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24 Novembre 2023 14:00

Napoleone vero “italiano”: poco champagne e tanto caffè. Ecco cosa beveva l’imperatore

Il film di Ridley Scott riporta in auge la figura di Napoleone in tutta la sua potenza. Ma cosa beveva l'imperatore? A sorpresa: poco champagne, tanto caffè.

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C'è la "Napoleone-Mania" grazie al film di Ridley Scott sulla vita del generale francese interpretato per l'occasione da Joaquim Phoenix. Il regista americano sta riportando in auge la figura di Napoleone Bonaparte anche se il film sta avendo un avvio un po' zoppicante sia con il pubblico sia con la stampa. Tante le criticità, soprattutto storiche, riguardanti la pellicola ma questo è un ottimo momento per approfondire la vita e le abitudini di un personaggio tanto particolare. Sappiamo ad esempio che beveva un po' di veleno ogni giorno (soprattutto in esilio) per sviluppare una resistenza agli assassini e che è stato forse il primo brand ambassador della storia visto il suo legame con Jean-Rémy Moët, nipote del fondatore della prestigiosa cantina. Anche se la storia finora ci ha raccontato di un Napoleone grande appassionato di champagne, non è d'accordo il professor Michael Broers che ha spiegato agli inglesi i gusti dell'imperatore in fatto di vino.

Soldato, imperatore e infine esule: ma cosa beveva a tavola?

Napoleone Bonaparte era praticamente astemio. Beveva e mangiava pochissimo ma secondo il professor Broers, docente di Storia dell'Europa occidentale a Oxford ormai in pensione, lo faceva anche male: aveva pochissimo gusto. Il professore inglese è uno dei massimi esperti della figura di Napoleone che ci siano al mondo e al sito britannico Thedrinksbusiness ha spiegato cos'è che rientrava nelle grazie del generale corso.

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Il docente sfata subito un mito: "Di sicuro non gli piaceva lo champagne perché era frizzante e gli dava fastidio" dice Broers. Il docente non ne fa neanche una questione meramente gustativa, dice anzi che Napoleone era figlio dei suoi tempi e che a quei tempi "a meno che non si fosse molto ricchi, si beveva il vino del luogo di provenienza". Napoleone nacque in una famiglia della piccola borghesia in Corsica e quindi si adattò ai vini isolani, soprattutto "ai rossi piuttosto ruvidi e rustici. Li tagliava con l'acqua e ci aggiungeva il miele perché è così che si usava fare a quel tempo". Le cose migliorarono dopo le due campagne d'Italia perché in Piemonte "scoprì il Barbera (Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato). È quello che bevve dopo la battaglia di Marengo con il suo pollo" dice Broers. Prima di raggiungere i gradi invece preferiva abbinare il vino con la carne di capra e di pecora.

Quando salì al potere scoprì il Borgogna "ma il suo vino preferito era il Gevrey-Chambertin. Lo amava, non ne faceva mistero". Il docente ci tiene a sottolineare che era comunque quasi astemio a causa del suo retaggio italiano. All'epoca la Corsica era italiana (il cognome originale di Napoleone era infatti Buonaparte) e chi beveva era "esiliato" dalla vita sociale. Era vergognoso essere visti sotto l'effetto dell'alcol nella Corsica dell'800. Questo retaggio se lo sarebbe portato dietro per tutta la vita infatti non assumeva nulla che alterasse la sua percezione della realtà con una sola eccezione: "Non fumava, non si drogava, era dipendente solo dal caffè che amava anche preparare. Lasciava questo onere agli altri solo se in sala c'era un altro italiano". Un Napoleone così stereotipato non lo avevamo mai visto.

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