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1 Marzo 2025 9:00

Martedì Grasso: cosa si mangia per la festa che chiude il Carnevale

Il cibo è grande protagonista del periodo di Carnevale, ma è in particolare il giorno di Martedì Grasso che le cucine danno il loro meglio. Perché si mangia così tanto in questa ricorrenza e, soprattutto, cosa si mangia? Ecco le tradizioni enogastronomiche del Martedì Grasso in Italia e nel resto del mondo.

A cura di Martina De Angelis
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Festa, rinascita, un po’ di follia: Carnevale è la festa più divertente e colorata dell’anno, ma soprattutto è anche cibo in abbondanza. Questo momento in cui ci si maschera e ci si lascia andare a scherzi e risate, infatti, è caratterizzato da ricette non proprio leggere: per eccellenza ci sono i fritti dolci – primi fra tutti chiacchiere e castagnole – ma anche tante altre prelibatezze che si consumano, in particolare, il giorno di Martedì Grasso. È il giorno che chiude i festeggiamenti di Carnevale per lasciare spazio alla Quaresima e il nome è già tutto un programma: la parola d’ordine è mangiare, tanto e ricette molto corpose. Ma da dove arriva questa tradizione e, soprattutto, cosa si mangia esattamente il Martedì Grasso?

Che cos'è il Martedì Grasso e perché si chiama così

Il Martedì Grasso è l’ultimo giorno di Carnevale, o meglio il giorno che conclude l’antica settimana detta dei “sette giorni grassi”: secondo la tradizione cristiana è la settimana che precede l’inizio della Quaresima, un periodo che per i religiosi è caratterizzato da astinenza e purificazione praticate anche tramite i digiuni.

Queste pratiche erano molto diffuse in passato (sono valide ancora per i credenti, ma generalmente seguite con meno serietà), motivo per il cui l’ultimo martedì prima della Quaresima ci si dedicava a mangiare tutti i cibi più grassi, spesso fritti ma non solo, presentati su tavole opulente: un modo per “sfogarsi”, insomma, prima delle privazioni previste fino all’arrivo della Pasqua.

Esisteva anche una curiosa tradizione contadina, oggi caduta in disuso, di celebrare il Martedì Grasso mangiando 9 volte 9 cose (ma in altre versioni si mangiava una volta ma facendo 9 bocconi di ogni patto), tra cui erano comprese verdure, uova, carne, salsiccia, pasta e legumi, fino agli immancabili dolci fritti.

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Cosa si mangia in Italia per il Martedì Grasso secondo la tradizione

I piatti tradizionali del Martedì Grasso italiano variano da una regione all’altra, ma hanno dei fattori comuni legati sempre alla questione religiosa: poiché un tempo tutti osservavano il divieto di consumare carne durante la Quaresima, o comunque la regola di consumarne di meno, le tavole dell’ultimo giorno di festa erano ricche di piatti di carne, in particolare di maiale.

Ogni zona ha declinato questa tradizione a modo suo. Qualcuno, per esempio, ha abbinato il maiale con i fagioli: è il caso del Piemonte dove si fanno i fagioli grassi, una zuppa di fagioli e salsicce che comprende anche salamini e piedini, della Toscana e delle sue braciole unite a fagioli all’uccelletto, di Lazio e Abruzzo con i fagioli con le cotiche.

Altri abbinano il maiale con i primi, per esempio il Veneto che prepara i bigoli con la luganega o Basilicata e Calabria, dove non mancano i tradizionali maccheroni al ferretto. O ancora la Liguria con il suo il raviolo al tocco, un sugo di carne con una cottura molto lunga. Uno dei piatti più caratteristici del Martedì Grasso sono le lasagne di carnevale napoletane, a base di salsiccia e pancetta, con un ricco sugo di carne alternato agli strati di sfoglia con ricotta, uova sode, polpette di carne, mozzarella e provola.

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Ovviamente in qualsiasi regione non possono mancare i fritti, che non sono solo dolci come ben sai ma anche salati: tra le specialità del Martedì Grasso ci sono solo le zeppole di pasta cresciuta napoletane, ma anche i panzerotti pugliesi e lo gnocco fritto emiliano. Spesso i fritti sono accompagnati da torte salate come le pizze di Carnevale, che annoverano decine di varianti sparse in tutta Italia ma quasi sempre farcite con carni, formaggi e verdure; ne è perfetto esempio il calzone barese, una torta salata formata da due sfoglie simili alla pasta frolla che vengono farcite con macinato di vitello e maiale, ricotta, scamorza e uova.

E poi ovviamente, a concludere i pasti, ci sono gli immancabili dolci di Carnevale: anche in questo ogni regione conta decine di tipicità, ma tra gli immancabili spiccano le chiacchiere (che in ogni regione d’Italia hanno un nome diverso), le castagnole semplici o ripiene e gli struffoli (anche questi, in base a dove ti trovi, possono chiamarsi anche cicerchiata o pignolata).

Martedì Grasso nel mondo: i piatti tipici

In Italia siamo molto legati alla tradizione del Carnevale, ma non siamo gli unici a celebrare la “festa della follia”, che in realtà è una ricorrenza molto amata in tante parti del mondo e festeggiata in tanti modi diversi. E, ovviamente, ogni luogo ha la sua particolare tradizione culinaria legata al Carnevale.

Uno dei carnevali più celebri del mondo è quello del Sud degli Stati Uniti d’America, precisamente quello dello stato della Louisiana e nello specifico della città di New Orleans: qui si tiene il famoso Mardi Gras, una festa considerata ancora più sfrenata di quella di Rio de Janeiro. Tra musica jazz, artisti di strada, costumi e carri c’è anche cibo in abbondanza: tra i piatti immancabili grandi specialità locali, tra cui la colorata King Cake, l’okra fritta e il mitico panino Po’ Boy.

Impossibile parlare di Carnevale e non citare quello di Rio De Jainero in Brasile, una mastodontica parata colorata da ritmo, musica e costumi sgargianti che coinvolge oltre 2 milioni di persone e ben 200 scuole di samba pronte a darsi battaglia. In questa occasione non manca mai la feijoada, una specie di stufato di fagioli con le parti meno nobili del maiale come orecchie, zampe, frattaglie, a cui si aggiunge riso bianco, insalata e fette di arancia.

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Completamente diversa la tradizione del Martedì grasso nel Regno Unito e nei paesi del Commonwealth: qui si chiama Shrove Tuesday (dal verbo to shrive, confessarsi) ma soprattutto coincide con il Pancake Day, una giornata dedicata alla celebrazione di questa specialità con vere e proprie competizioni tra cui la corsa in cui si deve girare almeno tre volte il pancake nella padella. La tradizione viene dal XV secolo, quando i pancake sono diventati la ricetta simbolo del Martedì grasso british.

In alcune aree del nord Europa, in particolare in Germania e in quasi tutti i paesi scandinavi, il giorno più importante non è il martedì ma il lunedì: in Germania si chiama Rosenmontag, il lunedì delle rose, caratterizzato da fiumi di alcol e dolcetti lanciati ai bambini dai carri che sfilano in quasi tutte le città, oltre agli immancabili krapfen (nascono come dolci di Carnevale) mentre si chiama Bolludagur o Semladag in Svezia, dal semla, il dolce tipico che si prepara per l’occasione.

In Polonia invece si festeggia il Tłusty czwartek (letteralmente il Giovedì Grasso), il giovedì che precede il Martedì Grasso e, secondo la tradizione, si mangiano i pączki, bomboloni alla marmellata di, mentre in Ucraina, Russia e Bielorussia i festeggiamenti durano per l’intera settimana che precede la Quaresima: è la settimana dei bliny, in cui si mangiano le omonime crêpes farcite sia dolci che salate, una tradizione che deriva dall’epoca dell’antico Impero Russo.

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Quello che i piatti non dicono
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