Come possono essere utilizzati in cucina i tre doni portati dai Re Magi a Gesù? Le declinazioni gastronomiche di oro, incenso e mirra.
Come si utilizzano in cucina i doni che i Re Magi hanno portato a Gesù? Quali gli usi gastronomici di oro, incenso e mirra? Il lato prettamente mangereccio di questi ingredienti inusuali se parliamo di ricette. Ci siamo appena lasciati alle spalle il Natale e con lui tutti i lauti pasti che questa festività si porta con sé. Il cenone della Vigilia e il pranzo del 25 su tutti, ma anche Santo Stefano e l'ultimo dell'anno di certo non sono stati all'insegna del detox.
Ci avviciniamo al 6 gennaio, all'Epifania, al giorno indicato dell'arrivo dei Re Magi con i loro doni offerti a Gesù. Oro, incenso e mirra con i migliori auguri da parte di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, cadeaux di cui non sappiamo effettivamente l'utilizzo che ne hanno fatto Giuseppe e Maria. Chissà, magari possono esser stati usati in cucina: tutti infatti possono essere declinati, chi più chi meno, tra i fornelli di casa. E nelle prossime righe parleremo proprio delle sfaccettature gastronomiche dei doni dei Re Magi. Quali ricette si possono realizzare con oro, incenso e mirra? Quali sono le loro declinazioni culinarie?
Dell'uso dell'oro in cucina (e di come sia fondamentalmente inutile se non per fini estetici) ne avevamo già parlato ultimamente in un articolo dedicato. Lamine, foglie e fiocchi d'oro, sistemati indistintamente ora sulla pasta ora sui risotti (celebre il piatto di Gualtiero Marchesi) così come sulla carne, ma nemmeno i dessert sfuggono da questo abbinamento. Non si può parlare quindi propriamente di ricette a base di questo elemento, quanto più di un utilizzo prettamente scenografico anche perché, come già specificato, l'oro risulta insapore e inodore.
Differente invece il discorso per quanto riguarda incenso e mirra. Le foglie della pianta da cui si ottiene il primo infatti possono essere utilizzate in cucina per aromatizzare le pietanze, in particolar modo sughi, brodi, aceti e piatti a base di pesce o di carne, rendendo le ricette anche più digeribili.
E la mirra? A ben vedere pare il prodotto più declinabile, tra i tre, per usi culinari. La mirra è una gommoresina estratta da un arbusto presente prevalentemente in Africa e caratterizzata da una spiccata amarezza. Per questo in cucina va usata con parsimonia, attenzione, cercando di equilibrare per bene i sapori. Generalmente è consigliabile utilizzarla su piatti già di per sé particolarmente saporiti: con la mirra si possono realizzare salse e fondi di carne da accostare carni forti come, per esempio, quelle di maiale oppure di selvaggina. Pare come il capriolo sia uno degli abbinamenti più azzeccati. Un altro accostamento ideale può essere quello con la cioccolata ma la mirra può essere utilizzata anche in infusione nelle fasi di preparazione della birra.