Ogni cotoletta che si rispetti ha una panatura croccante e dorata, perfettamente attaccata alla carne: la vostra si è staccata? Allora qualcosa deve essere andato storto: cerchiamo di capire cosa.
Durante la cottura, mentre l'olio sfrigolava e la carne diventava dorata, la panatura della cotoletta ha deciso di staccarsi e rovinare per sempre la vostra cena? Vi siamo vicini, sappiamo bene che è uno dei momenti più tristi per chi, come noi, non può rinunciare a una buona cotoletta croccante fuori e tenera dentro, che sia alla milanese, o alla romana o alla palermitana, poco importa. Ma cosa è successo? Quale errore o disattenzione ha permesso che la panatura si staccasse dalla carne? La cattiva notizia è che cucinare una buona cotoletta pur essendo semplice richiede comunque molta attenzione, la buona è che dopo aver imparato gli errori da evitare per cucinarla alla perfezione, la vostra panatura non si staccherà mai più.
L'umidità, la temperatura dell'olio o gli ingredienti utilizzati: diversi possono essere i nemici di una buona panatura, tanto da far diventare la cotoletta molliccia e decisamente poco invitante. Vediamo quali errori evitare e cosa fare per una panatura ben attaccata.
Il primo e più acerrimo nemico della panatura croccante? L'acqua o, per meglio dire, l'umidità che ogni fetta di carne porta con sé. Probabilmente la vostra panatura si è staccata perché la carne prima di essere impanata e fritta era ancora troppo fredda o umida: per evitare questo inconveniente non dovrete far altro che asciugare con attenzione la fetta di carne (vitello, pollo o maiale che sia) con un foglio di carta assorbente, tamponandola delicatamente.
Dopo aver asciugato la carne è il momento dell'uovo e del pangrattato. Immergete delicatamente la carne nell'uovo dopo averlo sbattuto, quindi sgocciolatela e passatela nel pangrattato (ovviamente su entrambi i lati): potete anche fare una leggera pressione con le dita, l'importante è che l'intera superficie della cotoletta sia ricoperta da un sottile e uniforme strato di pangrattato. Solo uovo e pangrattato? In realtà no: ci sono molti modi per impanare le cotolette nella nostra cucina, come ad esempio le cotolette palermitane, che sono impanate con pangrattato e olio extravergine d'oliva.
In ogni caso, ricordate che il sale va usato solo dopo la cottura e mai prima: il rischio è che la panatura non risulti asciutta e croccante e si stacchi inesorabilmente.
Il numero dei passaggi da fare prima nell'uovo e poi nel pangrattato è oggetto di lunghe, lunghissime disquisizioni e, di fatto, non esiste una legge universale. Può il numero di passaggi provocare o evitare la rottura della panatura? Secondo noi la risposta è sì: meglio immergere la carne nell'uovo e poi nel pangrattato per due volte, in questo modo avrete una panatura più compatta e più "attaccata" alla carne. Provare per credere.
Per una frittura dorata e una panatura croccante l'olio è un elemento essenziale, senza se e senza ma. Quale olio scegliere e a quale temperatura friggere per far sì che la panatura della cotoletta non si stacchi? Per ottenere una frittura perfetta, la temperatura dell'olio deve oscillare tra i 165° C e i 180° C senza mai raggiungere il punto di fumo, il momento cioè in cui l'olio inizia a bruciare. Il miglior olio per friggere è senza dubbio quello di semi perché raggiunge il punto di fumo a una temperatura di 230°C, ha un'ottima tenuta in cottura ed è molto più leggero rispetto a quello extravergine di oliva, sia nel gusto sia nell'aroma.
Siamo arrivati al traguardo, ormai è quasi fatta e la cotoletta è quasi nel piatto: diciamo quasi perché, prima di gustarla è fondamentale asciugare l'olio in eccesso. Adagiate la cotoletta su un piatto rivestito con carta assorbente: una buona frittura è una frittura equilibrata in cui la carne non dovrà sgocciolare olio in eccesso, olio che potrebbe ammorbidire la panatura e farla staccare.