Inventati oltre 4.000 anni fa in Cina, entrati a far parte di cucine orientali come quella giapponese e quella thailandese, diffusi in tutto il mondo: i noodles, oggi, sono amati ben oltre i confini della loro terra d’origine. Ma che cosa e come si cucinano quello che sono chiamati, erroneamente, gli “spaghetti orientali”? Conosciamoli meglio.
Versatili, leggeri, gustosi: i noodles hanno conquistato tutto il mondo partendo all’Oriente e non è un caso. Grazie alla velocità di cottura (oggi esistono persino istantanei) e al poter essere conditi in moltissimi modi diversi, la specialità della cucina orientale ormai è diventata una prelibatezza globale, facile anche da provare a fare in casa con pochissimi ingredienti.
Spesso i noodles sono chiamati anche “spaghetti cinesi” o “spaghetti giapponesi” per via della forma simile al formato di pasta italiana, ma in realtà le due ricette sono totalmente diverse a partire dagli ingredienti fino al tipo di lavorazione e preparazione.
Scopriamo cosa sono i noodles, tutte le tipologie in cui esistono e tutti i modi in cui si può preparare questa iconica pietanza proveniente dall’estremo Oriente e diventata iconica anche grazie ai celebri cartoni animati giapponesi degli anni Ottanta.
I noodles sono un particolare tipo di pasta nato in Cina più di 4.000 anni fa che, tramite migrazioni e commercio, si diffuse anche in altre nazioni dell’estremo Oriente, in particolare il Giappone dove si sono profondamente radicati nella cultura locale, ma anche in Corea, Thailandia e in generale in buona parte del sudest asiatico.
Il termine noodle è il modo in cui questa particolare pietanza è stata chiamata una volta che è arrivata anche in occidente: è una parola inglese che deriva dal tedesco nudel e che vuol dire proprio “pasta”, entrata in uso in Inghilterra nel XVIII secolo per indicare una pasta lunga e sottile. Però è solo dal XIX secolo che "noodle" viene associato alla pasta orientale, ovvero da quando i primi immigrati cinesi iniziarono a introdurre questo piatto in occidente.
In origine i noodles si preparavano con il miglio, oggi invece vengono realizzati con diversi tipi di farine (possono essere di grano saraceno, mais, riso, soia, fagiolo mungo e persino di alghe), aggiunte all’acqua e in alcuni casi alle uova. Proprio negli ingredienti e nella preparazione i noodles si differenziano dalla pasta italiana.
I nostri spaghetti, realizzati generalmente con farina di grano duro, subiscono una trafilazione meccanica mentre i noodles si tagliano direttamente dalla sfoglia ottenuta in fili di diverso spessore in base alle diverse tradizioni.
Noodles è un termine molto ampio che abbraccia i tantissimi tipi diversi che esistono di questa particolare pasta orientale: sono infatti moltissime le varianti esistenti in base all’area di provenienza, che si differenziano tra loro per tipi di farine usate nell’impasto, tipi di cottura e modo in cui viene servita la pietanza. E ogni tipologia ha il suo nome particolare e specifico.
In Giappone, paese dove i noodles sono diventati parte integrante della cultura locale, esistono cinque varianti principali di questa specialità:
Meritano una menzione a parte i noodles istantanei, ormai diffusissimi non solo in Giappone ma anche nei nostri supermercati, dove è molto comune trovarli tra gli scaffali dedicati alla cucina internazionale. Sono una varietà già precotta e disidrata che puoi preparare in pochi minuti: si accompagnano infatti a una bustina di condimento, a cui dovrai aggiungere acqua bollita. Ti basterà attendere qualche minuto e il tuo ramen sarà pronto.
Introdotti in Giappone nel 1958, sono una sorta di “cibo spazzatura” rispetto al ramen tradizionale, ma la loro estrema comodità li ha resi popolarissimi in patria e anche a livello globale. Sono così amati che hanno anche un museo a loro dedicato: si chiama CupNoodles Museum e ha due sedi, a Osaka e a Yokohama.
I noodles sono molto diffusi ben oltre il Giappone e in ogni paese in cui sono diventati parte della cultura gastronomica hanno assunto caratteristiche e nomi differenti. In Cina e nel sudest asiatico sono molto usati i noodles di riso: sono friabili e quasi bianchi, di solito vengono venduti precotti ma richiedono comunque una seconda cottura.
In Corea si usano soprattutto noodles di soia, realizzati con i fagioli Mung. Sono più consistenti ed elastici rispetto a quelli di riso, vengono idratati con acqua bollente prima di essere utilizzati e si usano soprattutto all’intero delle zuppe o saltati nella wok insieme a diversi ingredienti.
In Thailandia si usa una varietà di noodles di solito a base di riso, tagliati larghi e molto porosi, motivo per cui sono la tipologia che assorbe meglio sughi e condimenti. Sono alla base del pad thai, una delle ricette più amate e famose della cucina thailandese, in cui vengono saltati con gamberi, arachidi, germogli di soia, salse e spezie.
Esistendo in così tante varianti diverse, i noodles si prestano a essere cucinati e conditi nei modi più vari. Per quanto riguarda la cottura generalmente tutti i tipi di noodles sono venduti disidratati e quindi richiedono di essere bolliti o scottati in acqua salata.
Una volta reidratati puoi usarli così come sono per inserirle in zuppi e brodi – per esempio se vuoi preparare il famosissimo ramen – oppure li puoi saltare in padella insieme a verdure, carne o pesce e preparare un piatto unico delizioso, come per esempio il pad thai.
I noodles possono essere anche fritti o utilizzati in modo creativo, per esempio per creare dei particolari involtini di noodles con carne e verdure. Insomma, le ricette in cui puoi usare la pasta orientale sono tantissime e delle più varie: noi te ne proponiamo alcune, ma le interpretazioni possibili di questa pietanza sono davvero infinite.
Ricorda solo una regola: che li mangi fritti o saltati in wok, caldi o freddi, devi sempre usare le tipiche bacchette e non le posate, per vivere l’esperienza di gustarli come si fa nei loro paesi di origine.