Oggi sei abituato a mangiare il gelato nelle coppette, regolarmente usa e getta, ma sai da dove arriva questa usanza? L’abitudine è nata in epoca vittoriana, ma non era esattamente igienica come oggi: ai tempi si chiamavano “penny licks” ed erano coppette leccate e riutilizzate senza essere pulite.
Può una semplice coppetta di gelato essere responsabile della diffusione di alcuni delle più tremende malattie della storia, tra cui il colera e la tubercolosi? Sì, se la coppetta in questione è la famigerata penny lick e se si parla dell’Inghilterra vittoriana. Oggi siamo abituati alle coppette usa e getta dove gustare le palline di gelato usando un piccolo cucchiaino monouso, ma all’epoca della loro invenzione questo sistema non era esattamente dei più igienici: i gelatai, infatti, usavano coppette di vetro che, però, non venivano lavate tra un uso e l’altro.
Quando gusti un gelato oggi, quindi, ricorda che devi essere grato alle leggi sanitarie entrate poi in vigore nel XIX secolo, motivo per cui puoi usare le coppette in tutta sicurezza e senza più avere paura della diffusione di malattie infettive, ma anche ai penny licks: se non fossero stati usati nessuno avrebbe capito l'importanza di stabilire delle pratiche igieniche.
I penny licks erano dei piccoli contenitori di vetro trasparente simili a bicchieri che si diffusero nella Londra vittoriana di metà ‘800 per distribuire il gelato e poterlo gustare passeggiando. Il nome deriva in parte dal loro costo di un penny, in parte dall’usanza che creava la maggior parte dei problemi, ovvero leccare il gelato.
I penny licks avevano la particolarità di avere una base di vetro spessa e una depressione poco profonda sulla parte superiore. Lì veniva posizionato il gelato e, grazie a questo doppio fondo, il cliente aveva l’illusione ottica di avere una porzione di dolce più grande di quanto non fosse in realtà.
Solitamente erano i gelatai con i carretti in strada a vendere i penny licks ai clienti di passaggio con un prezzo alla portata di tutti, anche delle classi meno abbienti. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento il gelato da asporto si diffuse sempre di più e nacquero anche altri formati, in particolare ha'penny licks, piccole coppette da mezzo penny, e i tu'penny licks, bicchieri più grandi da due penny e con più gelato all’interno.
Il più grande problema dei penny licks era l’igiene, un ambito in cui le persone dell’epoca non erano molto esperte. Queste coppette, come avrai capito, non erano usa e getta, ma quando venivano restituite il gelataio non aveva tempo di lavarle o disinfettarle a dovere.
Per ottimizzare i tempi e seguire più clienti possibile la coppetta veniva sciacquata velocemente in una bacinella piena d’acqua e poi asciugata, oppure addirittura pulita appena con un panno umido. Subito dopo veniva riutilizzata per i clienti successivi, che leccandola raccoglievano tutti i germi lasciati dai precedenti consumatori. Sì, hai capito bene: leccare.
Non si usavano i cucchiaini e il gelato veniva leccato direttamente dalla coppetta, aumentando ovviamente l’insorgenza e la diffusione di malattie infetti. Due in particolare si diffusero a macchia d’olio proprio per colpa dei penny licks, il colera e la tubercolosi, entrambe provocate da batteri che si trasmettono anche attraverso la saliva.
In un certo senso, però, i penny licks sono anche il motivo per cui, oggi, questo sistema è fortunatamente caduto in disuso. Nel 1879, dopo l’ennesima epidemia di colera che provocò migliaia di morti, un report medico finalmente sottolineò il collegamento tra l’abitudine delle coppette di vetro per il gelato e la rapida diffusione di queste infezioni.
Le varie municipalità cominciarono ad ascoltare i medici che parlavano sempre di più di batteri e igiene, e iniziarono così a vietare l’uso di penny licks. Le coppette divennero così illegali per legge a partire dal 1989, ma nei centri più lontani da Londra si dovette aspettare gli anni Trenta del Novecento per abbandonare del tutto questa pericolosa abitudine.
Finalmente, nel Novecento, i penny licks vennero definitivamente abbandonati in funzione di nuovi sistemi, più sicuri e igienici: i contenitori monouso a cui oggi siamo così abituati e, ovviamente, l’invenzione del cono gelato che rivoluzionò l’industria tra fine Ottocento e inizio Novecento.