Per la prima volta sui podi automobilistici della F1 si festeggerà con bollicine italiane e non con il classico champagne, grazie allo storico accordo triennale tra le celebri Cantine Ferrari e la Formula 1. Ma come nasce questa tradizione, e perché c'è (o, meglio, c'era) lo champagne ai traguardi delle gare? Scopriamolo insieme.
L'Italia torna a fare la voce grossa in Formula 1 e lo fa con un Ferrari, ma non con il celebre cavallino rampante. Purtroppo i tifosi della Rossa dovranno ancora attendere per festeggiare come si deve e il Ferrari di cui parliamo è il celebre spumante Trento Doc delle Cantine Ferrari, azienda in alcun modo legata alla scuderia di Maranello. Per la prima volta nella storia della Formula 1 c'è un clamoroso passaggio di consegne: sui podi, e non solo, del Circus si brinderà con le bollicine italiane e non più con quelle francesi.
L'annuncio dell'accordo epocale è stato fatto direttamente da Matteo Lucelli, Ceo della cantina trentina: Ferrari sarà lo spumante ufficiale del Campionato del mondo di Formula 1, quest’anno e per i prossimi tre anni. Per l'azienda italiana si tratta di un ritorno in F1 perché ci fu un tiepido avvicinamento negli anni '80, con la sponsorizzazione che riguardava solo il GP di Monza: questa volta, invece, è una vera partnership.
A tre settimane dall'inizio della stagione 2021 c'è l'accordo importantissimo per la cantina perché "significherà essere presenti in tutte le occasioni che circondano l’evento Gran Premio. Un progetto che siamo convinti potrà fare la differenza per la notorietà di Ferrari Trento a livello internazionale. Salire sul podio della Formula 1 è per noi al tempo stesso un traguardo e un punto di partenza" conclude Lucelli.
Anche se può sembrare che la tradizione di spruzzare champagne dopo una gara sia vecchia quanto lo stesso sport automobilistico, la verità è in realtà un po' diversa. Innanzitutto il Gran Premio di Imola non sarà il primo a non avere champagne all'arrivo, ma sarà il primo a non avere bollicine francesi. La prima volta è stata nell’inverno 2015 con Bernie Ecclestone che ha lasciato scadere l’accordo da 5,5 milioni annui con Mumm (che forniva lo champagne dal 2000 dopo essere subentrata a Moet): le magnum per il podio nelle stagioni 2015 e 2016 sono state così fornite da Chandon, che è però un marchio di chardonnay e non di champagne. Dal 2017 il ritorno al classicismo dello champagne.
Questa parte integrante della cerimonia del trofeo è iniziata solo nel 1967 e il primo pilota a spruzzare (volontariamente) champagne sul podio è stato l'americano Dan Gurney. Perché la precisazione tra parentesi?
Perché questa tradizione nasce per sbaglio a causa del grande rivale di Gurney, ovvero Jo Siffert. Dopo aver vinto la 24 ore di Le Mans nel 1966 il pilota svizzero spruzza accidentalmente la folla a causa di bottiglie lasciate incautamente al sole, cosa che aveva causato un accumulo di pressione all'interno della magnum. L'anno successivo a trionfare è però Gurney (in un'altra categoria). Il pilota californiano vede Henry Ford II, nipote del fondatore dell'omonima casa automobilistica e, insieme al proprietario del suo team, delle mogli e di alcuni giornalisti, decide di agitare la bottiglia di Moët che gli era stata data e di spruzzare lo champagne per festeggiare il successo.
Un gesto epocale che Siffert commenta qualche anno dopo dicendo di non avere "idea che avrebbe dato inizio a una tradizione. Sono stato preso dal momento. È stata una di quelle occasioni irripetibili in cui le cose sono andate alla perfezione. Pensavo che questa vittoria duramente combattuta avesse bisogno di qualcosa di speciale".
Possiamo andare ancora più indietro nella tradizione però: Siffert e Gurney hanno agitato dello champagne, ma chi ce lo ha messo lì? Il collegamento tra le gare automobilistiche e lo champagne risale addirittura al 1950, quando il primo Gran Premio di Francia si è svolto sul circuito di Gueux a Reims. Ovviamente, per una gara disputata tra le verdi colline piene di vigneti della regione della Champagne, al vincitore è stata regalata una bottiglia magnum del vino pregiato. Da quel momento lo champagne è stato sempre presente alle gare automobilistiche di ogni ordine e grado. La marca di quel vino? Moët & Chandon, la cantina che non abbandonerà i circuiti per i successivi 50 anni, salvo poi tornare nel decennio successivo.