Le spiagge bianche, il Mar dei Caraibi davanti a noi, il profumo di salsedine: basta un mojito per andare direttamente a Cuba, anche solo con il pensiero. Insieme a Vincenzo Pagliara, bartender del Laboratorio Folkloristico a Pomigliano d'Arco, vediamo come fare un mojito perfetto e alcune varianti che probabilmente non avete mai visto.
Il mojito è un cocktail molto famoso di origine cubana, apprezzatissimo dallo scrittore Ernest Hemingway e da Fidel Castro. Originariamente pensato come drink da dopo cena, ancora oggi mantiene viva questa tradizione ma ormai le persone si gustano questo cocktail beverino a ogni ora del giorno, soprattutto in estate. Gli ingredienti sono rum chiaro, foglie di menta e zucchero con succo di lime, ghiaccio e soda o acqua frizzante.
Il mojito cubano ha una gradazione che varia dagli 11° ai 22° in base al rum utilizzato ed è un cocktail che fa parte della famiglia dei julep, cioè i cocktail che hanno come ingrediente la hierbabuena, meno amara della menta selvatica.
Il bicchiere per il mojito è un tumbler alto, dalla forma cilindrica per permettere alla soda di sprigionare tutta la sua essenza; il bicchiere deve essere ghiacciato o freddo di frigorifero. Vi suggeriamo di dotarvi anche di un bar spoon, il classico cucchiaino lungo per mescolare gli ingredienti del cocktail. Il mojito è un drink che si prepara direttamente nel bicchiere. La ricetta è molto semplice, bastano solo alcuni piccoli accorgimenti per essere preparato alla perfezione. Questi suggerimenti ce li mostra Vincenzo Pagliara, secondo classificato alla World Class Italy, uno dei titolari di Laboratorio Folkloristico, Cocktail bar dell'anno in Campania per il Gambero Rosso. Il giovane bartender ci mostra in video tutti i passaggi per preparare un mojito perfetto e anche un paio di varianti molto interessanti pensate per esaltare i sapori tipici del Mediterraneo.
La storia del mojito è piuttosto controversa: leggenda vuole che il cocktail sia stato inventato dal famoso corsaro Francis Draque nel XVI secolo, preparato con l'aguardiente, ovvero un rum non invecchiato, lime, acqua, zucchero bianco e la hierbabuena, una menta cubana. La ricetta moderna del mojito, quella che conosciamo tutti con il rum "classico" al posto dell'aguardiente arriva solo durante la II Guerra Mondiale, sempre sull'isola di Cuba.
Anche sull'origine del termine "mojito" ci sono diverse teorie: secondo alcuni sarebbe legato al mojo, un condimento a base di aglio e agrumi, tipico della cucina caraibica; un'altra teoria lo colloca nella tradizione vudù, con il termine "mojo" che significa "incantesimo".
Il bartender del Laboratorio Folkloristico ci presenta la ricetta tradizionale del mojito con una sola variazione rispetto al registro IBA ( International Bartenders Association): suggerisce di mettere qualche fogliolina di menta in più "perché il mojito è un cocktail molto estivo, molto beverino, mi piace che arrivi quell'aroma di menta ai clienti".
Iniziamo dal principio: che bicchiere si usa per il mojito? La scelta migliore è un tumbler alto, dalla forma cilindrica; deve essere molto freddo. Il mojito è pur sempre un cocktail estivo, deve rinfrescarvi. Va bene comunque qualsiasi bicchiere sviluppato in altezza, così da permettere alla soda di sprigionare tutto il proprio potere beverino. Ricordate: il mojito è un drink che si compone direttamente nel bicchiere, non ha bisogno di shaker o altro.
Nel bicchiere rinfrescato mettete due cucchiaini di zucchero bianco, poi, con l'ausilio di un premi agrumi, utilizzate il succo di mezzo lime. Inserite la soda o l'acqua frizzante, così da sciogliere lo zucchero, e poi le 10 foglioline di menta prima di mescolare col cucchiaino lungo. Suggerimento importantissimo: massaggiate la menta, non pestatela né rompetela perché la clorofilla contenuta all'interno delle foglie è amara e rovina il drink.
Adesso è il momento del rum: se non avete il jigger per misurare i 50 ml di rum non c'è problema, una tazzina di caffè è più che sufficiente e contiene circa 50 ml (gocciolina in più, gocciolina in meno, non è importante). Rimescolate e aggiungete del ghiaccio: riempite il bicchiere fino all'orlo così da farlo sciogliere molto più lentamente. Terminate il mojito con un piccolo rabbocco di acqua frizzante o soda e, con l'ausilio del cucchiaino, decorate il bordo interno del bicchiere con le foglioline di menta. Per la guarnizione usate un ciuffettino di menta.
Il bar di Pomigliano d'Arco che ha ideato i distillati personalizzati qualche mese fa è famoso per l'inventiva dei tre soci: Vincenzo Monda, Francesco Manna e Vincenzo Pagliara. I tre ragazzi ci tengono moltissimo alla riqualificazione del proprio territorio e alla tutela dell'ambiente quindi le due varianti proposte dal bartender finalista della World Class sono molto più "local" rispetto al mojito tradizionale.
La prima variante del mojito vede protagonisti due vegetali che crescono in abbondanza nell'Area Mediterranea: il timo e la citronella (conosciuta anche come lemongrass). Per questo mojito avrete bisogno di:
Come per la versione tradizionale prendete un bicchiere lungo ghiacciato. Questa volta non si parte dallo zucchero ma direttamente da timo e citronella, passate poi al succo di limone o di verdello (un agrume di Sicilia profumatissimo). Per addolcire il tutto utilizzate il succo di miele, possibilmente della varietà Millefiori. Come si fa il succo di miele? Niente di più semplice: basta unire acqua e miele in parti uguali. Mettete poi la soda e i canonici 50 ml di rum chiaro. Colmate il bicchiere col ghiaccio e guarnite il tumbler con la citronella e un rametto di timo.
Se siete dei gin lover, questo è il mojito che fa per voi: la seconda variante pensata da Pagliara è un po' più complicata da preparare ma è davvero squisita:
Per la seconda variazione vi servirà uno shaker da barman. Ovviamente questa attrezzatura non ce l'hanno tutti in casa quindi come sostituire uno shaker? In realtà è molto semplice: va benissimo anche il classico termos.
Colmate lo shaker col ghiaccio, unite il gin, il liquore a base di erbe e il succo di limone e poi filtrate il tutto in una coppetta (anche questa possibilmente fredda). Al posto della soda questa volta usate un verjus, ovvero un succo di uve verdi raccolte all'autunno (ma si può ottenere con qualsiasi frutto acerbo). Più difficile da trovare in giro rispetto agli altri ingredienti, potete acquistarlo facilmente online. Guarnite infine con una foglia di limone per un tocco aromatico ed elegante a tutto il drink.
Il tema del food pairing con i cocktail è sempre più vivo nell'alta cucina. Visto che non siamo in un ristorante stellato ma a casa nostra cerchiamo di capire insieme come abbinare il mojito al cibo. Il drink è molto estivo ma la componente di rum, lime, menta e zucchero lo rende un ostico alleato dei vostri piatti preferiti. Solitamente si usano piatti molto speziati, per contrastare la dolcezza e l'aromatizzazione del cocktail. Il mojito è perfetto per le braciate se amate marinare la carne o guarnirla con salse speziate. Questo cocktail è ottimo anche coi tacos tradizionali messicani, molto grassosi.
Se preferite il pesce potete optare per il salmone, avendo l'accortezza di farlo marinare in un composto di limone, pepe e aneto così da usarlo come vero accompagnamento al mojito, non come contrasto al cocktail come con i tacos.