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5 Luglio 2024 11:00

Ouzo: com’è fatto e come si usa uno dei liquori greci più amati

Niente cattura l’essenza della Grecia come il suo liquore più famoso, un liquido cristallino fortemente alcolico che sa di risate, di allegria e di sole. In qualunque periodo dell’anno bevi l’ouzo sarai trasportato nella leggendaria estate greca, ancora di più se lo accompagni da mezedes, piccoli spuntini a base di pesce.

A cura di Martina De Angelis
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In Italia abbiamo lo spritz, in Grecia hanno l’ouzo. Il particolare liquore ottenuto dalla distillazione del 96% di alcol in volume di spirito, aromatizzato una combinazione di semi (anice, finocchio ecc.), spezie (cannella, chiodo di garofano ecc.) e mastiha è una vera istituzione in patria, un distillato adatto a qualsiasi momento della giornata e in particolare consumato all’aperitivo.

Dal gusto intenso, dalla gradazione alcolica piuttosto alta e dalle origini semi-sconosciute, l’ouzo si è imposto come una sorta di bevanda nazionale e basta assaggiarne un sorso per sentirti trasportato nella magnifica terra greca. È una liquore da gustare lentamente, in compagna, immancabile durante le lunghe e calde estati greche.

Puoi bere l'ouzo anche da solo, ma che generalmente i greci lo accompagnano con mezedes, dei piccoli e gustosi spuntini principalmente a base di pesce.

Che cos’è l’ouzo

Se hai sentito nominare la cultura greca hai sentito nominare anche l’ouzo: è un distillato aromatico prodotto esclusivamente in Grecia, dove è iconico tanto quanto souvlaki, salsa tzatziki e gyros. È caratterizzato da un colore bianco lattiginoso ottenuto dalla reazione chimica con acqua o ghiaccio, necessaria per smorzare un po’ la forte componente alcolica quando viene servito (la gradazione si aggira intorno ai 40-50°).

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L’ouzo non ha un’origine ben chiara. Una delle versioni più accreditate è che derivi da una partita di tsipouro, tradizionale acquavite bianca della Grecia, particolarmente aromatizzata all’anice e voluta da una società commerciale italiana o delle isole Ionie. Anche il nome verrebbe da qui: le scatole per il trasporto erano marcate "uso Massalia" (per uso a Marsiglia, la destinazione), presto abbreviate in ouzo.

Quello che è certo è che, con il tempo, l’ouzo venne standardizzato come una bevanda distinta e l’isola di Lesbo ne è la testimonianza: ancora oggi l’area di Plomari, sulla costa meridionale, porta avanti la sua produzione di ouzo iniziata nel XIX secolo, mente a Barbayannis esiste un museo interamente dedicato all'ouzo e alla sua storia.

Come si realizza il liquore più famoso della Grecia

L’ouzo viene ancora preparato artigianalmente come da tradizione, utilizzando un particolare alambicco di rame progettato appositamente per questo particolare liquore. Il processo di produzione prevede la distillazione di alcol aromatizzato con una combinazione di semi di anice e finocchio e con una serie di spezie che varia in base a ciascun produttore.

La miscela viene lasciata viene lasciata per ore all’interno dell’alambicco di rame, per poi essere distillata una prima volta, spesso anche una seconda e una terza. A determinare gli aromi e la qualità dell’ouzo sono dunque tanti fattori oltre la ricetta e la qualità dell’alcol di partenza, che comprendono quante distillazioni vengono eseguite, ma anche il tipo, la grandezza e il materiale dell’alambicco.

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Ad oggi si contano circa 300 produttori di ouzo in tutta la Grecia e ognuno di loro propone un prodotto finale un po’ diverso ottenuto con una formula segretissima, spesso una ricetta tramandata in famiglia una generazione dopo l’altra.

Gustare l’ouzo come un vero greco

Come abbiamo già accennato l’ouzo viene generalmente diluito con acqua e ghiaccio prima di essere servito: la pratica serve sia a smorzare la componente alcolica sia ad ottenere il classico colore torbido e lattiginoso del liquore.

Questo perché a contatto con acqua e ghiaccio il contenuto di alcol scende e lascia spazio agli oli essenziali, che escono dalla soluzione e non sono fanno cambiare colore al liquore, ma rilasciano un maggior numero di aromi rendendo la bevanda una vera esplosione di gusto.

L’ouzo può essere tranquillamente gustato da solo – in particolare quelli del sud della Grecia, che contengono zucchero e quindi hanno meno bisogno di accompagnamento – ma di solito lo troverai accompagnato da mezedes, piccoli spuntini a base di pesce, ma anche di verdure e formaggi.

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Una buona regola da seguire è quella dei sapori contrastanti: trattandosi di un liquore tendente al dolce deve essere accostato a gusti opposti anche aggressivi, a tratti amarognoli e rigorosamente salati. Proprio per questo si prediligono frutti di mare, in particolare vongole, cozze e capesante, sardine, acciughe e polpo alla brace, oppure verdure come melanzane e zucchine fritte condite con tzatziki, sottaceti, capperi e formaggi pepati locali.

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