L’olio extravergine d’oliva non è solo un condimento: è un vero e proprio alimento capace di esaltare qualunque pietanza, ma è anche un simbolo culturale di grande importanza. Non tutto l’olio però è uguale e in Italia, per esempio, abbiamo le categorie Dop e Igp che premiano i prodotti di particolare qualità. Quale scegliere tra i due? Ti spieghiamo quali sono le differenze.
Simbolo della dieta mediterranea per eccellenza, ricco di benefici per l’organismo, molto più di un semplice condimento ma un vero alimento: l’olio extravergine d’oliva è un prodotto apprezzare non solo per il gusto e le innumerevoli funzioni in cucina, ma soprattutto per le straordinarie qualità nutritive.
La produzione di olio in Italia è molto ampia e sfaccettata, quindi è bene imparare muoversi in questo campo perché non tutti gli oli d’oliva sono uguali. E non ci riferiamo solo all’olio extravergine d’oliva, ovvero un prodotto che rispecchia determinate caratteristiche organolettiche, privo di difetti e con un livello di acidità inferiore allo 0,8%.
L’olio extravergine d’oliva può essere a sua volta biologico o non biologico, oppure potrebbe essere contrassegnato da due sigle, Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione Geografica protetta). C’è un olio migliore dell’altro e quale dovresti scegliere? Premesso che sono entrambi prodotti di eccellenza, scopriamo quali sono le differenze e gli utili più adatti di ciascuna tipologia, in modo da fare una scelta consapevole e di apprezzare al meglio le straordinarie qualità di entrambi.
Dop e Igp sono due marchi di qualità che vengono utilizzati per l’olio, e per tutta una serie prodotti agroalimentari d’eccellenza, per distinguere tutti quegli alimenti che mantengono un forte legame con il loro territorio d’origine.
In particolare, l’acronimo Dop viene usato per definire quegli alimenti che vengono prodotti e trasformati in una determinata area geografica. Il marchio indica quindi che le caratteristiche peculiari del prodotto in questione derivano principalmente dal luogo di produzione, sia dai fattori umani che da quelli naturali, e quindi non sarebbe lo stesso se prodotto da un’altra parte.
L’acronimo Igp, invece, viene usato per definire tutti quegli alimenti in cui almeno una delle fasi di produzione o trasformazione sia svolta in una regione geografica specifica. In questo caso, quindi non tutto il processo produttivo è legato alla zona d’origine dichiarata, ma lo sono le fasi più importanti, ossia quelle che danno al prodotto il suo carattere peculiare.
In Italia si contano circa 50 denominazioni Dop e Igp nel mondo dell’olio extravergine d’oliva: esiste uno migliore dell’altro? Di base no, perché entrambi i marchi sono sinonimo di altissima qualità e di prodotti unici.
Come si fa a scegliere allora tra i due tipi? Dipende semplicemente dai tuoi gusti e dalle tue esigenze. Se cerchi un olio dalle caratteristiche organolettiche molto precise e un legame indissolubile con il territorio, il marchio Dop farà maggiormente al caso tuo, se invece preferisci un prodotto meno territoriale ma con una maggiore varietà di aromi e sapori, l’Igp è più adatto ai tuoi gusti.
In generale è bene specificare che gli oli Dop sono molti più di quelli Igp proprio per la natura stessa del processo di lavorazione dell’oliva, che richiede una lavorazione rapida per evitare la precoce fermentazione. Per questo di solito le olive si lavorano in prossimità della zona di produzione, portando a un legame indissolubile tra l’olio e il suo territorio, e per questo di solito l’olio Dop è considerato un prodotto più particolare rispetto all’Igp, nonostante entrambi siano di qualità eccellente.