Sì, anche se può sembrare strano, si può morire per un'overdose di acqua. Questa condizione, chiamata intossicazione da acqua o iperidratazione, si verifica quando si beve una quantità eccessiva di acqua in un breve lasso di tempo, superando la capacità dei reni di eliminarla.
Le etichettature in stile sigarette delle bottiglie di vino sono sempre più vicine a essere realtà ma il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida non ci sta e durante gli Stati Generali del Vino ha espresso grande preoccupazione riguardo le etichettature sanitarie sugli alcolici. A difesa della propria idea ha detto che qualsiasi sostanza, perfino l'acqua, può avere effetti negativi sulla salute. Lollobrigida ha sottolineato che l'acqua è essenziale, ma un consumo eccessivo può ugualmente portare conseguenze disastrose per la nostra salute. È ovviamente un paradosso anche perché innumerevoli studi scientifici dimostrano che il consumo di alcol è associato a rischi per la salute fin dal primo bicchiere. Ma può aver ragione Lollobrigida? Un eccesso di acqua può portare alla morte?
La prima causa che ci viene in mente quando pensiamo a "troppa acqua" è sicuramente l'annegamento. In linea del tutto teorica un corpo muore per "eccesso d'acqua" che va a occupare nei polmoni lo spazio che dovrebbe essere dell'ossigeno (detto in termini molto spiccioli).
In Italia il dibattito sull'alcol che fa male è particolarmente acceso. Recentemente, il ministro Lollobrigida ha revocato il divieto di commercializzare bevande a base di uva con basso contenuto alcolico come "vino dealcolizzato", permettendo la vendita di prodotti con meno dello 0,5% di alcol come "dealcolizzati" e quelli tra 0,5% e 8,5% come "parzialmente dealcolizzati". L'ultima notizia è però sull'acqua.
Sì, anche se può sembrare strano, si può morire per un'overdose di acqua. Questa condizione, chiamata intossicazione da acqua o iperidratazione, si verifica quando si beve una quantità eccessiva di acqua in un breve lasso di tempo, superando la capacità dei reni di eliminarla. Avrai sentito dire mille volte che l'acqua fa bene, che bisogna bere due litri al giorno e che non possiamo sopravvivere senza acqua, condizione primaria delle forme di vita conosciute. È tutto vero. Scommettiamo però che nessuno ti ha mai detto che questa innocua sostanza trasparente può pure ucciderti. Non con violenza come farebbe un mattone in testa o una tigre affamata ma in modo molto più subdolo: ti riempie così tanto che il tuo cervello finisce per annegare dentro il suo stesso corpo. Quindi sì, esiste una condizione chiamata intossicazione da acqua o iponatriemia da diluizione, che in casi estremi può essere mortale.
Ma come si fa a morire bevendo troppa acqua? Dobbiamo pensare che il nostro sangue è come un cocktail e come tale è ben bilanciato: ci sono i sali minerali, proteine e (se hai mangiato male) colesterolo sufficiente per far piangere un cardiologo. Se bevi troppa acqua in poco tempo diluisci troppo il sodio nel sangue: annacqui il cocktail. Il sodio è fondamentale per mantenere l'equilibrio dei fluidi nel corpo e permettere ai neuroni di funzionare.
Quando il livello di sodio precipita, come nel celebre caso di Jennifer Strange, le cellule cominciano a gonfiarsi, compresi i neuroni. Il cranio è un contenitore rigido e non ha spazio per ospitare i neuroni che si allargano e quindi il cervello si trova invaso da cellule rumorose e invadenti come se fosse Roccaraso nei weekend di gennaio. Di tutta risposta abbiamo mal di testa, confusione, convulsioni, coma e – in casi estremi – la dipartita verso l’aldilà. Per arrivare a questa cifra bastano, si fa per dire, 6 litri d'acqua in meno di tre ore. Con questo quantitativo il corpo comincia a dare segnali di cedimento: potresti sopravvivere ma passeresti un brutto quarto d'ora. Quindi se qualcuno ti dice che devi bere più acqua perché ti fa bene, non prenderlo troppo alla lettera: perfino il benessere può andare troppo oltre, un po' come dice Lollobrigida.