Le crêpes sono sempre una buona idea: avvalersi dell'apposito strumento può essere d'aiuto durante la cottura, un momento molto delicato, con l'impasto che rischia di rompersi: vediamo com'è fatta una crepiera, come sceglierla e usarla al meglio.
Golose per la colazione del fine settimana, del brunch e anche come dessert: le crêpes sono un grande classico sfizioso e versatile, che ha il vantaggio di poter essere personalizzato a seconda dei gusti, sia in versione dolce (da quella alla Nutella all’elegante crêpe suzette), sia salata, con farciture a base di formaggi, salumi e verdure di stagione. Realizzare questa specialità a regola d’arte, però, non è solo una questione di pastella fatta ad hoc: la ricetta, nella sua semplicità, richiede un’attenzione particolare al momento della cottura, che deve essere uniforme, mantenendo il disco integro e senza bruciature. Ecco, quindi, che una crepiera, ovvero l’apposita padella per crêpes, può rivelarsi l’alleato perfetto per non sbagliare. In commercio ne esistono diversi modelli, professionali e adatti a chi, invece, è alle prime armi, ma sono tutti accomunati da caratteristiche che li rendono la scelta ideale per questa preparazione.
Portare in tavola le crêpes è sempre un piacere: possono essere realizzate anche con una “comune” padella, ma se hai intenzione di metterti all’opera per ottenere risultati impeccabili, allora il consiglio è di puntare su questo strumento specifico, perché riserva molte soddisfazioni, dato che è progettato appositamente per facilitare la cottura di impasti delicati che devono restare sottili, morbidi e non rompersi. Vediamo quali sono le peculiarità delle padelle per crêpes.
Prima di tutto è fondamentale che siano antiaderenti, solo così è possibile non far rimanere attaccato l’impasto utilizzando pochissimi grassi per ungere. Partendo da questo dettaglio imprescindibile, puoi trovare sul mercato padelle in:
La costituzione delle padelle per crêpes, dalla forma tonda, si differenzia da quella delle altre per avere i bordi ridotti al minimo o addirittura assenti e il fondo completamente appiattito: ciò favorisce il riscaldamento omogeneo di tutta la superficie su cui si versa l’impasto e il suo essere steso e girato con praticità durante la cottura.
L’impugnatura è solitamente lunga e realizzata con un materiale isolante, che resiste al calore, perfetta quindi per non scottarsi e per tenere la padella con una presa comoda e sicura.
Queste padelle hanno dimensioni che vanno dai 20 ai 30 cm di diametro: la gestione del formato piccolo è più semplice del grande, che rappresenta la misura standard tradizionale di una crêpe, che oscilla tra i 28 e i 30 cm. In vendita ci sono anche padelle da 14-16 cm, per versioni mini (o pancake).
Dopo aver visto le caratteristiche principali di questo supporto, al momento dell’acquisto è utile prendere in considerazione altri aspetti, rapportandoli alle proprie esigenze. Facciamo qualche esempio:
Che tu abbia comprato una crepiera economica o più costosa, la regola è sempre la stessa: trattarla al meglio per farla durare nel tempo. Evita di graffiarla usando utensili impropri: in questo caso puoi optare per le spatole, indicate per stendere, girare e anche chiudere le crêpes, o per il “râteau”, letteralmente il rastrello in legno a forma di T maiuscola con cui si spalma la pastella. Per ottenere uno strato con uno spessore uniforme, versa la pastella sempre al centro e poi distribuiscila su tutta la superficie. Quando arriva il momento di girare la crêpe, se non possiedi i due strumenti sopra citati, puoi avvalerti anche di una Marisa in silicone. Prima di procedere alla pulizia post utilizzo, lascia che la padella si raffreddi completamente e poi può essere sufficiente passare una spugna per piatti (dalla parte morbida e non abrasiva) imbevuta con qualche goccia di detergente non aggressivo. Se sono rimasti residui di impasto, vietato grattare: basterà un panno inumidito per farli andare via. Infine, ma non meno utile come suggerimento, usa la crepiera esclusivamente per le crêpes, senza cucinare altri cibi, in quanto potrebbero comprometterne lo stato e, di conseguenza, il risultato.