Il costante aumento dei prezzi dell'olio d'oliva è dovuto soprattutto alla grande siccità che ha investito la Spagna - e tutto il Sud dell'Europa - e che non accenna a finire.
Il prezzo dell'olio d'oliva continua ad aumentare, non solo in Italia, ma in tutta Europa: la causa principale, però, non è strutturale, ma è da imputare alla grande siccità che dal 2022 si sta abbattendo su Paesi come la Spagna in primis, ma anche su Italia, Grecia e Portogallo. Secondo i dati di Unioncamere il costo all'ingrosso dell'olio d'oliva è del 73% rispetto al 2022: aumento che si abbatte inevitabilmente su tutta la filiera, ma soprattutto sul consumatore finale, che vede i prezzi delle bottiglie al dettaglio della Grande distribuzione toccare i 10 euro. Inoltre, secondo previsioni di Coldiretti, da noi, questi prezzi potrebbero non scendere prima dei prossimi due anni.
La Spagna è il produttore principale di olio d'oliva al mondo, seguita dal nostro Paese, dalla Grecia, da Paesi del Maghreb – Tunisia e Marocco – e del Medio Oriente come la Turchia. Il 2022 in Spagna è stato l'anno più caldo di sempre: la grande siccità che si è abbattuta sul raccolto ha alterato la produzione nazionale, con un calo di oltre il 50% sul quantitativo dell'anno precedente. Questo ha modificato le dinamiche dei prezzi europei (e non solo), provocando aumenti importanti anche da noi, che subiamo un calo di produzione pari al 27%. Anche il Portogallo ha visto un calo del 39%, più importante del nostro, mentre l'unico Paese produttore in controtendenza è la Grecia. Oltre al grande caldo e alla mancanza di riserve idriche, la situazione climatica determina anche un aumento delle malattie delle piante che, in condizioni normali, sarebbero in grado di reagire in modo più efficace.
Questa situazione è destinata a protrarsi ulteriormente, perché il vero problema diventa quindi la mancanza di scorte: se per due anni di fila la produzione subisce una flessione così importante si dà fondo ai magazzini e, in particolare quegli spagnoli, sembrano essere sull'orlo dell'esaurimento. I timori per le scorte carenti hanno inevitabilmente innescato una corsa al rialzo dei prezzi: negli anni precedenti l'olio spagnolo costava intorno ai 4 euro al kg, oggi costa intorno ai 9 euro al chilo.
Per l'autunno 2023 non ci sono buone previsioni: ulteriori cali nella raccolta e nella produzione sono previsti sia in Spagna sia in Italia. Da noi, i produttori umbri hanno già comunicato una previsione di calo del 50%, in Toscana dal 10% al 20%, tutto a causa della siccità prima e delle forti piogge poi. Nel frattempo il Maghreb comunica un calo altrettanto importante e la Turchia decide di mettere un limite alle esportazioni, cosa che non può che peggiorare la situazione, determinando ulteriori aumenti,.