umami.
Oppure avviene con la reazione di Maillard, una serie complessa di fenomeni che avvengono a seguito dell'interazione di zuccheri e proteine durante la cottura o, nel nostro caso, il riscaldamento degli avanzi. In questo modo si creano nuove molecole di sapore che vanno a intensificare il sapore del piatto.
Ne è esempio perfetto la ribollita toscana, composta in buona parte da un mix di componenti molto reattivi e che quindi, una volta riscaldati, danno alla ricetta una spinta di gusto notevole. Un altro esempio perfetto sono gli stufati: in questo caso è il collagene dei tagli impiegati che ha bisogno di riposare per catturare tutti gli aromi della salsa, ed ecco perché da tiepidi o addirittura il giorno dopo tendono a essere più saporiti.
Il segreto dei piatti riscaldati, quindi, è un insieme di tanti processi chimici e fisici che riescono a dare alla ricetta una spinta di gusto in più rispetto a quanto è stata cucinata. Generalmente questi processi avvengono in alcuni particolari alimenti, in particolare quelli che contengono un’alta quantità di grassi e quelli che sono molto speziati. Come abbiamo accennato la lasagna è il piatto per eccellenza del giorno dopo, così come gli stufati, ma rientrano nella categoria anche pietanze sostanziose come le polpette o parmigiana di melanzane.
Lo stesso discorso vale per la gustosa pasta e fagioli, per la ricca insalata di riso, per la fresca macedonia e per lo squisito tiramisù, ma anche per tantissime altre ricette come la zuppa inglese, ogni tipo di zuppa di legumi e le crostate.
In linea generale i cibi che andrebbero consumati appena cotti sono i fritti: tutto quello che viene impanato o pastellato dovrebbe essere mangiato al momento, altrimenti perde la croccantezza e non è più gustoso come se appena preparato. Gli unici fritti che possono essere consumati a distanza senza perdere la loro bontà sono quelli ripieni, come ad esempio arancini, supplì e crocchette di patate, molto buoni anche dopo un passaggio in forma.
E se proprio non vuoi rinunciare a consumare gli altri fritti il giorno dopo, come per esempio le patatine fritte, segui i trucchetti che ti suggeriamo per riportarli a nuova vita e renderli di nuovo deliziosi e croccantissimi.