L’ONU ha dichiarato il 2023 l’anno internazionale del miglio, cereale che ha tanti punti di forza dal punto di vista nutrizionale, ma che fa anche bene al pianeta.
I cereali sono una risorsa preziosa, un’alternativa alimentare sempre più diffusa e benefica per il nostro organismo. Non sempre, però, sono la soluzione più sostenibile per il pianeta: le coltivazioni, infatti, richiedono molto spazio e molta acqua, tranne che in un caso. Il miglio, uno dei cereali meno conosciuto e utilizzato, ma tra i più vantaggiosi. Dal punto di vista nutrizionale, perché è ricco di caratteristiche benefiche, e anche da quello ambientale: la pianta cresce in situazioni climatiche complesse, richiede poca acqua e non erode il suolo. Non ha caso, l’ONU ha dichiarato il 2023 l’anno internazionale del miglio, proprio per incoraggiare la coltivazione e l’utilizzo di quello che è considerato il cereale del futuro.
Nonostante sia stato scoperto – o meglio, riscoperto – solo di recente, il miglio è un cereale antico, consumato già nell’antica Roma e molto usato durante il Medioevo, epoca in cui sostituiva la carne. Il suo nome botanico è Panicum miliaceum, appartiene alla famiglia delle Graminacee ed è una pianta che cresce per circa un paio di metri, producendo semini piccoli e lisci che sono, appunto, la sua parte edibile.
In Occidente è molto poco diffuso, mentre viene ancora usato largamente in Africa, Asia e soprattutto in India, eppure è un cereale ricchissimo di proprietà nutritive. Prima di tutto è molto nutriente, ricco come è di carboidrati, ma contiene anche l’11% di proteine, più di tutte le altre specie di cereali.
Il miglio è anche privo di glutine, dettaglio che lo rende consumabile anche da chi ha problemi di diabete e da chi soffre di intolleranza. Dal punto di vista dei micronutrienti, il cereale è ricco di minerali, vitamine e di acido silicico, sostanza che stimola la produzione del collagene. Tutte queste caratteristiche lo rendono un alimento eccellente per migliorare pelle e capelli, ma anche ottimo per la salute cardiovascolare e per un generico effetto antistress.
Ogni anno l’ONU individua un alimento da sensibilizzare in ottica di sviluppo sostenibile, e d’accordo con la FAO (Food and Agricultural Organization), per l’anno in corso ha scelto proprio il miglio. La speranza è quella di diffondere sempre di più un alimento che può fare davvero del bene al pianeta e all’uomo: il miglio, infatti, cresce anche nei luoghi più impervi, richiede poco spazio e poca acqua per essere coltivato, ed è un cibo molto nutriente.
Questo vuol dire che, con un solo prodotto, si riuscirebbe a fronteggiare, almeno in parte, problemi come la fame, la malnutrizione, la povertà, il riscaldamento globale, l’aumento della popolazione. Oggi il miglio occupa meno del 3% del mercato globale: la speranza dell’ONU è che, con la sua campagna di sensibilizzazione, questa percentuale aumenti fino ad avere un impatto su tutto il mercato cerealicolo.
I valori e la sostenibilità del miglio sono molto interessanti, ma come si usa questo cereale in cucina? In realtà è molto facile inserirlo nelle nostre ricette, perché è un alimento molto versatile. In commercio si trova già decorticato, e quindi non serve metterlo in ammollo ma solo lavarlo molto bene con l’acqua. Nell’acqua va anche cotto – in volume pari al doppio di quello del miglio – per poi essere lasciato a gonfiare e raggiungere il suo perfetto stato per essere usato come ingrediente. A questo punto, il miglio può diventare parte fondamentale delle zuppe, unito per esempio a legumi come i ceci e le lenticchie.
Può essere utilizzato come condimento per insalatone ricche degli ingredienti più vari, oppure può essere impiegato nella preparazione di timballi al forno, tostato in padella e poi condito con i sapori più vari. Con il miglio, poi si possono modellare sfiziose polpettine e invitanti hamburger alternativi.
Il miglio è eccellente anche per preparare i dolci: lo trovate sotto forma di farina, con cui si preparano facilmente anche torte, pane, crackers e biscotti.