Le mesciua è una zuppa di legumi e cerali tipica della cucina ligure, in particolare della città portuale di La Spezia. Si tratta di un piatto dalle origini estremamente povere, conosciuto anche con il nome di mescciüa, termine dialettale che sta per mescolanza o mescolare: in passato, infatti, le mogli dei marinai erano solite raccogliere sulle banchine i legumi secchi caduti in terra dalle casse delle navi che attraccavano al porto, e mescolarli poi, dopo averli sciacquati e messi a bagno, con farro, orzo, riso o quello che avevano a disposizione in casa.
Per replicare la ricetta originale abbiamo utilizzato del farro integrale e legumi secchi, in particolare fagioli cannellini e ceci, da mettere a bagno in acqua fredda con un pizzico di bicarbonato nel rispetto dei diversi tempi di ammollo. Ma, se preferisci, puoi velocizzare le operazioni scegliendo quelli precotti, preferibilmente conservati in barattoli di vetro e di buona qualità, e optare poi per del farro decorticato o perlato. Trascorsa la fase di riposo, ti basterà cuocere separatamente i cannellini a partire da acqua fredda per circa 1 ora, e i ceci con il cereale per un paio d'ore, e miscelare infine insieme gli ingredienti lasciandoli insaporire ancora per qualche istante sul fuoco. Il risultato sarà una minestra semplice, ma nutriente, da irrorare con un buon olio extravergine di oliva e profumare con una macinata di pepe fresco.
Ideale da portare in tavola come sostanzioso comfort food durante le giornate più fredde, la mesciua può essere consumata sia come primo sia come piatto unico per qualunque pranzo o cena di famiglia.
Se desideri, puoi arricchire la zuppa con lenticchie, fagioli borlotti o cicerchie, oppure puoi renderla ancora più gustosa portando a cottura i legumi con un soffritto di carota, sedano e cipolla e un pizzico di peperoncino in polvere.
Scopri come preparare la mesciua seguendo passo passo procedimento e consigli. Se ti è piaciuta questa ricetta, prova anche la zuppa di legumi .
Metti a bagno i fagioli in acqua fredda con un pizzico di bicarbonato 1 e lasciali in ammollo per circa 8 ore.
Metti a bagno i fagioli in acqua fredda con un pizzico di bicarbonato 1 e lasciali in ammollo per circa 8 ore.
Raccogli i ceci secchi in una ciotola capiente 2.
Raccogli i ceci secchi in una ciotola capiente 2.
Unisci il farro 3.
Unisci il farro 3.
Copri con l'acqua fredda 4.
Copri con l'acqua fredda 4.
Lascia in ammollo il farro e i ceci per 12 ore 5.
Lascia in ammollo il farro e i ceci per 12 ore 5.
Trascorso il tempo, scola per bene i cannellini e lessali a partire da acqua fredda per circa 1 ora, o fino a quando non saranno teneri 6.
Trascorso il tempo, scola per bene i cannellini e lessali a partire da acqua fredda per circa 1 ora, o fino a quando non saranno teneri 6.
Scola i ceci e il farro, versali in una pentola capiente coperti con acqua fredda 7 e fai sobbollire su fiamma media per un paio d'ore.
Scola i ceci e il farro, versali in una pentola capiente coperti con acqua fredda 7 e fai sobbollire su fiamma media per un paio d'ore.
Una volta pronti, unisci il farro e i ceci ai fagioli cannellini ormai cotti 8 e mescola con cura per uniformare i sapori.
Una volta pronti, unisci il farro e i ceci ai fagioli cannellini ormai cotti 8 e mescola con cura per uniformare i sapori.
Trasferisci la mesciua in una zuppiera 9.
Trasferisci la mesciua in una zuppiera 9.
Irrora con un filo generoso di olio extravergine di oliva 10 e aggiusta di sale e di pepe.
Irrora con un filo generoso di olio extravergine di oliva 10 e aggiusta di sale e di pepe.
Distribuisci la mesciua nelle fondine individuali 11, porta in tavola e servi.
Distribuisci la mesciua nelle fondine individuali 11, porta in tavola e servi.
Le origini della ricetta, come tutti i piatti che affondano i natali in epoche remote, sono piuttosto incerte. Secondo alcuni erano gli stessi marinai del Golfo dei Poeti a fare incetta, a fine giornata, delle granaglie e dei legumi fuoriusciti dai sacchi traboccanti stipati sulle navi da carico mentre, secondo altri, fagioli, ceci, lenticchie e cereali erano la "paga in natura" data come compenso agli scaricatori di porto occasionali.