Quali sono e da cosa si ottengono i coloranti alimentari naturali? Cocciniglia ma non solo: da quali frutti o verdure si possono ricavare? Spinaci per il verde, semi di papavero per il nero, fragole per il rosso e tanti altri.
Negli ultimi tempi abbiamo dedicato spazio alla questione coloranti. Quali e quanti sono? Perché vengono utilizzati in cucina e come poterli eventualmente riconoscere leggendo l'etichetta degli alimenti? Abbiamo parlato dei coloranti in generale, abbiamo anche illustrato un elenco di quelli che, più o meno recentemente, sono stati vietati per legge. Se in molti casi vengono ricavati attraverso procedimenti chimici, ne esiste una categoria ottenuta in modo naturale.
Abbiamo capito come l'utilizzo dei coloranti sia esclusivamente dovuto a fattori estetici e non legati al gusto delle pietanze.
Rendere più allegri e vivi i nostri piatti senza fare ricorso a coloranti chimici (indicati con sigle da E100 a E199) e considerati additivi alimentari, insomma, è possibile. Bisogna infatti partire per lo più da frutta e verdura. Non c'è una vera e propria indicazione o codice per indicarne l'utilizzo ma, come per ogni altro ingrediente, è fondamentale consultare l'etichetta per capire se in un alimento è stato utilizzato un colorante chimico oppure uno naturale. Sulla confezione è scritto tutto ciò che è contenuto in un determinato cibo, quindi eventuali quanto spiacevoli sorprese possono essere facilmente evitate.
Potendo utilizzare un vasto tipo di vegetali sono molti i coloranti naturali ricavabili da frutta e verdura. Un esempio? La tonalità arancione conferita, per esempio, al formaggio Cheddar è data dal carotene (ottenuto, ovviamente, dalla carota) ma per il medesimo scopo cromatico viene anche utilizzato il curry così come la curcuma.
Il rosso invece (oltre che dalla tanto controversa e discussa cocciniglia) si ricava da pomodori, fragole, mirtilli rossi, da ciliegie particolarmente mature, cavolo rosso, mirtilli neri e aceto. C'è anche il fucsia, direttamente dalla barbabietola (grande capacità colorante ma altrettanto sapore spiccato), e il viola dai mirtilli o lamponi, mentre il giallo è il risultato dell'uso di zafferano o peperoni. Da menta, tè matcha (specialmente per i dolci), spinaci e bietole si ottiene il colorante verde. Cioccolato bianco o farina, ovviamente, per il più candito dei colori. E il nero? Principalmente dal ribes così come dal nero di seppia, sesamo nero e semi di papavero.