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24 Luglio 2022 13:00

Mangiare in bianco quando si sta male è utile? Cosa vuol dire e come farlo al meglio

Cosa significa "mangiare in bianco" e perché ci viene consigliato in caso di febbre o mal di stomaco? In cosa consiste questa dieta e perché fa bene?

A cura di Rossella Croce
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Mal di pancia, vomito, crampi e febbre significano una cosa sola: mangiare in bianco, leggero e decisamente poco condito. Il primo consiglio della nonna, quello che nessuno si permette di contraddire, è mangiare riso e pasta in bianco, pollo e pesce bollito e verdure scondite. Perché e cosa vuol dire mangiare in bianco? In cosa consiste questa dieta e perché è così radicata l'idea che faciliti e velocizzi il processo di guarigione? Tra credenze popolari, motivazioni scientifiche e piatti decisamente poco stuzzicanti, ecco tutto quello che c'è da sapere sul mangiare in bianco, come farlo correttamente e perché può essere davvero utile farlo.

Mangiare in bianco: cosa vuol dire

L'espressione "mangiare in bianco" ci riporta subito alla mente pollo bollito, riso scondito, mele cotte e pesce al vapore: piatti non esattamente invitanti o stuzzicanti, ma incredibilmente utili in caso di vomito, diarrea e crampi allo stomaco, o se vogliamo disintossicarci dopo una grande abbuffata o in periodi di maggiore stress. Nonostante la dieta del mangiare in bianco non abbia origini mediche o scientifiche, è assolutamente radicata nelle nostre abitudini e, da Nord a Sud, nessuno osa mettere in discussione i consigli della nonna.

Perché, quando stiamo male, "dobbiamo" mangiare in bianco? Parliamo, in realtà, di un regime alimentare basato su alimenti non necessariamente di colore bianco, ma che siano facilmente digeribili, poco conditi o cotti con metodi poco invasivi: un'alimentazione che non affatichi il nostro corpo e che faciliti un processo di disintossicazione.

Cosa evitare quindi? Tutto ciò che può "stressare" il nostro corpo o che appesantisce lo stomaco: meglio non consumare alimenti ricchi di grassi come salumi o insaccati, formaggi e latticini (yogurt e parmigiano fanno eccezione), cibi fritti, alcolici, caffè, pepe, peperoncino e spezie.

Perché si dice "in bianco"? In effetti, a ben vedere, il colore degli alimenti non è sinonimo di digeribilità ma è probabile che l'espressione "in bianco" derivi dall'utilizzo del riso che già nel 1200 veniva servito scondito come medicina per i malati e che ancora oggi è sinonimo di poca salute.

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Mangiare in bianco fa dimagrire? Quando abbiamo problemi di stomaco e mangiamo in bianco per più di qualche giorno, è molto probabile che tenderemo a perdere peso e questo potrebbe indurci a pensare che la dieta del mangiare in bianco possa essere una dieta dimagrante. In realtà, non è il "mangiare in bianco" che favorisce un processo di dimagrimento quando piuttosto il fatto che, avendo problemi gastrointestinali, il nostro appetito diminuisce e tendiamo a mangiare meno.

Mangiare in bianco favorisce la guarigione?

In caso di problemi gastrointestinali, come abbiamo visto, la nonna e il dottore di famiglia concordano sulla necessità di "mangiare in bianco" per facilitare e velocizzare il processo di guarigione. Ma questa pratica ha davvero senso da un punto di vista medico? In realtà non esistono prove scientifiche che dimostrino quanto e come mangiare in bianco aiuti a guarire, eppure il motivo per cui ci viene consigliato è abbastanza intuibile: in caso di mal di stomaco, vomito o diarrea, è chiaro che è preferibile non affaticare il nostro corpo e prediligere alimenti facilmente digeribili e non eccessivamente conditi.

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Quello che i piatti non dicono
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