Due versioni della stessa erba aromatica: la prima è molto più diffusa in quanto pratica, profumata e versatile, si può usare sia in cottura sia nei condimenti a crudo. La seconda, grazie alle sue foglioline verdi tenere e saporite, è perfetta come guarnizione.
L’origano è una delle erbe aromatiche più utilizzate in cucina: il suo inconfondibile profumo, infatti, è protagonista di molte ricette della tradizione mediterranea, tra cui la pizza. Si tratta di una pianta comune che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, tra cui si annoverano anche menta, basilico, salvia, timo, rosmarino, la dotazione “base” da avere in dispensa. L’origano si coltiva facilmente in casa e si rivela un ottimo alleato per dare un tocco in più a diverse preparazioni, in quanto si può scegliere se usarlo secco o fresco. Nel primo caso i rametti essiccati sono pratici da conservare: si mantengono a lungo, avendoli a disposizione 365 giorni l’anno e sono estremamente versatili, impiegati sia in cottura, per esempio in sughi a cui conferiranno il loro intenso aroma, sia come condimento a crudo, tipo nella caprese. L’origano fresco è meno gettonato: non sempre si trova al supermercato e la sua disponibilità è limitata alla stagione estiva. Ha un sapore più pungente e la fragranza più delicata: il bel verde delle foglioline è perfetto come decorazione in molteplici piatti, dalla pasta alle insalate. Vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’uno e dell’altro.
Una volta essiccate le erbe aromatiche cambiano le loro caratteristiche organolettiche e i valori nutrizionali: l’origano non fa eccezione. La variante secca si distingue per avere un aroma più espansivo e penetrante rispetto al sapore, che si affievolisce: guadagna in calorie, lipidi, carboidrati e fibra totale, in sali minerali (calcio, fosforo, sodio, potassio, ferro e zinco), così come in retinolo e betacarotene. Da fresco, il gusto è piacevolmente piccantino, mentre l’aroma è delicato e resta circoscritto: si compone per più dell’80% di acqua e sono presenti la vitamina C e i folati, che si disperdono al momento dell'essiccazione.
L’origano secco è il classico ingrediente passepartout, quello che si dice un vero e proprio asso nella manica in cucina, in quanto i vantaggi sono moltissimi:
Non ci sono dei veri e propri svantaggi quando si opta per l’origano secco. Essendo molto aromatico è importante non eccedere nelle dosi, con il rischio che sovrasti i sapori e che diventi troppo presente in bocca, risultando fastidioso come consistenza durante la masticazione. Quando in una ricetta è indicata la versione fresca, se ne usa almeno un terzo in meno, dato che è più intenso e non svolge nessuna funzione decorativa.
Sebbene sia molto più diffuso l’uso della sua versione secca, specialmente per essere sempre a disposizione, anche l’origano fresco ha i suoi vantaggi. Il modo migliore per utilizzarlo è quello nei condimenti freddi e a crudo con le verdure di stagione e i legumi, e come guarnizione finale in primi, secondi e contorni, dalla pastasciutta al cous cous passando per carne e pesce alla griglia, alla piastra o al forno: le sue foglioline sono tenere e saporite e grazie al colore brillante danno un bell’effetto finale, vivace e genuino. Inoltre, se si vuole far crescere la pianta in giardino o in balcone, prendersene cura non è complicato: necessita di qualche semplice accorgimento, in particolare ha bisogno di una posizione assolata e di un terreno drenante che eviti la formazione di ristagni d’acqua.
Ovviamente ci sono dei motivi per cui l’origano fresco è meno utilizzato e non riguardano solo l’avere una fragranza meno impattante. Ecco i principali.