Se non sai proprio dire di no quando ti presentano un dolce, anche se sei molto sazio, la motivazione è molto semplice: sei "vittima" del tuo subconscio e della sazietà sensoriale specifica. Il "trucchetto" che il nostro cervello ha sviluppato in migliaia di anni di evoluzione.
Al dolce non si riesce mai a dire di no, neanche dopo un pasto abbondante, una di quelle vere abbuffate. Sei sazio, hai pure allentato di un buco la cintura ma qualcuno porta a tavola un dolce e all'improvviso lo stomaco si riorganizza e crea uno spazietto per un altro po' di cibo. Se ti rivedi in questa situazione sappi che non sei solo: si chiama sazietà sensoriale specifica. Il primo a parlare di questo fenomeno è stato Jacques Le Magnen nel 1956, un neurobiologo francese, ma dagli anni '80 in poi è diventato un affare della Penn State, storica università americana. Cerchiamo di approfondire l'argomento ma ti diciamo subito che se hai la sensazione di fare spazio nella pancia quando vedi un dolce sappi che non è un'impressione: il tuo corpo fa davvero spazio.
Alla Penn State (l'Università della Pennsylvania) questa è materia di ricerca per Barbara Rolls, docente del campus e direttrice del Laboratory for the Study of Human Ingestive Behavior. La professoressa a Vox, un noto magazine statunitense, ha spiegato accuratamente il fenomeno dicendo che la sazietà sensoriale specifica è una cosa molto positiva per gli umani dal punto di vista evolutivo. Ci incoraggia a variare "perché da onnivori abbiamo bisogno di mangiare vari cibi. Questa sensazione è evidente quando vediamo i dolci, ma in realtà ci aiuta anche a ridurre l'appetito quando consumiamo una sola tipologia di cibo". In pratica è il nostro subconscio che ci dice di fermarci, perché non ci fa bene mangiare sempre la stessa cosa.
La Rolls usa questo fenomeno anche per spiegare la tendenza a mangiare in eccesso "quando siamo al ristorante o durante un buffet. La controindicazione di questa sensazione è nella situazione opposta: quando la varietà dell'offerta è ampia, mangiamo oltre il livello di sazietà". Se alla fine di un pasto sostanzioso abbiamo voglia di dolce lo dobbiamo solo a questo trucchetto psicologico che il nostro cervello utilizza "contro" di noi: abbiamo mangiato cibi prevalentemente sapidi, quindi lo stomaco trova il posto per il dolce anche se non abbiamo più fame. Sfrutta l'istinto della preservazione perché gli onnivori hanno bisogno di una gran varietà di alimenti nella propria dieta.
Barbara Rolls ci spiega anche come usare questo "trucchetto" a nostro vantaggio: "I bambini mangiano più verdure se gli serviamo tante varietà diverse, magari con una base di sapori e colori differente. Quando gli viene presentata una sola tipologia si irrigidiscono perché il cervello dei bambini è molto più soggetto all'istinto. Le persone dovrebbero apprezzare la varietà di alimenti che hanno a disposizione — conclude la ricercatrice americana — e dovrebbero sfruttare queste informazioni nella vita di tutti i giorni. Se ci godiamo la varietà riusciamo a farla funzionare, a mantenere uno stile di vita sano e ad avere una dieta equilibrata". La Rolls non l'ha detto ma, in pratica, la dieta mediterranea soddisfa anche questo particolare caso di studio: fin da bambini siamo invogliati da genitori e nonni a mangiare tantissime cose, ad assaggiare diverse tipologie di alimenti che entreranno a far parte della nostra vita per sempre.