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3 Novembre 2023 11:00

Mele dell’Etna: alla scoperta delle antiche varietà che crescono sulle pendici del vulcano

Frutti piccoli e tondeggianti che fino a poco tempo fa rischiavano di scomparire, ma che grazie alla passione di una manciata di agricoltori sono diventati un simbolo di biodiversità da preservare.

A cura di Federica Palladini
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Probabilmente è più facile legare la Sicilia al pesce del suo mare o allo street food delle sue città, eppure in questa regione così sfaccettata c’è anche un patrimonio montano da salvaguardare. Alle pendici dell’Etna, il vulcano simbolo della zona est dell’isola, vengono coltivate ancora con passione e perseveranza alcune varietà di mele antiche, chiamate proprio le mele dell’Etna, che rappresentano una parte importante della biodiversità di questo territorio, nonché una testimonianza delle tradizioni contadine che rischiano di essere altrimenti dimenticate.

Le mele dell’Etna, varietà antiche dalla storia secolare

Le mele che nascono sul vulcano potevano scomparire: è solo grazie a una manciata di agricoltori, ora riuniti nella Cooperativa Agricola Zaufanah di Zafferana Etnea, in provincia di Catania, che questi frutti si sono salvati dal dimenticatoio e dall’estinzione, sopravvivendo in 19 varietà diventate nel 2016 Presidio Slow Food. La loro presenza autoctona sul vulcano si fa risalire al Medioevo, quando dal XII secolo fino al ‘500 era ancora abitato e laborioso il Monastero di San Nicolò La Rena di Nicolosi (detto anche di San Nicola) – ora abbandonato, ma protetto dal decadimento dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) – dove i monaci benedettini si dedicavano anche alla coltivazione delle mele. Non sembra essere un caso, infatti, che una tra le tre varietà più apprezzate leghi il suo nome a questo luogo di culto. Scopriamole insieme:

  • La mela cola, dove “cola” sarebbe appunto il diminutivo di Nicola. Si tratta di un frutto dalla buccia bianca e lentigginosa e con una polpa dal sapore lievemente acidulo.
  • La mela gelato, esternamente giallo-verde mentre all’interno si presenta bianchissima, farinosa e molto dolce. La polpa si caratterizza per le tipiche aree vitrescenti, traslucide, che ricordano l’aspetto del frutto ghiacciato.
  • La mela gelato cola, un incrocio avvenuto in modo naturale delle prime due è a oggi la più diffusa, con una buccia giallo-verde lentigginosa e una polpa dolce e profumata.

Esiste anche un’altra varietà che, nonostante sia ancora più rara delle precedenti, non passa inosservata: la mela cirino, chiamata così per la sua buccia giallo-biancastra talmente lucida che sembra avvolta in uno strato di cera.

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La coltivazione eroica delle mele dell’Etna, a mano come una volta

Piantare, far prosperare e commercializzare una red delicious rispetto a queste mele antiche è molto più facile e conveniente, perché è un frutto che attira per la sua buccia rossa e splendente e per la sua polpa dolce e succosa, che nel tempo l’hanno fatta diventare una delle più appetibili sul mercato, con guadagno assicurato. Per questo, dagli anni ‘70 molti coltivatori hanno abbandonato la produzione di cola, cola gelato e gelato e delle altre varietà tipiche dell’Etna, più faticose e meno remunerative. Questi meleti, infatti, sono disposti su terrazzamenti in pietra lavica impervi e difficili da gestire, tra gli 800 e i 1500 mt sul livello del mare (come quelli della viticoltura eroica dei vini vulcanici) e richiedono di essere trattati proprio come si faceva cento anni fa, ovvero manualmente in ogni loro fase. Per esempio, la raccolta avviene da settembre a ottobre per mezzo dei panari, ovvero dei cesti di vimini in cui si accumulano le mele che vengono poi trasferite nei fruttai, depositi realizzati dagli stessi contadini dove si conservano fino a completa maturazione ricoperte da felci.

Le proprietà delle mele dell’Etna e il loro utilizzo in cucina

Le mele dell’Etna sono un prodotto genuino che trae dal territorio le sue proprietà organolettiche, grazie al suolo lavico in cui crescono gli alberi e l’azione del vento che arriva dallo Ionio: il frutto è ricco di sostanze minerali, vitamine ed è ipocalorico. Come si può immaginare, la produzione data da queste cultivar si attesta attorno alle centinaia di quintali, spesso circoscritte ai mercati locali. Oltre a essere consumate fresche, con le mele dell’Etna – soprattutto gelato cola – si realizzano in particolare composte e confetture artigianali, da abbinare a formaggi stagionati così come a pane o fette biscottate, o come farciture di torte e biscotti. Solitamente sono vendute nelle fiere dedicate al mondo del food, ma si trovano da pochi anni anche via e-commerce, canale aperto durante la pandemia che ha permesso a queste “meline”, come vengono definite per la loro dimensione ridotta rispetto a quelle più comuni, di oltrepassare i confini dell’isola.

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