Il ristorante automizzato sarà il futuro del settore? Alcuni studenti di ingegneria di Stanford, insieme a uno chef, hanno dato vita al primo locale senza personale (e costi derivati) in cui operano i robot.
Locali modulari, automatizzati, “gestiti” completamente (o quasi) da robot. È questo il futuro che ci aspetta, e attende la ristorazione, nei prossimi anni? È sicuramente il presente ideato e creato da quattro ragazzi statunitensi, capaci di dare vita a San Francisco a un format inedito, in cui all'interno di una piccola cucina componibile (di 10 mq) le vivande sono preparate da automi e servite direttamente ai clienti.
Uno degli effetti di questa rivoluzione risto-tecnologica? Il minor costo, per il cliente, del piatto finito, permesso da un taglio delle spese di gestione e del personale. Non il festival dell’eticità magari, ma un esperimento che, chissà, potrebbe avere un seguito in un futuro più o meno prossimo. Probabilmente più vicino di quanto non immaginiamo.
I “visionari” in questione sono lo chef, già stellato, Eric Minnich (impegnato ora nello sviluppo di startup innovative per la ristorazione) e tre studenti di ingegneria di Stanford, artefici di un ristorante (o forse più corretto dire uno spazio) modulare, contenuto nelle dimensioni, essenziale nei servizi, in cui le vivande sono preparate da automi in sostituzione degli esseri umani. Nel funzionamento e nella fruizione ricorda un po’ la gelateria di Seul in cui agisce, di fatto, un braccio meccanico; impiegato nella composizione dei coni e nel servizio al cliente.
Al prezzo finale del piatto concorrono anche spese “nascoste”, non derivate direttamente dalla materia prima utilizzata per realizzare la portata. Il cosiddetto food cost, infatti, non è dato solamente dalla sola somma degli ingredienti in uso.
C'è da tenere in considerazione il prezzo di un eventuale affitto del locale, quello del personale, le spese di gestione, pulizia, allestimenti: tutto ricade sul prezzo finale di un piatto. Per ovviare a ciò il team formato dagli studenti di ingegneria e dallo chef ha proposto un format di ristorazione in cui tutti questi costi verrebbero tagliati o, quantomeno, fortemente limitati. In quanto, come detto, ci sarebbero gli automi come attori principali di questo nuovo servizio che sembra uscito dal film Io, Robot.
“Abbiamo scoperto che il burrito che noi paghiamo 10 dollari non costerebbe più di 3 dollari, se non fosse gravato da costi di personale, gestione e affitto del locale” hanno fatto sapere i ragazzi giustificando la loro idea. “Una soluzione modulare e automatizzata come la nostra taglia tutti questi costi e offre cibo di qualità a prezzi estremamente vantaggiosi“
Il funzionamento è molto semplice e intuitivo. I clienti possono fare le ordinazioni su schermi appositi (simili a quelli presenti nei fast food) oppure online, per poi ritirare di persona le vivande o riceverle comodamente a casa tramite i servizi di delivery. Al momento il prototipo lanciato all’inizio dell’anno (integrato a una cucina in minima parte gestita da personale fisico), è progettato per la realizzazione di insalate in stile mediterraneo, contorni (per lo più a base di verdure), primi piatti (riso) e bevande. I prezzi oscillano tra i 5 dollari e i 10.
Se questo format dovesse confermare il successo già riscontrato nei primi mesi di “prova” non è escluso che possa essere diffuso su larga scala già nel 2022. L'augurio, scherziamo ed estremizziamo, è che la situazione non degeneri proprio come in Io, Robot.