Si avvicinano le fasi finali per il talent show culinario più seguito della tv: la serata numero 10 di Masterchef Italia 9 vede infatti due eliminati eccellenti. Dalla Mystery Box con disegno, ai piatti multiculturali di Jeremy Chan, fino al temutissimo Skill Test: tutto quello che è successo nell'ultima puntata di Masterchef Italia 9.
Qual è stato il primo piatto cucinato dagli aspiranti chef di Masterchef Italia 9? Inizia con questa richiesta la puntata numero 10 del talent show culinario più amato della tv: i giudici chiedono ai 7 concorrenti ancora in gara qual è stata la prima volta che si sono messi ai fornelli, un tema su cui verterà la Mystery Box. È il racconto di Nicolò a colpire tutti: la sua risposta è "filetto alla Wellington". Dopo un attimo di stupore, arriva la commozione: la storia è legata alla morte della mamma, ad un periodo difficile e alla visione di Gordon Ramsay cucinare il beef Wellington in tv. Dopo tre ore di attività, Nicolò racconta di aver trovato finalmente un po' di gioia nel riuscire a riprodurre quel piatto, come se qualcosa l'avesse finalmente strappato via dal torpore in cui si era rinchiuso. Inizia con questa atmosfera la serata che vedrà due eliminazioni eccellenti: la gara è ormai nelle fasi più calde, ma anche in quelle che destano più emozioni.
La comunicazione e la capacità di dialogare con i propri colleghi in cucina è il vero tema di tutta la serata: un tema che si esprimerà in diverse prove. La Mystery Box prevede che i concorrenti cucinino un piatto che parli delle loro origini, ma in un modo particolare: devono scrivere una ricetta e disegnare il piatto. Nella scatola, infatti, trovano penna, matite colorate e un taccuino: il piatto dovrà essere quindi pensato dalla A alla Z. Ma la sorpresa non è ancora ovviamente arrivata: dopo poco i concorrenti scoprono di dover cedere la propria al concorrente vicino.
Qualcuno è preda di sconforto, come Antonio, che non riesce a capire cosa ha scritto Luciano, o Marisa, che si trova a disossare un pollo intero per fare la ricetta di Francesca; qualcun altro, come Maria Teresa, si sente più fortunato: la ricetta che Marisa le ha passato è bella, chiara e non troppo complessa da realizzare. Ma, a dispetto della partenza, è proprio Antonio ad essere chiamato fra i migliori, con la ricetta di Luciano (anche lui chiamato fra i migliori con la ricetta di Nicolò) e ad aggiudicarsi la prova.
L'ospite della seconda prova è Jeremy Chan, chef stellato con madre canadese e padre cinese che ha vissuto e lavorato in molti paesi diversi, assorbendone la cultura e alcuni tratti gastronomici. Il suo ristorante londinese, Ikoyi, propone piatti con evidenti influenze africane che si spingono verso la cucina fusion sperimentale grazie alle molte esperienze dello chef. I tre piatti che ha portato per i concorrenti esprimono perfettamente questo spirito: il primo è fatto con platano, sale di lampone, emulsione di scotch bonnet e peperoncino affumicato; il secondo è un riso jollof affumicato composto da riso jasmine thailandese, brodo jollof, zabaione di granchio e insalata di granchio; infine, un astice moin-moin: astice con fagioli, salsa di guanciale e torta moin-moin con insalata di astice e rapa all'infusione di ibisco. Tre piatti complessi e stratificati, con ricette che prevedono specifici passaggi raccontati dallo chef ad Antonio.
Antonio sceglie, non solo per se stesso ma anche per gli altri, la terza ricetta, l'astice moin-moin, che contiene più di 40 ingredienti. Ma c'è un aiuto: per aiutare una preparazione tanto elaborata la ricetta è stata divisa in diversi passaggi legati alle materie prime che la compongono. Ogni scatola presentata ai concorrenti contiene solo il necessario per una delle preparazioni che compongono il piatto e che andrà portata a termine in uno specifico intervallo di tempo: naturalmente la chiave è realizzare tutto entro le fasi stabilite per non restare indietro. Gli assaggi, in presenza dello chef ospite, decidono chi è stato il migliore: è Nicolò, che mette così il marchio sulla puntata. Le peggiori sono invece Marisa e Francesca: alla fine è Francesca, promettente concorrente cagliaritana, a dover lasciare la cucina di Masterchef, fra l'emozione di tutti.
Sono rimasti solo in 6 e sono a un passo dalla finale: Nicolò, Marisa, Antonio, Maria Teresa, Davide e Luciano si apprestano ad affrontare uno Skill Test, che questa volta sostituisce la solita prova in esterna. Il tema sono le tecniche di cottura, tre in particolare, scelte dai 3 giudici di Masterchef: la gratinatura per Locatelli, l'affumicatura per Cannavacciuolo e la cottura in umido per Barbieri.
La prova si svolge in 3 step ed è Nicolò a scegliere l’ordine degli step, per puntare a salvarsi già nella prima fase: opta per la gratinatura di chef Locatelli. L'esempio del giudice di Masterchef è un piatto storico dell'Harry's Bar di Arrigo Cipriani, i “Tagliolini verdi gratinati”, conosciuto anche “Tagliolini di Maria Callas” proprio perché molto amati dalla cantante. Ma la prova, per la gioia dei concorrenti, non punta alla riproduzione del piatto icona. In 45 minuti i concorrenti devono gratinare, cercando di variare il più possibile, cinque ingredienti: sogliola, finocchio, pomodoro, pesca e capesante. Nicolò spera di salire in balconata al primo step, ma non è così: ad aggiudicarsi la prima fase della prova sono Marisa e Davide.
Gli altri devono cimentarsi la cottura in umido, scelta da chef Barbieri, che presenta un succulento pollo in umido come esempio: un piatto della tradizione, goloso e invitante, che gli chef dovranno reinterpretare a modo loro, ma senza levare quelle caratteristiche di genuinità ed atmosfera casalinga che lo sostanziano. Al termine del secondo step, a fare il piatto migliore sono Antonio e Maria Teresa, che possono salire in balconata.
Arriva quindi il momento dell'affumicatura, sicuramente la tecnica più complessa: Cannavacciuolo, che ha scelto questo metodo presenta una triglia con parmigiana di melanzane e colatura di provola affumicata, un piatto con cui ha riprodotto i suoi ricordi di infanzia. Luciano e Nicolò hanno possono usare cinghiale, fagiano, capriolo e trota: devono scegliere la materia prima e decidere a cosa abbinarla e, soprattutto, su quale elemento praticare l'affumicatura.
Entrambi i piatti risultano "eleganti e gustosi": dunque la scelta non sarà facile per i giudici. A prevalere è il piatto di Nicolò: Luciano, il geometra palermitano 52enne che ha provato per due volte a seguire questo percorso deve lasciare la classe di Masterchef. Grande è la commozione, non solo di Luciano, ma anche dei giudici: in particolare dello chef Cannavacciuolo, autore della bocciatura di 5 anni fa. Ma il Luciano che lascia la cucina di SkyUno è sicuramente un uomo nuovo, con nuove energie e prospettive.