La storia di Fiumicino è legata a doppio filo alla gastronomia laziale: fin dal dopoguerra in riva al mare sono nati tantissimi ristoranti di livello. Negli ultimi anni l'esplosione definitiva, dopo un periodo d'appannamento: la presenza di due stellati come Gianfranco Pascucci e Lele Usai ha alzato il livello della città.
Fiumicino è una delle nuove mete gastronomiche italiane ed è una fortuna per tutti gli appassionati, perché si può raggiungere facilmente via mare, via terra e perfino via aria. Il nome di questa città è inevitabilmente legato all’Aeroporto Leonardo da Vinci, il primo aeroporto d’Italia per numero di passeggeri (43,5 milioni nel 2019) e il secondo per il traffico di oltre 199.000 tonnellate di merci.
Oltre all’aeroporto, la città è sede di un importante scalo per i pescherecci d’altura e di questo ne giova inevitabilmente la ristorazione. Già ben rappresentata in Guida Michelin con due ristoranti stellati, diretti da due cuochi dal grande talento come Gianfranco Pascucci e Lele Usai, Fiumicino presenta anche una serie di ristoranti tradizionali e gourmet che fanno della città una meta imperdibile per tutti gli appassionati di food.
Come successo con Nola, anche per Fiumicino ci siamo chiesti come mai c’è questo fiorire di attività ristorative di grande livello. Ci siamo fatti aiutare da un fiumicinese doc, Corrado Tenace, uno dei più importanti oyster sommelier d’Italia.
Tenace ci ha raccontato con passione ciò che rappresenta Fiumicino per il Lazio: "Il teatro del mare e della pesca. Penso che questa città sia unica, perché per 100 chilometri più a Nord e per 100 chilometri più a Sud non c’è un posto caratteristico come questo. Tutto cominciò con le fraschette nel Dopoguerra, ti portavi da mangiare e venivi ospitato dagli osti, poi si sono affinate le strutture con il boom economico. Abbiamo avuto un periodo formidabile, con gli attori della Dolce Vita, con i Presidenti e i politici che da Roma si spostavano sulla costa. Nacquero ristoranti epici. Arrivò poi il passaggio di generazione, alcune aziende però questo testimone non sapevano a chi darlo".
Che succede dunque nella Fiumicino degli anni ‘80? Ciò che è successo a moltissimi luoghi di ristorazione italiani: "Gli eredi di quei ristoranti hanno cominciato a pensare che le persone fossero stupide. Hanno provato a dare poco in termini qualitativi e chiedere tanti soldi ai clienti. Ma questi clienti stupidi non sono mai stati: si sono accorti degli inganni e hanno lentamente abbandonato Fiumicino, spostandosi sul centro di Roma o su Anzio. Dal 2000 in poi le cose sono nuovamente cambiate. Il passaggio di testimone c’è stato nuovamente, ma stavolta verso persone competenti, che siano professionisti navigati o semplicemente i nipoti di quei pionieri. Con tanto lavoro hanno riportato le persone a Fiumicino, che oggi è tornata quella di un tempo".
A differenza di Nola dunque, Fiumicino è storicamente una meta gastronomica. I romani del boom economico salivano in sella alle Vespe per passare una giornata al mare e godersi il pescato locale. Ancora oggi è così, anche se il mare non è balneabile, a causa della vicinanza della foce del Tevere, tristemente inquinata. La vicinanza con Roma basta a favorire le attività ristorative: una mezz’oretta con i mezzi pubblici o in auto per passare dalla Capitale alla provincia.
Fiumicino città ha però saputo rimboccarsi le maniche e, oltre a porto e aeroporto, ci sono altre infrastrutture di rilievo che aiutano il settore gastronomico, a partire dal Centro Leonardo.
I centri commerciali sono un po’ l’antitesi dell’alta cucina, perché spingono le persone a provare cose cariche di sapore, dallo scarso valore tecnico, ma il Centro Leonardo si distingue un po’ dagli altri megastore. Innanzitutto si trova all’interno del Parco Leonardo, un quartiere progettato dal celebre urbanista catalano Ricardo Bofill. Oltre al centro commerciale, uno dei più grandi d’Europa, c’è la sede italiana dell’Uci Cinemas, a sua volta all’interno del più grande multisala d’Italia. Tutto questo porta a Fiumicino oltre 8 milioni di persone all’anno, solo per il centro commerciale.
Ci sono poi aeroporto e porto come già detto: il primo è una meta solo di passaggio, che però colloca la città sulla mappa. Il secondo è forse il motivo più importante di questa grande tradizione laziale.
Fiumicino è uno fra i maggiori centri pescherecci del Tirreno. L'indotto della ristorazione è abbastanza forte da circa 20 anni e le cose dovrebbero andare ancora meglio in futuro: c’è un progetto che prevede la realizzazione di uno scalo commerciale collegato alla piattaforma logistica dell'aeroporto. In pratica il nuovo porto di Fiumicino, sarà costituito da un bacino che si estenderà a nord della foce del Tevere, insistendo lungo il litorale per circa 2 chilometri. In tal modo, il porto subirà una separazione dei traffici, riservando un'apposita darsena ai servizi della flotta peschereccia, realizzata a sud del bacino. Nella nuova configurazione lo scalo dovrebbe poter ospitare due o tre navi da crociera e sei nuove navi veloci.
Il rapporto strettissimo con la pesca d’altura, ovvero quella che si svolge dove il mare ha una profondità di almeno 30 metri, ha prodotto una simbiosi tra i pescherecci e i ristoratori. Per questo motivo Fiumicino è uno dei luoghi del cuore di tutti gli appassionati di pesce che gravitano attorno alla Città Eterna.
Abbiamo trovato 10 indirizzi che hanno fatto o faranno la storia della gastronomia laziale. Ci sarebbe addirittura il ristorante di Heinz Beck, 3 Stelle Michelin nella Pergola a Roma, che a Fiumicino ha aperto Attimi, un locale molto elegante all'interno dell'aeroporto segnalato in diverse guide prestigiose. La clientela è quasi esclusivamente aeroportuale però, quindi ci siamo fermati a 10 indirizzi.
Una rappresentanza davvero folta di grandi cucine di mare, con diversi ristoranti gourmet e un incredibile indirizzo che ogni appassionato di pizza deve conoscere e provare almeno una volta nella vita.
Il suggerimento è arrivato direttamente da Fabrizio Fiorani, uno dei migliori pasticcieri in Italia, attuale pastry chef di Ciccio Sultano: "Se passate da Fiumicino, dovete fermarvi da Franco Di Lelio". La pizzeria ha ormai superato il mezzo secolo di vita, forse una delle più importanti insegne sulla pizza a taglio che c’è in Italia. Senza questa storica famiglia, è probabile che oggi non ci sarebbe questa rinascita della pizza in pala, della ricerca di ariosità, fragranza e tempi di maturazione migliori possibili negli impasti. La panificazione viene effettuata solamente con farina di tipo 2 che conferisce il caratteristico colore bronzeo alla pizza di Sancho. Idratazione altissima e maturazione che arriva anche alle 90 ore, per avere il classico sapore di grano appena tostato e la pizza leggera e croccante.
Due le pizze più famose: la Marinara, rifinita con alici fresche, e la Porchetta e patate, una pizza libidinosa per tutti i golosi. La famiglia Di Lelio non si è fatta mancare nulla però: non potete perdere il supplì, totalmente rivoluzionario, e i maritozzi. Da provare il supplì tradizionale, quello ai moscardini e pasta cozze e fagioli.
Via della Torre Clementina, 142
338 893 1807
pizzeriasancho.it
Secondo molti ci troviamo al cospetto del miglior ristorante di pesce d’Italia. Gianfranco Pascucci ha preso la trattoria di suo nonno, fondata oltre mezzo secolo fa, e l’ha portata nel III Millennio con una cucina controcorrente, unica nel suo genere, che mette la materia prima locale al centro del proprio universo. Qui non troverete né pesci allevati né importati, tutto è realizzato con i prodotti ittici del mare di Fiumicino con menu eleganti e contemporanei, impreziositi dalle esperienze che lo chef fa intorno al mondo. Due gli esempi più lampanti: i Ravioli Umami, realizzati con il brodo dashi giapponese, ma preparato con le lische delle alici; e la Ceviche di ricciola, realizzata secondo la ricetta tradizionale peruviana.
Stella Michelin dal 2012, Tre forchette sulla guida del Gambero Rosso, tre cappelli sulla Guida dell’Espresso, sono alcuni tra i più importanti attestati che sanciscono la bontà della passione e degli sforzi di chef Pascucci e della sua squadra.
Viale Traiano, 85
06 6502 9204
pascuccialporticciolo.com
Altro ristorante stellato di Fiumicino, lo chef del Tino è Lele Usai, nato a Ostia Lido nel ‘77, figlio e nipote d’arte, perché mamma e nonna erano due cuoche conosciutissime nella zona. Comincia la sua carriera nei ristoranti vicino casa, mentre termina gli studi di ragioneria. Dopo il diploma si trasferisce a Londra e in Inghilterra incontra Antonio Carluccio, manager del Neal Street Restaurant, che lo prende sotto la sua ala protettiva e lo accudisce per un anno.
Tornato in Italia si fa strada nelle cucine del Duke’s a Roma. L’ambizione di Daniele Usai è tanta: dopo un passaggio alle Terrazze dell’Hotel Eden, cucina stellata con Enrico Derflingher, vola poi in Lombardia alla corte di Gualtiero Marchesi. Durante tutto questo periodo ha continuato a seguire corsi di perfezionamento: infatti Usai è anche sommelier diplomato all’Ais.
La cucina del Tino è la summa di tutto quanto raccontato: una grande tecnica e un’attenzione al territorio molto importante perché, anche nei suoi viaggi, Lele non ha mai abbandonato Roma. Il ristorante si trova all’interno del Nautilus, con una splendida vista sul Tevere e un design minimalista come la sua cucina. Tutto al Tino si basa sulla qualità e la stagionalità degli ingredienti, per ottenere il miglior sapore possibile da ogni materia prima. Questo concetto è molto giapponese, una tradizione che si può riscoprire anche negli impiattamenti di Usai, molto raffinati e ricercati nell’estetica.
Via Monte Cadria, 127
06 562 2778
ristoranteiltino.com
Un’idea nata e cresciuta nella mente dello chef Marco Claroni, realizzatasi nel 2009 nel centro storico di Fiumicino. L’anno dopo l’incontro che gli cambia la vita: Gerarda Fine entra nella storia di Marco; diventerà sua compagna nella vita, sommelier e direttrice di sala del ristorante.
Oggi l’Osteria dell’Orologio è un luogo di culto per la tradizione marinara di Fiumicino che, al contempo, esalta la vocazione agricola di Maccarese, una frazione del comune. Ogni mattina Claroni, accompagnato dalla brigata, si aggira tra i pescherecci del porto per trovare i migliori prodotti ittici della zona. Il rispetto per la stagionalità e l’ambiente sono alla base della cucina dell’Osteria dell’Orologio, che infatti coniuga dei menu spiccatamente gourmet a piatti della tradizione di Fiumicino.
Da provare la Pasta di formati misti con fagioli, cozze e pesce di fondale; e dei bocconcini di San Pietro con misticanza, spuntano idee più personali come la panzanella di ombrina e gelato al basilico. Davvero impressionante il rapporto qualità-prezzo che si trova nel locale, con menu degustazione, anche abbondanti, che variano tra i 50 e i 70 euro.
Via della Torre Clementina, 114
06 650 5251
osteriadellorologio.net
Gli esordi di Alessandro Capponi sono vicino casa, al Karalis prima, al Caffè Bernini di Piazza Navona poi. Non nasce in cucina lo chef, si muove per necessità tra i fornelli perché, mentre era al liceo, si ritrova spesso solo a casa; poi divampa la passione. Dopo gli inizi, il passaggio allo Stil Novo, un locale che organizza spesso cene con cuochi famosi. Qui conosce chef del calibro di Niko Romito, Enrico Crippa e Mauro Uliassi, tutti 3 Stelle Michelin. Passa poi all’Uliveto del Cavalieri Hilton guidato da Giovanni Fella, mentore di Capponi.
Host è un concetto, oltre che un ristorante, in cui lo chef mostra tutta la propria arte lasciando al contempo grande scelta al cliente. Capponi comanda al ristorante ma è uno dei pochi indirizzi di ottimo livello a permettere di comporre da soli un menu ai clienti.
Ci sono ovviamente anche i menu degustazione classici che in realtà non sono così convenzionali. Niente insalate di mare, niente spaghetti con le vongole, grandissimo spazio al pesce locale e meno conosciuto come il centrofolo, un pesce che si trova raramente nel Mediterraneo quando si pesca la palamita, dal sapore spettacolare, o il pesce castagna, la cui carne ha un sapore e un odore piuttosto forte che richiede grande tecnica nell’abbinamento. Ottima la cozza in tempura con granita di limone e aria di mare così come la Linguina ajo, ojo, peperoncino, zenzero, spirulina e crudo di gamberi, da provare assolutamente.
Via Sandro Pertini, 29
06 9259 7477
hostrestaurant.it
Che nome particolare vero? 4112 sono le coordinate per raggiungere il ristorante via mare. Via terra invece è facile: si trova a Fiumicino, nella stessa struttura del Tino e infatti Lele Usai è lo chef patron del ristorante. Il locale è all’interno del Nautilus Marina Yacht Club, cantiere navale velico fondato circa 50 anni fa dalla famiglia Bulgari e sede storica dell’ammiraglio Agostino Straulino.
Qui Daniele Usai propone la versione pop dei suoi piatti: prezzi abbordabilissimi, ottime materie prime e piatti che invogliano a tornarci più volte. Da provare lo Sgombro affumicato, misticanza, uova sode e maionese tra gli antipasti; i Paccheri alla genovese di moscardini regnano tra i primi, ma in carta c’è anche un meraviglioso Spaghetto al pomodoro e basilico che riconcilia con il proprio bambino interiore. Per terminare non perdetevi il pescato del giorno e uno dei dolci tradizionali preparati dalla brigata di Usai.
Via Monte Cadria, 127
06 658 1179
quarantunododici.it
Un ristorante sul mare composto da due sale adiacenti e comunicanti, con ampie vetrate che permettono agli ospiti di vivere il mare sia d’estate sia d’inverno. Da qui sono passati tutti i più grandi artisti che hanno reso Roma un luogo meraviglioso negli anni della Dolce Vita. Il ristorante è cambiato tanto in questi anni, rispetto alle ospitate di Fellini e Mastroianni è quasi totalmente innovato, pur mantenendo l’anima sofisticata voluta da Augusto Bastianelli, il fondatore scomparso un paio di anni fa.
I piatti sono ricercati ma tradizionali: qui si mangia ottimo pesce fresco, cucinato a dovere e presentato ai clienti nella maniera più carina possibile. Ci sono i grandi classici come il Sauté di cozze, il Crudo del Molo, gli Spaghettoni vongole e bottarga o una semplice grigliata di pesce; ci sono poi le sperimentazioni come il tataki di tonno su gazpacho con spuma di kefir e lamponi. Il Molo Bastianelli è una certezza della ristorazione classica del litorale laziale.
Via della Torre Clementina, 312
06 650 5378
almolobastianelli.it
Altro locale storico di Fiumicino che recentemente ha visto cambiare leggermente la propria filosofia di cucina. Autore delle modifiche è Alessandro Pietrini, chef della Marina dal 2019. Il locale apparteneva in passato alla famiglia di Franco Di Lelio, il titolare della Pizzeria Sancho. Il nuovo chef ha improntato la sua cucina sulla località, il chilometro zero e il pesce fresco acquistato all’asta tutti i giorni. Spazio, anche qui, alle verdure di Maccarese che valorizzano gli accompagnamenti ai piatti tradizionali di Pietrini.
Il cuoco ha una storia molto italiana: la famiglia Pietrini ha un locale a Ostia, La Caletta, ed è qui che ha mosso i primi passi il cuoco, sotto la guida di sua nonna, la donna gli ha insegnato tutti i segreti del mestiere, prima in sala, poi in cucina.
La Marina è un locale moderno, con richiami marinareschi alle pareti, la cucina a vista e una cantina ben fornita. Vista l’attenzione al pescato locale, in menu svettano i crudi e gli antipasti freddi. I primi sono super tradizionali ma ben eseguiti: da provare gli spaghetti alle vongole e il risotto allo scoglio; molto interessanti le pappardelle con i gamberi rossi, i broccoli siciliani e la bottarga.
Alessandro Pietrini è inoltre l’ultimo chef di questa lista che fa parte di Periferia Lodata, un’associazione di Fiumicino che promuove il territorio e le microproduzioni. Con lui anche Marco Claroni, Lele Usai, Gianfranco Pascucci e Benny Gilli, un cuoco molto preparato che ha però il ristorante a Fregene.
Via della Torre Clementina, 140
06 6504 7360
Una certezza della ristorazione di Fiumicino, a pochi passi dall’aeroporto; un locale che ha più anime all’interno di una struttura molto sofisticata, con arredamento ricercato. Cielo FCO è un ristorante di pesce ma anche una braceria, una pizzeria, un cocktail bar, un sushi restaurant. Tutti questi format potrebbero spaventare ma è un po’ ciò che abbiamo visto con il Ro World a Nola, In Piazza a Volla o il Kaiser a Giugliano.
Il "multisala" della ristorazione potrebbe essere una soluzione che vedremo sempre più spesso in futuro, perché sta funzionando. Da provare in questo locale, la Tartare di ombrina con gazpacho di ciliegie al profumo di menta e fava Tonka e lo Spaghettone fresco con mazzancolla locale, pachino e stracciata pugliese.
Per la braceria viene usato il forno Josper, un macchinario che ha rivoluzionato le cucine europee negli ultimi anni. Nato in Spagna, risolve numerose problematiche della griglia come il calore profuso da una griglia aperta o il fumo che si propaga nella cucina. Ottimi gli hamburger, da provare la Pancia di vitella, servita con spuma di patate e tartufo estivo.
Via della Torre Clementina, 154
06 650 6368
cielofco.it
Avete nostalgia degli anni ‘80? Questo è il posto che fa per voi. Non c’è sperimentazione, non ci sono fermentazioni o cotture a fuoco lento di pance di maiale. Ci sono gli spaghetti allo scoglio serviti nel carapace di un granchio, ci sono le scritte al cioccolato sui piatti dei dolci e la crema catalana. E va bene così.
La cucina di Lillo è solida, rassicurante, come quella di un nonno la domenica a pranzo. C’è passione e aria di casa in questo indirizzo, c’è una grandissima attenzione al cliente che torna volentieri non solo perché i piatti, seppur datati, sono cucinati alla perfezione: qui si sente l'abbraccio dal calore di un parente felice per la tua visita.
Via delle Gomene, 11
06 6503 9033