Simbolo indiscusso della cucina italiana nel mondo, ingrediente che tutti ci invidiano e, spesso, copiano con scarsi risultati: parliamo di pasta, cosa altro? Così famosa e così amata da suscitare e alimentare anche falsi miti e convinzioni errate, dalla cottura alla digeribilità: ecco tutti i falsi miti sulla pasta, smontati uno per uno.
La pasta è un ingrediente cardine della nostra alimentazione, un piatto che non manca mai sulle nostre tavole e che ci rappresenta in tutte le cucine del mondo. Come tutte le cose importanti che godono di grande fama, anche la pasta è circondata da falsi miti ed errate convinzioni che molto spesso si trasformano in cattive abitudini in grado di rovinare il nostro piatto di bucatini o rigatoni. Hai mai sentito dire che mangiare la pasta la sera fa ingrassare? E il trucco dell'olio per non farla attaccare, ti ricorda niente? Dalla cottura al condimento, passando per curiosità quanto incredibili convinzioni, ecco tutti i miti da sfatare sulla pasta.
Il più comune e il più scontato tra i miti da sfatare sulla pasta è senza dubbio che questa faccia ingrassare. Intendiamoci, in cucina nulla "fa ingrassare" o "fa dimagrire" di per sé: è sempre l'utilizzo, la scelta e il consumo che facciamo di un ingrediente a renderlo più o meno salutare e adatto alla nostra alimentazione. Nel caso della pasta quello che conta è sceglierla di ottima qualità, proveniente da grani italiani, trafilata al bronzo e possibilmente integrale; quest'ultima è più digeribile e ha un indice glicemico più basso. L'importante è cuocerla al dente e abbinarla a grassi buoni e a una piccola fonte proteica, per evitare picchi glicemici e rendere il pasto saziante ed equilibrato.
Possiamo mangiarla anche tutti i giorni? Certo che sì: la pasta è una fonte di carboidrati complessi tanto quanto le patate, il pane, il riso e altri cereali in chicco; è necessario solo fare attenzione a quantità, che sono diverse da persona a persona e variano in base al proprio fabbisogno energetico, condimenti – un conto è un sughetto a base di pomodorini freschi, magari completato con una spolverizzata di parmigiano, e un altro è una carbonara, goduriosa, ma decisamente più calorica – e bilanciamento del piatto dal punto di vista nutritivo.
Quante volte ci siamo sentiti dire che la pasta non andrebbe mangiata la sera perché "troppo pesante" o perché rallenterebbe il metabolismo facendoci ingrassare? A conti fatti possiamo affermare che anche in questo caso si tratta di un falso mito, legato all'idea sbagliata che i carboidrati non vadano assunti poche ore prima di andare a dormire. Abbiamo una serie di appunti da fare: i carboidrati (così come le vitamine e le proteine) sono essenziali in una dieta equilibrata ed è per questo che il modo migliore per consumarli è distribuirli durante tutta la giornata, dalla colazione alla cena, senza esagerare in nessun pasto. C'è inoltre un'altra regola da non sottovalutare: la scelta del tipo di pasta (sempre meglio integrale) e l'abbinamento con cui viene servita ci permettono di mangiare la pasta anche la sera senza paura di trovarci qualche etto in più.
Al di là delle scuole di pensiero su come sia più buona, sostenere che la pasta sia più digeribile se cotta più del dovuto non è solo falso, ma anche scientificamente sbagliato. La pasta è più facile da digerire e riduce l'indice glicemico del pasto solo se cotta rigorosamente al dente (abbiamo detto al dente, non cruda). Perché? Quando mangiamo la pasta al dente, ci ritroviamo a masticare di più: così facendo, stimoliamo la produzione di succhi gastrici in grado di rendere più lenta l'assimilazione del glucosio presente negli amidi e abbassare quindi l'indice glicemico.
Da non sottovalutare poi il fatto che la pasta al dente garantisce un maggiore e più duraturo senso di sazietà: in questo modo non rischiamo di mangiare "più pasta" del dovuto e di non avere fame poco aver finito il pasto. Ultimo, ma non per importanza: come essere sicuri di portare in tavola una pasta perfettamente al dente? La risposta è legata indissolubilmente alla qualità: un prodotto di buona/alta qualità cuoce al dente nel tempo previsto sulla confezione; se siete costretti a scolarla prima del dovuto, forse state mangiando un prodotto di scarsa qualità.
La pasta senza glutine è semplicemente senza glutine, non più leggera o più digeribile e nemmeno più adatta a chi segue una dieta dimagrante: non lasciatevi ingannare da una scorretta informazione e non rinunciate alla pasta di grano duro a meno che non soffriate di celiachia o intolleranza al glutine. Preferire la pasta senza glutine a quella di grano duro pensando di dimagrire è scientificamente privo di fondamento: anche in questo caso sono la qualità della pasta, le porzioni e il condimento a fare la differenza.
Ok, lo ammettiamo: anche noi una volta abbiamo aggiunto un filo di olio alla pasta in cottura perché convinti che questo avrebbe impedito ai nostri rigatoni di attaccarsi. Va però detto a nostra discolpa che eravamo all'università e avevamo poche e scarse informazioni. Non fate il nostro errore: usare l'olio in cottura non serve a nulla se non a sprecarlo; è infatti dimostrato che questo resta in superficie e non si scioglie completamente in acqua. Il modo migliore per non far attaccare la pasta è semplicemente girarla spesso: l'olio meglio conservarlo per condire "a crudo" il nostro piatto di spaghetti.
Scolare tutta l'acqua e lasciarla scorrere nel lavandino non è solo scorretto ma è proprio una cattiva idea. L'acqua di cottura aiuta ad amalgamare meglio qualunque tipo di sugo e condimento; inoltre può essere riutilizzata in tantissimi modi: per pulire e sgrassare i piatti, per preparare pane e lievitati e perfino come rimedio naturale per ammorbidire i capelli. Il nostro consiglio è di munirti di uno scolapasta a impugnatura e saltare la pasta nel condimento: in questo modo sfrutterai l'acqua di cottura rimasta "attaccata" alla pasta a cui, se necessario, potrai aggiungerne dell'altra.
Siamo abituati a pensare che la pasta sia il "primo" piatto: vero ma non verissimo. In un'alimentazione sana ed equilibrata la pasta dovrebbe essere più un piatto unico che un primo piatto a cui far seguire secondo e contorno. Perché? Per non esagerare con le calorie e assimilare all'interno di un unico pasto carboidrati e proteine, meglio se nelle stesse proporzioni per garantire un basso impatto glicemico. Le proteine, unite ai carboidrati, aumentano il senso di sazietà e permettono un maggior controllo degli zuccheri nel sangue.